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Visualizzazione dei post da agosto, 2015

giorno XVII: quello che più ti fa andare in bestia

La mancanza di idee condita dalla cattiva fede che si vede bene in tanti romanzi d'evasione contemporanei e manga recenti. Esempi: i seguiti di Eragorn, in particolare l'ultimo davvero illegibile, Divergent, che rapidamente si degrada divenendo un miscuglio tra Harry Potter, twilight e Hunger Games, nonché l'ultimo del quartetto Beautiful Creatures (Beautiful Redemption) che scopiazza qua e là HP perché le autrici non sanno come cavarsi d'impiccio. E dire che erano partite così bene! Tra i manga, trovare qualcosa di recente ben scritto e disegnato senza andare sul filosofico-escatologico-dramma sociale sta diventando ardua impresa. Forse è colpa mia che vivo in un immaginario manga a cavallo tra anni Settanta e Ottanta, ma possibile che un buono shojo disimpegnato, ben disegnato e non banale sia diventato irreperibile? C'è giusto Kaoru Mori che sembra volerci salvare, ma del suo meraviglioso “I giorni della sposa” produce un volume all'anno.

giorno XVII: il salto dello squalo che più ti è rimasto impresso

Come si accennava già ieri, il “salto dello squalo” è il punto di flessione di una serie o di un'opera altrimenti promettente, che comincia dopo quel momento a rotolare su chine sempre più infelici. Uno degli esempi più terribili per me di salto è stato il momento in cui in Grey's Anatomy, dopo aver formato e fatto scoppiare tutte le coppie vagamente probabili, hanno cominciato con quelle improbabili. Già Cristina abbandonata sull'altare mi aveva lasciato con un bruttissimo retrogusto in bocca, ma il peggio del peggio è cominciato con l'adulterio di George, il cagnolino per eccellenza. E di lì in poi tutto è degenerato: melanomi che si manifestano con allucinazioni, fidanzati che cercano di strangolarti nel sonno, assalti terroristici in ospedale e incidenti aerei... Chiudere alla quarta stagione sarebbe stato segno di prudente intelligenza.

giorno XVI. L'incipit più ingannevole

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La finestra di Orpheus. Ne avevo sentito parlare molto poco e l'incipit mi piacque molto, ma pensavo che il nucleo della trama fosse il triangolo amoroso tra Julius, dalla doppia identità, Klaus e Isaak, il tutto inserito nella cornice storica della versione tedesca del Biedermeier. Mai più mi aspettavo di vedere Isaak combinare pasticci in Austria, Klaus rodersi dai dubbi in Siberia e Julius perdere la memoria a palazzo Yusupov. Devo inoltre confessare che la prima parte, con il giallo familiare e gli assassinii in serie, mi piaceva di più. Dopo il disvelamento dell'assassino e la partenza della protagonista, la trama comincia ad appesantirsi, talvolta frenata da qualche “salto dello squalo”, ovvero qualche faux pas un po' troppo marcato per accordarsi coi miei gusti (tipo SPOILER Isaak che sposa l'amica prostituta FINE SPOILER). 

Giorno XV . Il tuo finale preferito

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Questa è davvero la domanda da cento milioni di dollari! Un buon finale deve essere ben in linea con la struttura del racconto, la continuazione naturale del suo sviluppo. Ma questo non è ancora sufficiente per la perfezione: ci vuole quel quid in più di sorpresa, di completezza, di malinconia o di qualche altro ingrediente che crea la rara chiusa che ci viene voglia di sfogliare ancora una volta di più. Di qui in poi, SPOILER (mi pare evidente) su Anna Karenina, Signore degli anelli, 1Q84, RG Veda e ancora qualcosetta d'altro. Per esempio, il finale di Anna Karenina è in armonia con la trama, ma è un po' noiosetto; Anna è morta da cinquanta pagine, e siamo ancora lì a leggere di questi e di quelli, tra una nota storica e un accenno moralizzante. Bene, ma non benissimo. Nella categoria LIBRO, sono due i tipi di finale perfetto per me. Quello completissimo, in cui ogni filo è annodato, e quello che lascia qualche dettaglio al fato e proprio all'ultimo introduce

