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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

La Bussola D'Oro

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Primo e unico film tratto dalla mia amatissima saga "Quelle Oscure Materie". I bambini iniziano a sparire nel mondo di Lyra, un pianeta Terra apparentemente simile al nostro in cui l'anima delle persone ha una doppia natura fisica-metafisica e assume forma di animale, visibile a tutti. Il daimon, cioè 'anima/animale delle persone è la componente che accoglie una strana Polvere Spaziale: è la materia che prende consapevolezza di sé, che si raccoglie nell'uomo sotto forma di conoscenza. Quando il confine tra innocenza ed esperienza viene sorpassato, e la polvere si coaugula intorno al daimon, esso assume la sua forma definitiva, in stretta relazione con la personalità del suo umano. Il Magisterium, una sorta di Vaticano, compie ricerche intorno all'Intercisione, il processo di separazione tra il daimon e la persona, che normalmente si conclude con la morte di entrambi. La trama eccellente, l'ottimo ritmo, i buoni effetti speciali e il cast stellare

The dark side of the moon

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Un paio di anni fa l'opera omnia dei Pink Floyd è stata rimasterizzata e, dopo aver letteralmente consumato i loro album su lettori CD e autoradio vari, ho deciso di riprenderli per riascoltarli col lifting. Per catturare un po' di pubblico in più, suppongo, la recente ristampa che acquisto nella fortunata edicola davanti all'entrata della Neuro comincia con The Dark Side of the Moon , l'ottavo lavoro; l'operazione sfacciata di marketing sfrutta anche un altro classico delle vendite, l'odiatissimo cofanetto omaggio . Ma se ogni CD ha la sua custodia, come è normale, perché mai dovrebbe servirmi il cofanetto omaggio? Per ricordarmi colpevolmente delle uscite che non ho comprato? Comunque io lo uso per tenere nell'armadietto dei biglietti da non sgualcire. Utilissimo. Per parlare di cose serie, The Dark Side of the Moon è bellissimo. Non è il mio preferito dei PF, ma è comunque superbo. Per prima cosa è un concept album, struttura da noi praticamente sc

Sulla Strada

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Tra il 1947 e il 1949 Sal Paradise viaggiava in lungo e in largo per le strade degli States, alla scoperta dell'America profonda in ogni sua forma: da NY a Frisco passando per San Diego, i deserti, le montagne, le praterie del midwest e le paludi del SudOvest. I mezzi di trasporto variano dal treno preso in corsa all'auto rubata, dal passaggio autostoppistico all'autobus, mentre la colonna sonora non cambia: il be-bop, il nuovo, indiavolato jazz di Dizzy Gillespie e Charlie Parker. E lungo il viaggio non si pensa alla meta, ma al viaggio: non alle radici, non alla destinazione, ma la strada è la felicità. Anche se, dopo eterne reiterazioni, questo elemento galvanizzante non è più sufficiente a nascondere o a contenere il vuoto di radici e destinazioni che i protagonisti si sforzano di oscurare in un di-vertimento degno di una descrizione di Pascal.  Se da un lato l'euforia dell'andare compulsivo al ritmo dei trombettisti dei locali notturni è esaltante, i momen

Liebster Award

Grazie Sailor Fede, le lusinghe sono sempre bene accette!! Siamo fra noi, blogger meritevoli di blog con meno di 200 iscritti. Qui non c'è pericolo, non arrivamo neanche a 20. Cosa devo fare per meritarmi il titolo: - ringraziare chi ha assegnato il premio citandolo nel post: - rispondere alle undici domande poste dal blog che ti ha premiato. - scrivere undici cose su di te (ma non vi siete stufati? ormai pure il numero di scarpe sapete!) - premiare undici blog che hanno meno di 200 followers.  - formulare altre undici domande a cui dovranno rispondere gli altri blogger.  - informare i blog del premio. 1. Nel bene o nel male, qual è l'ultimo film che hai visto (cinema/tv/streaming/...)? Vincere! 2. Nel bene o nel male, qual è l'ultima canzone che hai ascolato (radio/cd/stereo/dalla tv,...)? Money, Pink Floyd 3. Nel bene o nel male, qual è l'ultimo fumetto che hai letto (tuo o prestato o tramite scan)? There's a treasure Everywhere, Calvin & Hobbes 4. Nel

