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Visualizzazione dei post da marzo, 2009

Pathé Lingotto-Ponyo sulla scogliera

Il Pathé è un enorme multisala recentemente costruito all'interno del complesso del Lingotto, dove sorgevano i vecchi stabilimenti FIAT. Tutta l'area sta attraversando un momento di trasformazione e rimodernamento, sotto il traino della stazione che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto sostituire Porta Nuova e divenire lo snodo principale verso sud-ovest. Il cinema è all'interno della Lotto Gallery, che comprende alberghi lussuosissimi con giardini tropicali, chilometri e chilometri di portici pieni di negozi e ristorantini e una piccola ma curata galleria d'arte, la Pinacoteca Agnelli, lascito del fu Avvocato alla sua Torino; al suo fianco c'è Eataly, il nuovo santuario dello slow food, traboccante di alimenti DOP e DOC. Raggiungere la biglietteria nell'immenso caseggiato non è semplice, soprattutto se luoghi del genere non attirano le vostre simpatie. In effetti io nutro -e coltivo- una profonda idiosincrasia per questi megastore suburbani ad alto tasso di popola

Quelle Oscure Materie - His Dark Materials

Dopo il Signore degli Anelli pensavo che nessun fantasy avrebbe potuto toccarmi il cuore fino a farmi piangere, ma Pullman ha preso su di sé l'arduo compito ed è riuscito magnificamente. His Dark Materials è una trilogia composta da Northern Lights (La Bussola d'Oro), The Subtle Knife (La Lama Sottile) e The Amber Spyglass (Il Cannocchiale d'Ambra). Nel mondo di Lyra, parallelo al nostro e a molti altri, gli esseri umani hanno un'anima extracorporea e materiale, detta daimon, che assume le sembianze di un animale. Quando si è bambini il daimon muta forma liberamente, ma si stabilizza progressivamente quando la personalità si definisce con la crescita e con la conoscenza. In questo mondo "altro" la società è fortemente controllata da un potere religioso soffocante che desidera manipolare questa delicata transizione da innocenza a esperienza, separando i bambini dai daimon prima che questi smettano di cambiare. In questo modo la Polvere celeste, incanalata dai d

Happy Feet

I pinguini sono stati protagonisti di un periodo dorato, che ha raggiunto l'acme con lo struggente documentario La marcia dei pinguini . Sulla scia di questo amore per questi buffi adorabili uccelli in frac è stato prodotto anche Happy Feet , un filmetto con aspirazioni didascaliche. Mambo è un pinguinotto stonato con il dono della danza, innamorato della pinguina più corteggiata della comunità; scandalizza gli anziani ballando e viene scacciato. Attraverso le sue peregrinazioni incontra altri pinguini che lo accolgono con calore e risolve l'enigma della carenza ittica che affligge gli abitanti dell'Antartide. Tornato a casa è reintegrato nel gruppo di pinguini imperatori, infine convertito alla danza e a una maggiore tolleranza. Forse anche perché queste storielle presuntuose dalla morale esplicita e dalle soluzioni sempliciotte mi irritano e mi annoiano supremamente, non posso dire di aver goduto appieno del film... continuavo a distrarmi, a cercare con gli occhi qualche

007 Casino Royale

Questo weekend sentivo il bisogno di un'ora di relax e mi sono procurata a tal fine il penultimo James Bond. Non me ne sono pentita, le due ore e mezza del film passano senza momenti noiosi. Si narra qui della prima avventura dell'agente segreto nel suo ruolo di 007, dopo una promozione ottenuta con un assassinio. I toni sono molto diversi, capovolti rispetto allo standard della serie: il protagonista non è galante, non è elegante, suscita la nostra empatia mentre si lascia imprudentemente coinvolgere dai suoi sentimenti, anche se in nuce già nasconde la fredda e impeccabile spia poi incarnata da Sean Connery. Eva Green è un'ottima Bond girl e, bellissima e fascinosa, ci nasconde fino alla fine le sue intenzioni e inclinazioni, così come l'ambiguo personaggio interpretato dal nostro Giancarlo Giannini. Nel mio cuore il posto d'onore è sempre riservato a M, la signora di ferro dell'agenzia, che rimpiange i tempi della guerra fredda, in cui le dinamiche del potere

