Il giovane Holden

Holden Caulfield ha sedici anni ed è appena stato espulso dall'ennesimo liceo, questa volta per aver smarrito decine di fioretti della squadra di scherma, nonché per aver fallito quattro esami su cinque. Pieno di livore verso un mondo adulto in cui non vede aspetti positivi, si affanna a fuggire, per la durata di un week-end, da tutto ciò che è "fasullo" (phony, ovvero pretenzioso, ipocrita, finto). 
Tutto è coperto della miseria del dopoguerra (siamo nel 1947 circa), una miseria più che altro morale visto che Holden è il secondo figlio di una famiglia facoltosa, e cominciano a manifestarsi le crepe delle strutture di inizio Novecento: le scuole esclusive che non entrano in contatto con gli allievi, i college maschili che non impediscono impudicizie -anzi favoriscono devianze, la famiglia rigidamente strutturata che non cura la vita emotiva dei figli.
Al di là della critica sociale relativa agli anni della scrittura, il primo Young Adult di tutti i tempi ci parla dell'adolescenza con un acume sorprendente e grande malinconia. Se fosse un film, sarebbe Il Giardino delle Vergini Suicide. Holden è alienato, si sente inadeguato, non sa gestire le sue risorse e gli sembra che nessuno lo accolga -tutti ce l'hanno con lui. Se permettete una parolaccia, che però ben si adatta al testo, è incazzato, come solo un adolescente può esserlo, e Salinger riesce a dipingere questo stato d'animo persistente con una bravura che sorpassa la stagionatura del tempo e le barriere socio-culturali.
La barriera più ostica è invece la lingua. Ho letto il romanzo in italiano, ma non è stata un'idea geniale; sebbene molto ben tradotto (da noi è un'edizione Einaudi, molto curata), non rende i giochi di parole, i doppi sensi e soprattutto l'immediatezza dello slang giovanile americano. Una traduzione che voleva essere "giovane" sembra più che altro giovanilistica, con un protagonista che dice "diamine" dove penso ci fosse un "what the h..ll" e "maledetto" per "bl..y", con il risultato che si passa metà del tempo a cercare di ricostruire la vera frase dell'autore. Già il titolo, The catcher in the rye, ha necessitato una nota esplicativa di mezza pagina.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le conseguenze dell'amore

Blade Runner 2049

La finestra di Orfeo - Orpheus no mado