love letters

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Buongiorno, primavera! Oggi dovrò rispondere ad un gentilissimo invito di Sailor Fede, ma prima vorrei farvi partecipi di una meravigliosa lettera d'amore. Sul Blog "Vorrei essere un personaggio austeniano" qualche giorno or sono si parlava di un'iniziativa assai romantica, il lasciare una missiva sentimentale dentro un libro da bookcrossing. Mi sembra carino condividere con tutti voi la lettera che ho scelto per l'occasione. Ne è autrice la mitica zia Jane: mi scuserete, ma ritengo le mie personali eccessivamente personali e, piuttosto che scriverne io una posticcia -non mi vengono bene, temo che risulterebbe fasulla-, prendo a prestito uno stralcio di Persuasion: magari vi verrà voglia di (ri)prenderlo in mano. I can listen no longer in silence. I must speak to you by such means as are within my reach. You pierce my soul. I'm half agony, half hope. Tell me not that I am too late, that such precious feelings are gone forever. I offer myself to you

Vincere!

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Claustrofobico dramma di Ida Dalser, amante di Benito Mussolini e sua prima moglie, con cui il duce concepì un figlio. Divenuta scomoda, venne interdetta e internata in un manicomio e separata dal figlio. La trama sembra semplice, ma la storia non lo è mai e questa feroce ricostruzione ci mostra un Potere senz'anima che sembra adoperarsi per soffocare la verità, la natura e l'amore. Bellocchio è impietoso nel disegnare un Mussolini al limite della follia, che si espone nudo sui balconi di casa durante le notti in cui sogna di imprimere agli eventi il suo corso personale, come e più di Napoleone. Giovanna Mezzogiorno è ottima primattrice che rende bene le contraddizioni di Ida: comprensibile nell'amore verso il figlio e nella passione cieca per un uomo, non si capisce bene cosa l'abbia spinta a porsi in tale condizione di fragilità di fronte ad un uomo patentemente pericoloso e instabile come Benito. E di fronte agli eventi, perché questo ostinato accanimento nel grid

Magnifica Presenza

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Pietro (E. Germano) si trasferisce nella capitale e trova la casa infestata da una serie di presenze. Magnifiche, alcune, e inquietanti, tutte. Solo lui vede i sette componenti (più un bambino) della Compagnia Teatrale Apollonio che sono insediati nell'appartamento dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e non riescono ad uscire, intrappolati da ciò che ancora non sanno sulla loro fine e sull'ultima attrice del gruppo, Livia Morosini (A.Proclemer). Film che riesce a sposare felicemente due topoi del regista turco, il dialogo tra passato e presente ( La finestra di fronte ) e la visione corale della realtà ( Saturno Contro su tutti), si regge anche grazie ai consueti hommages al cinema e teatro contemporaneo, da Provaci ancora Sam a Tutto su mia madre (il personaggio della prostituta travestita che cita Blanche Dubois). La differenza rispetto ad altri film "di gruppo" è che in questo caso tutto è introiettato, con i membri della compagnia che forse sono real

Le fate ignoranti

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Antonia (M. Buy) rimane immprovvisamente vedova dell'amatissimo marito che le nascondeva più di un segreto. Un amante, per esempio, e senza apostrofo. Sotto le specie di Michele (S. Accorsi), aitante ortofrutticolo con la passione per Magritte e Nazim Hikmet, pronto a precipitare Antonia in un mondo colorato e decisamente alternativo, espanso in un quartiere che sembra uscito da un romanzo di Pennac. Vincitore di numerosi nastri d'argento, ciack d'oro, david di donatello nonché riconosciuto come film d'interesse culturale nazionale, questo è il primo Ozpetek ad aver raggiunto grande e duratura fama. Mescolando una tribù umana degna di Almodovar, una palette cromatica alla Soldini e una trama un po' Kieslowsky (Blu), si arriva ad uno dei miei film preferiti, sicuramente quello da me più amato nella filmografia del regista: delicato, divertente, interessante e commovente. I due protagonisti sono smaglianti e credibili nel dolore per la perdita di un amore, che si

Un gelido inverno

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Ree Dolly è uno dei personaggi più disgraziati della storia del cinema: vive poverissimamente in una fattoria sperduta nel Missouri, deve tirare su due fratelli piccoli mentre la madre vegeta in una depressione gravissima e il padre spacciatore s'è involato grazie alla libertà su cauzione e -ovviamente-sta per perdere il podere in cui vive proprio perché ipotecato nella cauzione di cui sopra. Insomma, peggio di così non si può. Giunta all'infelice conclusione che lo sgangherato genitore debba essere morto, piuttosto che scappato lasciandoli senza un tetto, comincia un improbo sentiero alla ricerca di un corpo che non si trova e di produttori/consumatori "casalinghi" di metanfetamine, che spesso si rivelano anche suoi parenti. Alla fine scopre un traffico delle cui dimensioni non aveva idea... e ritrova le ossa del padre. O meglio, una parte. Film duro e impietoso, lascia tuttavia una speranza nel futuro grazie alla protagonista coraggiosa e fortissima, quasi in