Australia

Questo film è la dimostrazione di come si possa costruire un disastro a tavolino, pur avendo a disposizione fondi sostanziosi, scenari superbi e due interpreti osannati e strapagati quali Hugh Jackman e Nicole Kidman. La trama avrebbe aspirazioni da grande colossal, in pieno stile Via col Vento , ma è lunga, noiosa, con poco afflato poetico e qualche scontatezza di troppo. La storia d'amore tra i protagonisti, in particolare, non ha sorprese ed è priva di magia, salvo quella fondata sugli addominali di Jackman... e questo bambinetto, figlio surrogato della Kidman, con i suoi occhioni da cerbiatto indigeno? Che dire, dovrebbe commuoverci? Nel mio caso, non ci è riuscito. Incredibile, infine, la metamorfosi del viso di Nicole, così capace di espressività e di sfumature nell'imbruttimento subito in The Hours , di pathos e di mistero in The Others e mai tanto disastroso come in questo trionfo di inamovibile silicone. Da evitare con cura.

Revolutionary Road

Ecco un film struggentemente, ferocemente bello. Per apprezzarlo bisogna amare Sam Mendes, gioire dei suoi preziosismi stilistici senza farsene innervosire, condividere con lui una certa idea di coraggio e di responsabilità. Una giovane coppia si innamora e si sposa, ma si conosce davvero a fondo? April (una strepitosa Kate Winslet) vuole un futuro pieno di respiro, di novità, di ricerca produttiva; è convinta che il suo desiderio sia condiviso da Frank (Leonardo Di Caprio, meraviglioso). April vuole trasferirsi in Europa, vivere del suo lavoro e lasciare al marito del tempo libero per capire quale dovrebbe essere il suo futuro e percorrerlo. Questi, dal canto suo, avverte il "vuoto disperante" della vita borghese e delle sue convenzioni, ma vi si adagia per comodità -riceve un sensibile aumento di stipendio, proprio quando sta per licenziarsi e decide di rinunciare a Parigi- e soprattutto per codardia: c'è molta verità nel concetto che ci voglia "spina dorsale"

Rosalie Cullen

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La Rosalie Cullen che ci hanno descritto nei volumi di Twilight è bellissima, sexy, con un'aria un po' truce... sono rimasta molto insoddisfatta delle versione cinematografica che ne è stata data, perciò ho provato a fare da me. I suoi stilisti di riferimento potrebbero essere Dior, Ferré, Gucci. Credo che siano quelli che la rappresentano di più. Probabilmente Edward, che in fondo è un bravo fratello maggiore, a metà degli anni Trenta ha trascinato Rosalie a Parigi, per riscuoterla da uno dei consueti attacchi depressivi reattivi alla poco accetta vampirizzazione e qui lei ha conosciuto un giovane esordiente, Christian Dior... è nato un amore destinato a durare ben più di una vita. Qui le ho fatto indossare un abito ultracorto della collezione Dior primavera-estate 2009, di cotone setificato a pois e gonna di tulle con applicazioni di cotone. Cintura in metallo dorato. Scarpe Ferré di pelle nera. Addì 24 marzo 2009: nella puntata odierna di Striscia la Notizia Michelle Hunzi

Alice in Chaneland

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Ecco lo stesso modello dipinto con tecnica mista: acquerello, matite colorate e chine rossa e nera. Alice è nata negli anni Venti; di qui la scelta della maison Chanel, dei materiali e dei colori, che mi sembravano in linea sia con l'attitudine artistica del personaggio sia con il suo retaggio storico e culturale.