Lo Squalo (Jaws)
Di S.Spielberg, con
R.Dreyfuss, R.Shaw, R.Scheider 1982
Sulle coste non troppo assolate
di Amity la stagione turistica è piuttosto ridotta. Proprio quando sta per
aprirsi l’alta stagione una ragazza viene barbaramente uccisa da uno squalo, ma
l’amministrazione locale preferisce non seminare il panico e tenere per sé il
risultato dell’autopsia. Unico in disaccordo è lo sceriffo locale, Brody,
trasferitosi da poco e verosimilmente con un passato tutto da raccontare. Su
sua richiesta arriva l’oceanologo Matt Hooper e quando i morti cominciano ad aumentare
di numero i due partono a caccia capitanati dal vecchio lupo di mare Quint,
forse il solo che sia in grado di arpionare il pesce assassino.
Primo film di Spielberg, di
costo relativamente basso (oggi diremmo irrisorio) e impatto enorme: a distanza
di tanti anni continua a mostrarsi un capolavoro. A parte la regia già
magistrale, capace di costruire scene suggestive col riflesso di un occhiale e
il riverbero di un tramonto, i due pilastri portanti del successo sono a mio
parere due: la colonna sonora e lo squalo. In questo si nota come il primo vero
blockbuster estivo della storia del cinema sia essenzialmente minimalista. Il commento
musicale fondato su due sole note ripetute in modo incalzante (Williams è un
genio) trasmette insieme la paura della Natura e l’ossessione dell’Uomo che non
si arrende alla sua matrigna. Lo squalo, dal canto suo, è il vero protagonista
del film e proprio nella sua scarsa presenza sta l’intuizione vincente della
sceneggiatura. I tre comprimari umani non gli rubano la scena, nonostante siano
costantemente sotto l’occhio dello spettatore. La trovata di mostrare solo la
pinna nella maggior parte delle scene topiche risolse perlopiù il problema
tecnico degli effetti speciali, all’epoca ancora rudimentali, e limita
l’invecchiamento precoce di questo aspetto: visti oggi, la maggior parte dei
film dell’epoca sembrano assurdamente poveri e ingenui mentre questo tutto
sommato si salva con decoro.
Posto che il protagonista
indiscusso è il bestione con le mascelle (Jaws), i tre umani sono degni di
qualche considerazione. Lo sceriffo è forse l’unico del lotto ad avere un
qualche interesse altruistico nella caccia: è la tipica brava persona di ceto
medio che non si caccia volentieri nei guai –e odia pure l’acqua- ma fa quello
che deve per adempiere ai suoi compiti: per il resto è volutamente oscurato,
come a voler significare che è solo un piccolo umano, e nella sua modestia non
spiega perché sia finito nel villaggetto o come si sia procurato la ferita sull’addome.
L’oceanografo ricopre un ruolo ricorrente nei film di SS, ovvero lo scienziato
che spiega al popolo cosa sta capitando: della gente che muore gli importa
molto relativamente, è spinto dal desiderio di conoscenza e si salva nel fatto
che questa aspirazione non è sporcata da fini poco limpidi. In un certo senso è
il più “antiumano” della compagnia, e naturalmente quello che mi sta più
simpatico, forse anche perché mi piace l’attore che lo interpreta, visto
pochissimo al cinema dopo questo exploit. Il terzo è senza dubbio il
personaggio più tragico, con il rapporto più viscerale con lo Squalo:
certamente a lui della popolazione non interessa un fico secco, e la sua
apparente avidità nasconde invece la rivalità diretta e intensa con il vero
protagonista.
La vicenda ha un respiro
prepotentemente letterario e se c’è qualcosa del Vecchio di Hemingway nel
filosofico sceriffo, Acab è la prima figura che viene alla mente con Quint:
arrabbiato, mutilato, folle e condannato dalla sua stessa ossessione per il mostro
bianco, balena o squalo che sia. Considerato il suo essere un esordio, lo
definirei notevolissimo.
Di solito si considera come suo primo lungometraggio Duel che è del'71, anche se tecnicamente è un film per la TV. Ancora più minimalista de Lo squalo, un automobilista si trova coinvolto in una lotta mortale con un camionista che non vedremo mai in faccia (gli vediamo solo gli stivali, se mi ricordo bene). Sceneggiatura di Richard Matheson, niente meno.
RispondiEliminaUn capolavoro senza tempo e uno dei pochi horror a non risentire affatto del peso del tempo visto che fa paura oggi come allora!
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