Beautiful Chaos

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Terzo episodio del Caster Chronicle, fa un netto passo in avanti rispetto al suo predecessore. Dopo che la nostra emo-Caster Lena si è auto-reclamata sia nel gruppo dei buoni che in quello dei cattivi, l'Ordine del mondo si è frantumato, e tutti aspettano solo di essere travolti dalla ruota del Fato. Ethan cerca le soluzioni più disparate, ma alla fine dovrà accettarne una disperata. Come dice la quarta di copertina: " stavolta niente happy ending". Oltre a questa ottima piega della trama, bisogna considerare il buon lavoro di scrittura delle autrici e l'interessante svolta iperdark e un po' horror della sceneggiatura. Vero è che gli spunti "presi a prestito" da altre saghe si sprecano (Harry Potter prima di tutti), ma il risultato globale è molto apprezzabile, e intrattiene con mestiere.

A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar

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Tre Drag Queen attraversano gli States a bordo di una Cadillac di molto stile e poca sostanza. L'alternativa sarebbe stata una Toyota Corolla, ma non sembrava praticabile... e dunque finiscono spiaggiate in un pesino del Midwest, a cambiare la visione degli uomini locali sulle questioni di rispetto, parità dei sessi, classe ed eleganza. Potrebbe sembrare uno strazio, ma la commedia si fa vedere con piacere. Nonostante parecchi cliché, la recitazione degli attori protagonisti è piacevole (soprattutto P. Swayze) e i cammei sono simpatici e abbastanza prestigiosi (R. Williams su tutti). Il limite più evidente è il buonismo di cui il film è intriso: nulla di male può mai accadere ai nostri, né a nessun altro comprimario. Infine, alatro handicap grave è il titolo, assolutamente restio a fissarsi nella memoria: è la dedica presente sulla fotografia che la protagonista ruba in un bar e che ritrae Julie Newmar, l'icona Drag.

Harry Potter e i doni della morte - Parte Seconda

A quasi due anni dalla sua uscita, in occasione di un passaggio televisivo, mi sono convinta a vedere l'ottavo e ultimo film della saga, dopo la grande delusione degli ultimi due.  Continua l'azione,  in medias res , riprendendo i personaggi da dove li avevamo lasciati: ci sono ancora metà degli Horcrux da trovare e distruggere e, avendo mutilato il sesto film, bisogna anche capire quali sono e che significato hanno per Voldemort. Inoltre occorre venire a capo del mistero dei Doni della Morte, ma per brevitas il concetto di Padrone della Morte non viene affrontato. In questo modo osserviamo il nostro terzetto magico che allegramente se ne va per la campagna inglese, fino a giungere a Hogwarts, ormai assediata dai Mangiamorte. Segue epico scontro con molti caduti. David Yates ha finalmente finito di banalizzare e svilire una delle mie saghe preferite di tutti i tempi, che è stata ulteriormente privata di senso togliendo ogni spunto legato all'ambivalenza del personaggio

Il giovane Holden

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Holden Caulfield ha sedici anni ed è appena stato espulso dall'ennesimo liceo, questa volta per aver smarrito decine di fioretti della squadra di scherma, nonché per aver fallito quattro esami su cinque. Pieno di livore verso un mondo adulto in cui non vede aspetti positivi, si affanna a fuggire, per la durata di un week-end, da tutto ciò che è "fasullo" ( phony , ovvero pretenzioso, ipocrita, finto).  Tutto è coperto della miseria del dopoguerra (siamo nel 1947 circa), una miseria più che altro morale visto che Holden è il secondo figlio di una famiglia facoltosa, e cominciano a manifestarsi le crepe delle strutture di inizio Novecento: le scuole esclusive che non entrano in contatto con gli allievi, i college maschili che non impediscono impudicizie -anzi favoriscono devianze, la famiglia rigidamente strutturata che non cura la vita emotiva dei figli. Al di là della critica sociale relativa agli anni della scrittura, il primo Young Adult di tutti i tempi ci parla