Giorno XIV: quel finale che proprio non hai mandato giù

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I finali tristo-cool. Procedo a spiegare. ATTENZIONE SPOILER SPOILERISSIMI (évidemment, con un titolo cosi') I finali tristi possono essere nobilmente tristi, esoticamente tristi e spaccone-tristi (o tristo-cool). Al primo gruppo afferiscono le opere di vera letteratura con una fine malinconica o negativa: da Anna Karenina, al Signore degli Anelli, a Pochaontas, a Colazione da Tyffany, a Léon e C'era una volta in America, ci sono centinaia di film-libri-fumetti capolavori che conducono il lettore per mano verso un'inevitabile chiusa in accordo con l'enunciato di base. Anna è una fedifraga che perde la sua scommessa con la Vita, Frodo è stato contaminato dall'anello, Holly non potrà mai rassegnarsi ad un "padrone". Léon è uno spietato killer analfabeta. La loro morte, sconfitta, solitudine, perfino perdizione, è la naturale conseguenza del racconto. Il secondo gruppo ha naturalmente plurimi punti di congiunzione col primo, nel senso d

Giorno XIII: il luogo dove normalmente leggi

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La risposta semplice, diretta e più vera è: dappertutto. Quando un libro e/o fumetto mi appassiona, me lo porto ovunque, leggiucchiandolo o divorandolo mentre cucino, tra un paziente ritardatario e l'altro (anche se normalmente in queste occasioni studio), mentre aspetto in coda in panetteria e anche mentre cammino. Miracolosamente non ho mai investito nessuno! Sarà la fortuna del lettore accanito. Come avete già intuito, i miei libri non hanno vita facile. A parte qualche edizione preziosa, tipo libri d'arte, la Divina Commedia illustrata da Doré (che fa 28 cm x 35) e un Piccolo Principe francese con sovraccoperta lussuosa (che lo condanna all'inattività), gli altri tomi si devono arrendere ad essere strapazzati, marchiati con tratti di biro e note del lettore, capovolti aperti e farciti di oggetti vari in luogo di segnalibro (foglie, posate, ritagli di giornale, cartoline d'auguri, occhiali, calzini spurii...). Qualcuno di questi cari stampati mi fa tanta pena ch

XII giorno... La serie per cui hai più atteso il seguito

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La serie di cui scrivero' era una trilogia conclusa. Conta anche due volumetti-strenna molto lirici, che sono un piccolo prequel e un infinitesimo sequel. L'autore ha pero' sempre aggiunto e scritto che un altro volume, vero e proprio, proseguirà la saga iniziale. Sto parlando di Quelle oscure materie, e del suo seguito attesissimo seguito, che dovrebbe essere The Book of Dust, il libro della Polvere. Invece di rilassarti tra i tuoi libri, perché non ti decidi a lavorare? Quel disgraziato di Philip Pullman sostiene di lavorare nel suo capanno in giardino "come un impiegato", ovvero senza attendere ispirazioni particolari, ma con metodo ed efficienza, ogni giorno. "Perché è cosi' che lavora un professionista", dice a chiare lettere nel suo blog e nel suo saggio su come si diventa scrittori professionisti e non dilettanti allo sbaraglio. E allora, Philip, PERCHE' non ti decidi a scrivere questo benedetto tomo, che ci hai prom

giorno XI: la saga che ti ha appassionato per più tempo

Senza esitare, Harry Potter. Iniziai le letture nel luglio 2001, all'ombra di un gazebo maltese, dopo passavo il tempo libero ciondolando nella piscina del lussuoso albergo in cui ci ospitavano per la vacanza studio più strana della mia vita. Se le permanenze inglesi mi avevano abituato a campus in un certo senso abbastanza simili a Hogwarts, con i fields, i grounds, la sala comune e i cottages con le camerette doppie, nulla mi aveva lasciato presagire la versione mediterranea dell'esperienza, che si estrinseco' cosi': quattro stelle lusso a due passi da una caletta naturale, con tre piscine (secondo la temperatura e l'esposizione), ristorante internazionale rinomato per delle prime colazioni degne di un Hobbit, appartamentino da quattro persone con cucina interna e sala da bagno padronale. L'altra faccia della medaglia era la desolazione del panorama appena fuori dall'albergo, e la sostanziale impossibilità di uscirne. Niente o quasi da vedere fu

