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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

Le amiche della sposa

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Film del 2011, di P.Feig con K.Wiig, R. Byrne, M. McCarthy. Annie ha quasi quarant'anni e la sua migliore amica si sposa, mentre lei seppellisce le reliquie della sua pasticceria fallita e della sua storia fallita con un buzzurro palestrato. Le tocca fare la damigella d'onore, ma non è sinceramente felice dell'incombenza, anche perché in cuor suo rifiuta di perdere l'amica; come se non bastasse, per il suo ruolo le tocca incontrare le altre Bridesmaids e soprattutto la bella e (apparentemente) vincente Helen, che è bella, magra, ricca, sposata e magnifica organizzatrice. Comincia un teatrino che mescola kitsch e volgarità a non finire, tra storie di letto con uomini non interessati a relazioni sentimentali, agghiaccianti parties in giardino, idiote spedizioni a Las Vegas, infimi ristoranti messicani e vomitevoli abiti che vorrebbero somigliare a nuvole multicolori e ricordano solo delle disgustose meringhe, mortificando la donna che c'è dentro. Unica consol

Una vita da cinefila - un film all'anno

Partecipo anche io a questa bella iniziativa, in cui bisogna scegliere un film all'anno, quello a cui avremmo consegnato il nostro Oscar personale al Miglior Film, per ogni anno da quando siamo nati. Ci ho messo un secolo e mezzo, ma ho letto con scrupolo tutte le liste dei film anno per anno, e siccome non sono più giovanissima... Ho lasciato fuori anche film che so per certo essere bellissimi, ma non ho visto per intero ( Le Grand Bleu , per esempio), e in caso di ex aequo ho cercato di privilegiare le sceneggiature originali (per questo Kill Bill vol.2 passa davanti a Howl ). Mi sono sforzata il più possibile di fare una scelta univoca per ogni annata, ma lasciatemi almeno citare qualche escluso eccellente (nelle parentesi). 1983 Guerre Stellari -Il ritorno dello Jedi. Non è un film che amo tantissimo, ma è sicuramente il più importante dell'anno. 1984 Amadeus (C'era una volta in America, Nausicaa della valle del vento). 1985 La mia Africa (Ladyhawke) 1986 Spe

Non Lasciarmi

Oggi parliamo del libro, di Kazuo Ishiguro (2005), edito in Italia da Einaudi. Kathy, Tommy e Ruth sono tre bambini che vivono in un collegio un po' particolare. Nessuno dei ragazzi ha genitori, sembra una via di mezzo tra un orfanatrofio e Hogwarts. Le lezioni più importanti sono quelle di storia dell'arte e della letteratura, oltre all'educazione fisica. I ragazzi sono esaminati su base settimanale da un'équipe medica. La loro produzione artistica migliore è selezionata e spesso prelevata dai vertici dell'istituto. E pian piano, dalla più tenera infanzia, viene fatto passare loro il messaggio che la loro esistenza ha un unico scopo, donare i propri organi vitali, uno dopo l'altro, agli umani normogenerati, quelli del mondo "di fuori", che non sono cloni. Mentre aspettano il gaio momento di diventare donatori, fanno da assistenti agli altri donatori, occupandosi delle loro necessità. Apparentemente può ricordare The Island, mediocre thriller in c

Fine di una storia

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Neil Jordan, 1999. Con Ralph Fiennes e Julianne Moore. Sarah è sposata con Henry, ma quando incontra il romanziere Maurice i due si innamorano e diventano amanti. Si incontrano durante i bombardamenti, durante uno dei quali Maurice è ferito da un'esplosione; in seguito all'evento Sarah rompe il legame e i due non si rivedono per due anni. Convinto di essere stato sostituito nel cuore della donna (è sempre stato gelosissimo), Maurice la fa pedinare scoprendo che Sarah aveva fatto un voto durante l'episodio del bombardamento: in cambio della sua salvezza aveva promesso a Dio di non vederlo mai più. La relazione riprende, ma Sarah è malata di tisi... In questo film c'è molto romanticismo, due protagonisti bravissimi e bellissimi e persino parecchie scene d'amore così naturali da sorprendere per la loro audacia (nulla di "strano" o lontanamente volgare, è che sono così vere ).  Si parla d'Amore, di due grandi Amori: il più evidente è quello di du

Due Partite

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Film dalla struttura teatrale, è in effetti tratto da una pièce di C. Comencini e filmato da E. Monteleone. Parte Prima, 1964, quattro donne (Massironi, Ferrari, Cortellesi, Buy) si trovano ogni giovedì a giocare a carte, ma in realtà è solo un pretesto per parlare dei problemi e dei pesanti vincoli che patiscono in qualità di donne. La prima si realizza nei figli, ma non può scotomizzare la patente bigamia del marito, che non lascia l'altra. La Ferrari è sull'orlo del parto e tutto le sembra ancora roseo, ma in un recesso recondito della sua coscienza la madre suicida la tormenta. Poi c'è la versione Italian Boom di Madame Bovary, eterna insoddisfatta che non tollera il marito ma non lo lascia per timore del giudizio dei genitori (soprattutto la madre) e per ultima la Gerini, pianista bravissima che ha abbandonato carriera e fama per fare la moglie di un uomo che la adora ma è sempre in tournée (perché lui, invece, la carriera se l'è tenuta ben stretta). Parte sec

Terraferma

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Terzo film di Crialese, che neanche questa volta mi delude. Sulle coste di un'isoletta sperduta al largo della Sicilia, "così piccola che non è neanche sul mappamondo", arriva l'ennesimo barcone di disperati spesso gettati a mare dalla corrente o dai loro traghettatori. I pescatori del luogo sono costantemente divisi tra l'etica avita del salvare l'uomo in mare e l'imposizione post-moderna della consegna o dell'abbandono del clandestino-naufrago, ma quando il caso si presenta a Ernesto (M. Cuticchio) e Filippo (F. Pucillo), nonno e nipote fuori di notte, i due portano in salvo diverse persone e accolgono Sara, che partorisce in casa loro. Le buone azioni non restano mai impunite e la loro barca viene requisita dai guardacoste: Filippo così ha modo di interrogarsi a lungo sulla decisione del nonno, che cozza drammaticamente con lo stile di vita dello zio (B. Fiorello), arricchito gestore di un'area attrezzata per turisti in cui i vacanzieri ve

Fargo

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Nel North Dakota c'è un paesetto sperso nelle nevi che si chiama così. E' pieno di gente apparentemente normale, un posto ideale per raccontare la banalità del male, per esempio con un marito che per recuperare qualche lira assolda due sbandati per rapire sua moglie e riscuotere, sotto forma di riscatto, i soldi del suocero. Ovviamente tutto quello che può andare storto lo fa, e il conto dei cadaveri aumenta col volgere dei minuti. I film dei fratelli Coen sono sempre molto amati dalla critica e devo dire che in questo caso sono abbastanza d'accordo con i commenti favorevoli. C'è un grande umorismo nel taglio caustico con cui viene trattata la vicenda, degna di un romanzo-verità alla truman Capote. Ma poi si trova anche il modo di inserire una normalità vera, fatta di gente intelligente, che lavora, con aspirrazioni più pure e semplici ma così nobili che non si può non provare tenerezza per loro. A veicolare questo secondo filone di emozioni è Marge (F. McDormand,