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Visualizzazione dei post da gennaio, 2010

Gran torino

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Clint Eastwood non delude praticamente mai, e questo è vero anche per uno dei suoi ultimi film, Gran Torino. Come si potrebbe considerare? Un apologo antirazzista, uno spaccato di America provinciale in cui la gioventù è ingoiata dalle gang e portare con sé armi da fuoco non è strano, la resa dei conti conclusiva di un uomo che conosce la vita e la morte... ma tra le due forse meglio la seconda. Walt Kowalski è un vecchio incattivito dalla guerra e dagli anni, che si affeziona suo malgrado alla generazione giovane dei suoi vicini Hmong e al suo giovane parroco, pervicace e intelligente. Quando cerca di proteggere dalla violenza delle bande di strada i due ragazzi della porta a fianco, gli orrori della battaglia ritornano a turbare i suoi giorni. Ritrovare la pace è un passo a volte difficile da compiere, ma il finale drammatico ci restituisce speranza, per una volta, invece di privarcene. Molto ben fatto.

Nina, Nina Ricci

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Allegro e divertente, è un profumo che porta con sé un sorriso. Nato per essere un racconto di favola nel panorama olfattivo, è un fruttato dolce con un po' di limone, tanta mela e una sfumatura di vaniglia. Molto fresco, riesce ad essere comunque abbastanza persistente. Si adatta a ragazze di ogni età dal carattere vivace, categoria in cui decisamente mi riconosco. Non si lega con i musi lunghi!

il giunco mormorante

Sottilissimo libretto di un'autrice russa sconosciuta ai più, Nina Berberova, è un'agile dissertazione su quella parte della vita di tutti che è libertà e mistero, che vive totalmente al di fuori delle convenzioni e si coltiva a volte soli, a volte in compagnia, senza mai essere ceduta ad un controllo esterno. Si tratta di quella porzione di tempo che non appartiene a nessuno, in cui davvero ci si guarda in uno specchio senza veli e ci si conosce fino in fondo. Per difenderne la libertà siamo a volte costretti a pagare il prezzo altissimo di separarci da ciò che abbiamo di caro, ma che non ha la forza di vivere con coerenza questa no man's land . Grazie Flora, che me lo hai fatto conoscere; in un giorno in cui, febbricitante, mi riparo dal freddo con un piumino, un nuovo libro e una tazza di tè, le poche pagine di questo breve romanzo scintillano di una sottile, amara malinconia.

avatar - Ideal

Sala 1 del cinema, per oltre 700 posti; bella stanza con una grande pendenza, strutturata come un anfiteatro. Schermo grande, acustica avvolgente. Le poltrone sono moderatamente confortevoli, ma non molto morbide. Avete a disposizione poggiabicchieri e poggiaborse, ma i più bassi non toccheranno terra con i piedi. Pulizia nei limiti del ragionevole; in caso di film superaffollati come questo peggiora sensibilmente progredendo verso sera. Il film è bellissimo. Merita tutti i -molti- superlativi con cui di solito se ne parla. La trama è semplice ma solida: i terrestri vogliono invadere un altro pianeta, interessati ad un metallo prezioso, e cercano di conquistarsi la fiducia degli indigeni infiltrando tra loro dei corpi simili a quelli autoctoni, ma guidati dalla mente di alcuni umani. Uno di questi è il nostro protagonista, ex-marine paraplegico, che da spia diventa presto difensore del popolo e della filosofia ecologista del mondo di Pandora. L'aspetto caratterizzante del film però

il quinto elemento

Famoso film di Luc Besson che si avvalse qui di due collaboratori di eccezione quali Moebius e Jean Paul Gaultier. Il mondo è minacciato dal Male Supremo, ma gli alieni buoni (entità angeliche?), sostenuti in terra da un ordine monastico, mandano il Quinto Elemento in soccorso dell'Umanità. Tale essere perfetto potrà incanalare la forza dei quattro elementi terrestri e dar loro la forza di trionfare. A dare una mano a cotanta perfezione, interpretata da Milla Jovovich, un simpatico e romantico Bruce Willis, ex militare ora in procinto di perdere il suo nuovo impiego di tassista. La trama è graziosa e ben costruita, ma il punto di forza è senz'altro l'impatto visivo, meraviglioso, pieno di invenzione colorata, le cui origini blasonate trapelano dai dettagli: spettacolari gli abiti anche delle comparse (all'Opera, per esempio), e ormai storico il mini-abito a strips sovrapposte con cui il Quinto Elemento prende forma umana; riconoscibili tra mille le forme arrotondate deg

