Gran torino


Clint Eastwood non delude praticamente mai, e questo è vero anche per uno dei suoi ultimi film, Gran Torino. Come si potrebbe considerare? Un apologo antirazzista, uno spaccato di America provinciale in cui la gioventù è ingoiata dalle gang e portare con sé armi da fuoco non è strano, la resa dei conti conclusiva di un uomo che conosce la vita e la morte... ma tra le due forse meglio la seconda. Walt Kowalski è un vecchio incattivito dalla guerra e dagli anni, che si affeziona suo malgrado alla generazione giovane dei suoi vicini Hmong e al suo giovane parroco, pervicace e intelligente. Quando cerca di proteggere dalla violenza delle bande di strada i due ragazzi della porta a fianco, gli orrori della battaglia ritornano a turbare i suoi giorni. Ritrovare la pace è un passo a volte difficile da compiere, ma il finale drammatico ci restituisce speranza, per una volta, invece di privarcene. Molto ben fatto.

Commenti

  1. Cinico e esilarante nel primo tempo, capace di capovolge gli stereotipi della nostra epoca e dal finale davvero inaspettato, un vero lieto fine. So già che i veri cultori nell'"e vissero felici e contenti" tra passerotti, cuoricini e melassa storceranno il naso, ma...

    sul tema della difficile intergrazione, un bellisimo e ironico film è East is east, regia di Damien O'Donnell, 1999. Molto british humour

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

The short second life of Bree Tanner

Blade Runner 2049

L'immortale