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Visualizzazione dei post da dicembre, 2013

Little big soldier

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Di D.Sheng con J:Chan, L.Wang. Hong Kong, 2010 Un soldato ormai attempato si ritrova unico superstite di un'ennesima battaglia nella Cina arcaica del periodo della guerra tra stati. In realtà è "quasi unico": è sopravvissuto anche un generale nemico, in realtà principe ereditario. Fattolo prigioniero, cerca di tornare al suo villaggio, per ricevere cinque acri di terra e soprattutto l'esonero dal servizio militare, ma in tanti cercano il principe ereditario, a partire dal fratello che lo vuole morto per salire sul trono. Dopo quasi vent'anni, Jackie Chan è riuscito a produrre il film che sognava, di cui ha scritto la sceneggiatura e di cui è fiero protagonista. Il risultato è un film piuttosto brillante, divertente e pieno di azione ma anche di momenti teneri, grazie a questo soldato semplice e sempliciotto ma di buon cuore che si fa accompagnare da un uccellino degno di Del Piero, lascia libere le sue prede perché ci fa amicizia e in fondo coltiva un patri

Real Steel

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Di S:Lewy, con H:Jackman, del 2011. La donna con cui aveva avuto un figlio muore all'improvviso e Charlie si ritrova per casa il figlio di nove anni, Max, proprio mentre la sua vita lavorativa di manager di robot da combattimento va in pezzi. Quando padre e figlio trovano in una discarica un vecchio modello sparring se lo portano a casa per arrotondarci il mensile, ma il ragazzino gli si affeziona. Oltre tutto Atom (il robot) ha una funzione mirror (tipo neuroni specchio per principianti) che rende molto facile il trasporto emotivo, e sotto la guida di Max comincia a vincere un incontro dopo l'altro, fino a sfidare il campione Zeus. Anche se ufficialmente siamo nel 2020, a parte qualche schermo tattile e dei giocattoloni potenziati non c'è traccia di sci-fi in questo ultra-classico film di avventura fondato sul vecchio schema "recupero di rapporto tra genitore e figlio che prima si ignoravano". Insomma, una pellicola per famiglie in piena regola, con un bel

The Hunger Games: Catching Fire e Mockinjay

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Ovvero, i due seguiti della saga letteraria di Suzanne Collins. Trama del vol II: Katniss e Peeta, in occasione dei 75 giochi, sono rispediti nell'arena insieme ad altri veterani delle edizioni passate. Ogni distretto infatti invia un maschio e una femmina tra i vincitori ancora in vita. Riuscirà Peeta a proteggere la riluttantissima Katniss anche in questa edizione e a convincerla ad amarlo? La risposta alla prima domanda è evidente visto che c'è un vol.III. Alla seconda domanda rispondiamo pure di no. A Katniss piace da morire tenere un piede in due scarpe, Bella Swan deve prendere appunti. Trama del vol III: Katniss si trova, volente o nolente, tra i ribelli che cercano di sollevare la popolazione contro il Capitolo (e visto che a parte il tiro al bersaglio la sua unica qualità è l'esser bella, più che altro fa la donna-copertina). Nelle oltremodo eccessive 400 pagine di libro, avrà modo di scoprire che il regime dei ribelli è marcio quanto quello precedente. Se l

I giorni del cielo

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T.Malick, 1978. R.Gere, S.Shepard. 94' Bill e Abby sono due giovani amanti che trovano lavoro come braccianti in un latifondo del Texas. Non sposati, si fingono fratelli, e quando il malaticcio proprietario del fondo manifesta l'intenzione di impalmare la ragazza, Bill la esorta ad accettare, ma dopo il matrimonio la salute del fattore migliora e la relazione tra i due fidanzati (ora fedifraghi) viene alla luce. Il film parte molto bene, con una splendida fotografia naturalista (premiata a ragione da un Oscar), un'ambientazione fumosa e dei personaggi interessanti. Le scene devono molto alla pittura di Hopper, con quel senso di solitudine e malinconia dei grandi spazi aperti dove c'è ricchezza, ma le persone non sembrano riuscire a gioirne. Mi sono piaciuti molto i due attori: Shepard molto bravo, Gere soprattutto bello - a quell'età aveva ancora un gran portamento fisico. Inoltre la colonna sonora, coinvolgente e calda, porta la prestigiosa firma di Morr