Come d'Incanto

La trama è sempre la stessa: la principessa buona si trova in difficoltà, trova un principe che la salva, si innamorano e vivono per sempre felici e contenti. Ci sono però alcuni spunti originali: in questo caso punterei l'obiettivo non tanto sull'idea, pur carina, del mondo fantastico a cartoni che trapassa per magia in quello reale attraverso le fogne di New York, ma sull'intuizione interessante che carica il ruolo del Charming prince sulle spalle di un avvocato divorzista, divorziato con bambina al seguito. Finale un po' scontato con qualche scena ridondante sui tetti, ma il tutto è alleggerito da un saggio uso dello humour. Carinissimo anche il personaggio aiutante dello scoiattolo, che scopre con rammarico come nel mondo reale non riesca a comunicare efficacemente con gli umani. Morale: il principe azzurro esiste, e bisogna infondere un po' di magia nella vita quotidiana per salvarla dallo sconforto... però premuratevi di verificare che il ragazzo condivida -al

24 Faubourg, Hermes

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Ylang-Ylang e fiori di tiaré... non sapevo neppure cosa fossero prima che mi regalassero questo profumo. Poi, il giorno della laurea, l'ho aperto e ho scoperto la fragranza in cui più mi sento rappresentata. E' avvolgente, generosa, plurisfaccettata, con un coté maschile nascosto che si sente dopo un po'... Molto persistente, perfetto per chi come me "mangia" I profumi che usa. Io lo preferisco in estate, quando il calore lo fonde ancora più efficacemente all'odore naturale della pelle. Da provare, per tutti quelli che pensano che alcuni profumi vadano bene "solo alle signore di una certa età".

Maurice

Grazioso libro d'inizio del secolo scorso, tratta dell'amore omosessuale in un ambiente di cui si parlava poco, le scuole maschili dell'epoca (argomento poi ripreso con acume nel film Another Country ). Maurice vive la sua diversità con superficialità fino all'incontro con un compagno di corso, Clive, ma dopo un iniziale idillio questi si sposa, lasciando l'amico nell'isolamento e nel disorientamento. Curiosamente anche in questo libro, come nel precedente da me recensito, il finale è molto diverso da come me lo aspettavo. Racconto intimo e pieno di piccole speranze, rivela note autobiografiche nella sua delicatezza. E, come ne L'amante di Lady Chatterly , c'è un interessante guardiacaccia a fare da catalizzatore delle più cruciali scelte del protagonista...

Ideal - La principessa e il ranocchio

Sala quattro, di forma "a budello", con schermo non all'altezza delle altre presenti in questo centralissimo multisala. Molto sporca, inoltre... la proiezione di film per infanzia non dovrebbe produrre questi effetti antiigienici. Le grandi speranze del film si sono sbriciolate su una trama banale, vecchia di secoli e poco arguta. Il padre della protagonista è la trasposizione a fumetti di Obama, la cui politica del Yes, we can è sbandierata senza sosta per oltre un'ora e mezza, senza soluzione di continuità e frammista al continuo incitamento a lavorare di più. Non che il messaggio sia fuori luogo, anzi io lo sostengo con tutte le mie forze, ma la piccola propaganda non ha mai costruito grandi opere d'arte. Sono molto delusa anche dal disegno, sciatto e pieno di topoi grafici ormai abusati. Da salvare: la lucciola innamorata della stella Evangéline -unica vera nota di poesia della pellicola- e una colonna sonora non brillante ma almeno passabile.

l'amante di lady Chatterley

Per tanti versi, un libro sorprendente. Mi attendevo poco più di un romanzo d'appendice, mentre ho scoperto un'interessante contrapposizione tra Macchina e Natura, declinata nelle molte sfumature della vita quotidiana. Pensavo che la fama di libro erotico fosse guadagnata da qualche scena pudicamente osé, e sono rimasta stupefatta davanti a descrizioni che anche nel 2010 non esiterei a definire scabrose... non mi meraviglio che nel 1928 si sia gridato allo scandalo! Constance, una ragazza che ha ricevuto un'educazione liberale è sposata con un uomo invalido, baronetto di una contea industrializzata, dipendente dal lavoro minerario. Straziata dalla noia e dalle pesanti polveri delle cave di carbone, scopre una scintilla di vera umanità e fierezza nel suo guardiacaccia, un ex soldato dall'animo molto più raffinato di quel che il suo status sociale lascerebbe supporre. Credevo che il finale sarebbe stato più convenzionale, l'esito naturale cui sembrano destinate tutte

la vie en rose

Vita e sfortune della grande Edith Piaf, cresciuta tra le case di tolleranza e le strade malfamate di mezza Francia. Tutta la mia ammirazione a Marion Cotillard, caratterista di sorprendente intuito scenico, che non solo si è imbruttita e invecchiata per calarsi al meglio nel ruolo, ma è riuscita a far rivivere lo sguardo in tralice, da animale selvatico braccato, del genio malato di mente, a rendere reale la postura ingobbita, quasi camptocormica, l'andatura a piccoli passi artritici, i tremori a battito d'ala dell'artista che ha tanto bevuto e ha troppo abusato di sé. Dietro a questa gigantesca figura di protagonista ogni altro personaggio di questo film struggente e commovente diventa una comparsa. Tutto è oscurato dalla voce memorabile, inimitabile che cantava la vie en rose . Unica pecca, qualche imperfezione nella sovrapposizione tra la voce della vera Piaf e l'esibizione dell'attrice nelle scene cantate. Ma davvero, è una minuzia.