Little big soldier
Di D.Sheng con J:Chan, L.Wang. Hong Kong, 2010
Dopo quasi vent'anni, Jackie Chan è riuscito a produrre il film che sognava, di cui ha scritto la sceneggiatura e di cui è fiero protagonista. Il risultato è un film piuttosto brillante, divertente e pieno di azione ma anche di momenti teneri, grazie a questo soldato semplice e sempliciotto ma di buon cuore che si fa accompagnare da un uccellino degno di Del Piero, lascia libere le sue prede perché ci fa amicizia e in fondo coltiva un patriottismo commovente, frenato solo dal suo profondo desiderio di pace.
Un soldato ormai attempato si ritrova unico superstite di un'ennesima battaglia nella Cina arcaica del periodo della guerra tra stati. In realtà è "quasi unico": è sopravvissuto anche un generale nemico, in realtà principe ereditario. Fattolo prigioniero, cerca di tornare al suo villaggio, per ricevere cinque acri di terra e soprattutto l'esonero dal servizio militare, ma in tanti cercano il principe ereditario, a partire dal fratello che lo vuole morto per salire sul trono.

Sino alla conclusione, è quasi un buddy movie travestito da polpettone storico, ma gli ultimi tre minuti ci riportano alla realtà della guerra: violenta, insensata e sempre senza un vincitore. In controluce, c'è anche una riflessione politica sulla necessità di unificazione, benché non accesa come in Hero di Zhang Yimou: alla fine la poetica cinese è sempre di sottomettersi al potere che, per quanto duro, garantisca il regno più efficace. Come filosofia può essere affascinante, ma preferisco contemplarla da lontano.
Questo Jackie Chan mi è piaciuto molto! L'ho trovato a dir poco adorabile. Oltre che come artista marziale è a dir poco favoloso, quando non ha a che fare con Hollywood e non rimane invischiato in trame tamarro-ridicole e dal retrogusto stereotipato e vagamente razzista, è uno ottimo interprete :D
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