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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

Promised Land

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Di G. Van Sant, con M.Damon, F.McDormand. 2012 Steve e Sue, impiegati di una grossa compagnia del gas, devono convincere un intero paesello della Pennsylvania a cedere i diritti sulle loro terre, in modo da poter sfruttare il gas di scisto presente nel sottosuolo. Il gas è un prodotto in sé sicuro, ma cio' che si tenta di nascondere è come il procedimento di estrazione sia più pericoloso dell'annunciato. Il film parte con una certa ambizione, e vorrebbe situarsi a metà tra il film di denuncia in stile Hollywood (Erin Brockovich) e l'approccio indipendente e inusuale, dalla parte dei lobbisti (Thank you for smoking). Grosso problema, non riesce a centrare la via di mezzo ideale, e resta un ibrido né carne né pesce, laddove i due che ho citato, ognuno a suo modo, sono dei capolavori. Gli attori si impegnano, e la storia parte bene, profondamente sostenuta da quell'atmosfera molto "America Profonda" che ha un po' fatto la fortuna del regista, i

Le cœur des hommes (1 e 2, il terzo mi rifiuto)

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Di N.Esposito, con JP.Darroussin, G.Darmon, M.Lavoine. 2003 e 2007 rispettivamente Quattro amici appassionati di calcio, che si conoscono da tutta la vita e condividono sogni, dolori, successi e disillusioni. Manu il salumiere gran lavoratore che ha appena perso il padre, Antoine professore di ginnastica sconvolto dal tradimento dell'angelicata moglie, Alex traditore compulsivo che non potrebbe mai separarsi dalla consorte legittima e Jeff, maturo esperto di sport con un brutto divorzio alle spalle, una figlia sulla via dell'altare e una fidanzata che gli sembra troppo giovane e bella per lui. L'idea di base è molto graziosa, non capita spesso di vedere una versione maschile di quei film considerati per secoli appannaggio del gentil sesso, in cui i protagonisti passano un paio d'ore a raccontarsi (e raccontarci) le loro vicissitudini sentimentali. Il primo capitolo mi era piaciuto molto, l'avevo trovato particolarmente tenero, con qualche spunto

Il libro della Giungla

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Di J.Favreau, con le voci di B.Kingsley, B.Murray, S.Johansson, L.Nyong'o, I.Elba. 2016 Remake, piuttosto fedele, del classico d'animazione Disney anni '60, con Mowgli piccolo cucciolo di uomo allevato dai lupi nella foresta tropicale indiana. Suoi mentori la pantera Bagheera e l'orso Baloo, antagonista per eccellenza la vendicativa tigre Shere-Khan. Già il film d'animazione originale non è mai stato tra i miei preferiti di casa Disney, ma sono stata abbastanza delusa dalla prova di Favreau, che di solito mi piace abbastanza. La storia di formazione che procede un po' per episodi riprende la struttura originale del romanzo, ma a volte assistiamo a delle cadute di ritmo e altrove ad un eccesso di fretta. Ancora una volta sono dunque qui a lamentare una carenza di sceneggiatura, sebbene non cosi' grave come in altri casi.  Kaa prima maniera Talora qualche passaggio appare fine a se stesso, in particolare la sequenza di Kaa, che mi

Vertigo (La donna che visse due volte)

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Di A.Hitchcock, con J.Stewart, K.Novak. 1958 Scottie, ex-gendarme dal cuore tenero e sofferente di vertigini viene assoldato da un ex compagno di università per tenere d'occhio la moglie, labile di mente e ossessionata da una bisnonna suicida. Naturalmente il nostro Scott si innamora perdutamente della bellissima disturbata, e non riesce a salvarla da un tuffo da un campanile... Sebbene non sia il mio Hitchcock preferito, Vertigo ha qualcosa che affascina, nonostante al momento della sua uscita sia stato accolto freddamente. La critica e il pubblico si sono eviedntemente ricreduti perché qualche anno fa il film è stato votato miglior film di sempre, scalzando Orson Wells che col suo Citizen Kane deteneva il posto dagli anni sessanta. Non è tanto l'aspetto "giallo" che colpisce e resta impresso nella memoria, quanto quello "noir", e non sorprende che la sceneggiatura venga da un romanzo francese di quegli stessi che avevano scritto la base di Diab

Wild Target

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Di J.Lynn, con B.Nighy, R.Grint, E.Blunt, R.Everett. 2010 Killer professionista di impeccabile fama (discreto, rapido e indolore) viene ingaggiato per freddare un'adorabile falsaria, ma se ne innamora. La conduce a casa sua, nella meravigliosa campagna inglese, a villeggiare con un aspirante apprendista assassino e una madre degna di Psycho. Remake di una frizzante commedia francese (Cible émouvante), Wild Target mi ha conquistata con il suo humour leggero e noncurante, e l'aplomb assolutamente inglese dei suoi personaggi. Da noi non è mai uscito nelle sale, e me ne chiedo il motivo: troppo poco volgare? troppo d'oltralpe/oltremanica? troppo nonsense?  La regia è piuttosto convenzionale, e la trama non offre particolari sorprese, ma sembra uno di quei bei filmetti B come si deve, un po' cinema indipendente disimpegnato un po' pellicola televisiva, da guardare con tutta la famiglia perché sebbene i morti abbondino non c'è in scena una goccia di san