giorno X: il peggior cattivo di sempre

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La domanda puo' essere ovviamente intesa in due modi: il cattivo più cattivo e il cattivo più mezza calzetta di sempre.  I cattivi cattivissimi N.B. in realtà credo che questa sia l'interpretazione errata, poiché c'era unpost aposito nel primo 30 giorni... Vi do un rapido assaggio di cosa per me è un cattivone tremendo, non avendo partecipato a quell'edizione. 1) L'imperatore (Star Wars). Malvagio senza passati lacrimevoli a giustificazione non richiesta, la sua profonda conoscenza del lato oscuro della forza è pari solo alla sua brama di potere. Avrebbe dovuto fare l'universitario. 2) Scar (Il re leone). Il cattivo complessato perfido, che conosce abbastanza i segreti della psiche per distruggere i suoi opponenti col mero senso di colpa. E se non ce la fa, un bell'assassinio risolve il dilemma. 3) Re di Id (The Wizard of It). Meschino, abietto, brutto, nano, avido e doppio. Geniale. 4) Il Nonno (Ayako). Talmente ributtante che non ho parole

giorno IX: l'opera che non leggeresti/guarderesti mai

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Sono abbastanza onnivora in fatto di letteratura, fumetti e cinema, e tutto sommato anche le opere più improbabili sono spesso degne di una bella stroncatura (che è sempre un momento particolarmente divertente nella vita di un blogger). Ci sono pero' delle opere che davvero gridano allo "spreco di tempo", almeno il mio, perché parto già convinta che non mi piacerebbero. In letteratura, direi tutta quella produzione che fa capo a scrittori quali Susanna Tamaro e Nicholas Sparks. Della prima ho letto Va' dove ti porta il cuore e l'idea di leggere anche solo un'altra pagina sua mi rivolta. Del Secondo non ho mai letto nulla, ma già le trame sulla quarta di copertina sono capaci di produrre un'orticaria gigante. Inseriamo anche tutti questi finti polizieschi il cui unico fine è mettere in scena delitti violentissimi, soffermandosi sulle turbe psichiche di assassini seriali con cura meticolosa e decisamente morbosa. Al cinema: i cinepa

VIII giorno: la tua onomatopea preferita

CRACK! Non un crack qualunque, pero'... uno di quelli di Pratt. Nelle sue tavole questo è il suono di un fucile che spara, e a differenza che in tutti gli altri fumetti che ho visto non fa BOUM, BLAM, BANG STING (se ha il silenziatore). Fa crack. Purtroppo trovare una foto sulla rete non è facilissimo, e sono lontana dai miei preziosi albi, quindi dovrete fidarvi sulla parola.

VII giorno: apri il primo volume che ti capita in mano in una pagina a caso e pubblica una foto

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Marbles. Io, Michelangelo e il Disturbo Bipolare. Questo mémoire mi sta molto a cuore, l'ho trovato assai toccante. In queste due tavole la protagonista parla di argomenti a me cari con delicatezza e intelligenza rare: il rapporto medico paziente (e le bugie che lo pervadono spesso), il desiderio di arrendersi alla pace della mente, la depressione. Non so se è un volume per tutti, ma a me è piaciuto e trovo che l'autrice, Ellen Forney, sia molto brava nel rappresentare graficamente i suoi stati d'animo, piuttosto complessi da spiegare (dalla mania alla fase depressiva più buia in cui si trasforma in una coperta arrotolata sul divano).

VI giornata: la tua parodia preferita

La parodia dei Promessi Sposi del trio Marchesini-Solenghi-Lopez resta insuperabile, ma ne ha già parlato Acalia. I tre interpretavano praticamente tutti i ruoli, da Don Abbondio, ai protagonisti, al personaggio indimenticabile della Bella Figheira. In ambito cinematografico, la migliore parodia che ricordo è quella di OSS 117, che comincia con Le caire, nid d'espion. Trattasi di buffissima parodia di James Bond, per la regia di Hazanavicius con la Béjo e Jean Dujardin (il gruppo di the artist, per intenderci). In realtà la serie, che conta attualmente tre film, è tratta da una collana di libri ed era già stata oggetto di riduzione cinematografica qualche anno or sono, ma questi altri prodotti sono a me ignoti. Adoro Jean Dujardin, e la Béjo è superlativa come sempre. Frankenstein Jr e gli altri Mel Brooks sono parodici ma cosi' belli che potrebbero tranquillamente reggersi sulle loro gambe senza il bisogno di compararli con i tioli originali.  In ambito letterario pe