Scrivimi fermo posta

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E. Lubitsch, 1940, con J. Stuart e M. Sullavan, 100' Titolo originale The Shop around the corner Titolo francese Rendez-vous Due persone iniziano una corrispondenza epistolare tramite un annuncio sul giornale locale e non sanno in realtà di essere impiegati nello stesso negozio. Anche quando lui scopre l'identità di lei, ha paura di rivelarsi e di rinunciare alla perfezione dell'anonimato e della parola scritta per rivelarsi nella pienezza della sua umanità, con tutti i difetti che essa comporta. Scrivimi fermo posta è un adorabile esempio di commedia brillante e sofisticata degli anni Quaranta.  La crisi c'è e si vede, ma non c'è posto per lei come protagonista: le persone e le loro emozioni vengono comunque prima, con la loro ironia e il desiderio di una vita un po' più allegra, leggera e piena di sentimenti. Dalla cura della fotografia (un bianco e nero che sembra colorato, tant'è pulito) alla sceneggiatura, tutto parla di amore per il dettag

War Games

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Di J. Badham, con M. Broderick e J. Wood, 113'. 1983. Gli Stati Uniti, la Russia e il resto del mondo vivono uno stato di ansia libera continua focalizzato sull'eventualità di un'imminente terza guerra mondiale, condotta con armi termonucleari, che porterebbe l'umanità più o meno allo stato del  Conan  di Miyazaki. Quando l'esercito americano si rende conto che una buona aprte dei suoi uomini deve pensarci due volte prima di lanciare un missile, decide di eliminare il fattore umano e trasferire l'esecuzione degli ordini ad un supercomputer la cui tecnologia è fondata sulla teoria dei giochi. Molto lontano dalle sale dei bottoni, il sedicenne David occupa buona parte del suo tempo a smanettare su pc: appassionato di videogiochi, mentre cerca di infilarsi nel sistema di Protovision (per scaricare un nuovo gioco), aziona invece per sbaglio una simulazione di attacco nucleare dalla Russia verso gli US; peccato che lo Stato Maggiore non si renda conto che di s

A piedi nudi nel parco

Film del 1967 di G.Saks, con J Fonda e R. Redford. Corie e Paul sono sposi novelli, e si sono appena trasferiti nel loro appartamento. Lui sta cominciando a lavorare in uno studio legale, mentre lei cerca di fare la casalinga perfetta, anche se al loro nido d'amore mancano diversi aspetti per potersi definire ideale: un vetro del lucernario, il posto per mettere un letto doppio nella stanza matrimoniale, la riservatezza che due neoconiugi dovrebbero avere. Infatti, il vicino (un filo equivoco) attraversa la loro stanza nuziale per arrivare nella sua soffitta, di cui ha perso la chiave. I primi momenti in cui si vive insieme sono quelli in cui si litiga più facilmente, perché due caratteri che hanno piacevolmente convissuto in relativa lontananza possono urtarsi durante la vita a due. In questo caso lei è fin troppo svagata, sognatrice e sprovveduta, mentre lui è un po' rigido e non l'aiuta tanto ad adattarsi alla nuova situazione di padrona di casa responsabile, conc

Gone baby gone

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Primo lungometraggio di Ben Affleck, 2007. Con C. Affleck, M. Monaghan, M. Freeman, E. Harris. 114'. Sparisce una bimba nei quartieri poveri di Boston e sua zia acquisita, non soddisfatta dell'operato della polizia (pur se a capo delle indagini c'è Doyle (Freeman), un detective famoso per la sua dedizione ai casi di minori scomparsi), va a chiedere aiuto a due bounty hunters, la coppia Patrick e Angie. Un po' a malincuore i due accettano -soprattutto Angie è piuttosto reticente ad avvicinarsi più del dovuto ad un tipo di crimine che la turba particolarmente- e grazie alla loro conoscenza del territorio (e del microambiente) trovano una serie di piste papabili. Ma non tutto è come sembra, e la questione presto si complica. Di qui in avanti, SPOILER a IOSA, leggete sotto la vostra responsabilità! Il problema è che la bimba, Amanda, è figlia di una tossicodipendente recidiva molto poco interessata alla bambina, mentre il rapitore è in realtà proprio Doyle, che v

Vita di Pi

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Film di Ang Lee, del 2012. 127 minuti. Pi è un giovane il cui vero nome è Piscine Molitor. Comprensibilmente, invece di passare infanzia e fanciullezza ad essere dileggiato per questo insulso appellativo, sceglie di darsi un tono con una spolverata di matematica, assumendo come nomignolo Pi, il numero più studiato da scienziati e filosofi di tutti i tempi (l'abbiamo persino mandato nello spazio profondo sotto forma di musica). Purtroppo quando il padre decide di traslocare in Canada l'intera famiglia e lo zoo che dà loro sostentamento, il cargo giapponese su cui viaggiano è travolto dalle onde e Pi rimane unico superstite, in compagnia di una zebra con una zampa rotta, di un orango, di una iena e -sorpresa- una tigre del Bengala. Per ragioni evidenti, presto rimane solo, con la tigre.  Della trama non posso dire di più, altrimenti si incorre nello spoiler più spoileroso, ma nel commento vero e proprio mi dilungherò un po' di più su alcuni elementi essenziali, perci