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Visualizzazione dei post da dicembre, 2012

Albert Nobbs

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Dopo le vacanze natalizie e la ripresa italiana (attenzione, sono tornata!!), rieccomi a scrivere i miei posticini (postini?... ehm, piccoli post!). Albert Nobbs (Glenn Close) è un perfetto cameriere irlandese, che nasconde un segreto sotto i suoi atteggiamenti a metà tra i maggiordomi di Ishiguro e quelli di Downton Abbey: è una donna che, violentata da ragazza, ha deciso di ritagliarsi un posto autonomo nella vita della Dublino ottocentesca. A sorpresa, trova un'amica che come lei si traveste da uomo, e comincia a desiderare concretezza per il suo sogno di aprire una tabaccheria. Individua anche una possibile moglie nella cameriera interpretata da Mia Wasikowska, che però si invaghisce di un poco di buono... Molto bello esteticamente ed estremamente curato nella recitazione, il racconto cattura subito l'attenzione e la mantiene per tutta la definizione del personaggio principale. Le attrici sono spettacolari. La sceneggiatura non è male, e avrebbe un ritmo andante con br

il pranzo di Babette

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Sulla costa occidentale della Danimarca, in un paesino sperduto, le figlie di un pastore luterano vivono in volontarie ristrettezze e respingono ogni pretendente per rimanere fedeli, dopo la morte del padre, al loro compito di guide della comunità spirituale. Un giorno accolgono Babette, una signora francese sfuggita ai massacri della Guerra Civile francese della Repressione della Comune; dopo quattordici anni Babette vince una grosa somma, ma invece di tornare in patria spende tutto per offrire alla comunità religiosa una cena favolosa. Nonostante i timori delle sorelle riguardo alle tentazioni del cibo e del vino, la cena è il coronamento di una vita di generosità, in cui "rettitudine e felicità si sono baciate". C'è tantissima malinconia nella vita ritirata e coartata delle sorelle, ma anche tanto desiderio di fare bene e di vivere nella Fede: ci vuole Babette, donna umile ma fiera come una regina, per mostrare loro come il piacere non sia necessariamente peccamin

Saturday

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Henry Perowne, neurochirurgo di grido nella migliore neurologia europea, comincia il suo sabato mattina osservando un aereo che si schianta su Heatrow. Siamo nel febbraio 2003 e la cognizione di "banale incidente" è stata spazzata via da un 11/9 che ci ha lasciati basiti. Domandandosi che mai sarà successo, inizia le sue commissioni, incrocia dei manifestanti pacifisti (bisogna o no invadere l'Afghanistan?), ha un incidente stradale che lo mette a confronto con un piccolo criminale violento e affetto da Huntington, gioca a squash, prepara la zuppa di pesce per la riunione familiare in cui la figlia poetessa rivedrà il nonno poeta, va alle prove del figlio chitarrista, finché la violenza che si sforzava di tangerlo da lungo tempo gli entra in casa con la forza. Il primo libro di Ian Mc Ewan che ho letto mi era piaciuto assai (Espiazione), ma questo è ancora meglio: non conosco la trama prima di cominciare, lo stile è -se possibile- ancora più perfetto, i temi affrontat

Les Témoins de la mariée (I testimoni della sposa)

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Il bellissimo, ricchissimo, corteggiatissimo Marc all'avvicinarsi del Natale sconvolge i suoi  amici (Bany' il tuttofare, Marlène la gallerista, Jean-Claude l'alberghiere e Lucas il giornalista) rivelando le sue intenzioni di sposarsi, dopo anni e anni di amorazzi folli. E si sposa con una ragazza giovanissima, forse un po' rozza all'apparenza, che di professione fa la falsaria di opere d'arte. Arriverà da Hong Kong la settimana seguente e i quattro faranno loro da testimoni. Pochi giorni dopo, però, si schianta al volante della sua E-Type Jaguar e gli amici si trovano nell'imbarazzo di accogliere all'aeroporto una fidanzata che è divenuta inconsapevolmente vedova prima di impalmare. Con la morte nel cuore e il terrore di distruggere la nuova vita di Yun-Xiang la portano in giro per Parigi, a scoprire qualcosa in più su di lei... E' molto ingenua, la ragazza? O molto furba? Sa che Marc è morto? E se sì, come l'ha scoperto, visto che era su

The constant gardener

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Justin è un tranquillo diplomatico inglese distaccato nell'Africa sub-sahariana, la cui più pressante occupazione è di coltivare le sue piante rare, fino al giorno in cui non uccidono Tessa, la sua giovane e bella moglie che non sapeva stare zitta. Dopo un matrimonio-lampo, Tessa lo aveva seguito in Kenya e cominciava ad interessarsi alle aziende farmaceutiche e ai loro trials più o meno limpidi, condotti sulla popolazione indigena che non ha altre possibilità di accedere alle cure. Lo spunto è buono, e molto interessante; inoltre il regista aveva a disposizione un ottimo cast, da R. Fiennes a B. Nighy a R. Weisz, che h a preso Oscar e Golden Globe per la sua performance. Le Carrè, autore del romanzo, si era vagamente ispirato ad una vicenda rimasta nebulosa che aveva per protagonista una notissima azienda farmaceutica (la più florida al mondo, credo, grazie anche a certe losanghine color puffo), ma nel film non si capisce mai se stiamo guardando un thriller, un film di denu

Star Wars - La vendetta dei Sith (Ep III)

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Mi sarebbe piaciuto dire che chiudiamo in bellezza con il film più premiato e approvato della seconda trilogia, ma -controcorrente- devo dire che è quello che mi è piaciuto meno.  La storia la sapevamo fin dall'inizio: Jedi Eletto ma molto sconsiderato mette incinta Senatrice del Congresso e, travolto dalle sue insicurezze, passa al lato oscuro della Forza. Dunque il cavallo di battaglia della saga, che è la trama romanzesca pur senza un supporto scritto all'origine, ce la siamo giocata: non c'è mai effetto sorpresa, sappiamo già tutto, e non ci viene detto nulla di più. L'altro punto forte del film è lo stile visivo, curato, patinato, dettagliato e oscuro. Tutto si fa sempre più buio: gli inseguimenti in uno spazio sempre meno illuminato (o in esterni notte), la stanza del Consiglio Jedi dove le tapparelle si abbassano sempre di più, l'anfiteatro del Senato e l'alcova dei due piccioncini. Tutto ha dei forti accenti pittorici, fino ad arrivare a richiami