giorno XXVI: Il videogioco che ti riporta alla tua infanzia

Diciamo infanzia estesa... il primo vero videogioco che ricordo si chiamava Lemmings, e mi piaceva tantissimo. 

Questi esserini rosa avevano manie suicide e bisognava impedir loro di gettarsi in massa nelle fredde acque atlantiche, o di precipitarsi da qualche burrone. 
La grafica oggi sembra al limite dell'archeologico, ma io la trovavo all'epoca particolrmente accattivante. Inoltre non era semplicissimo comprendere, di volta in volta, quali strumenti utilizzare per impedire la mattanza e passare al livello successivo!

Mio marito or ora mi ha rivelato (gioia e gaudio) che il giochino era assai famoso e probabilmente ancora disponibile in rete, forse anche per utilizzo su smartphone: appena avrò mezz'ora consecutiva da dedicare a futili e rilassantissimi progetti proverò con lui a scaricarla. Non vedo l'ora.


L'unico altro gioco che davvero mi appassionò per un certo periodo arrivò molto dopo (verso i tredici anni), ed ancora si giocava esclusivamente con i tasti della tastiera, senza joystick né consolles varie; era una corsa di Rally in cui si poteva scegliere tra alcuni dei più famosi circuiti mondiali. Si sceglieva anche l'automobile ovviamente, ma io, completamente digiuna di motori, selezionavo la vettura sempre e solo su basi puramente estetiche (arduo compito, ché le macchine da Rally non sono molto eleganti).   

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