Il blu è un colore caldo

di J.Maroh, 2010

La storia parte dalla fine: Emma, donna bionda e ancora piacente, legge i diari del suo amore per tanti anni, Clem, che ha appena seppellito. Ripercorre così tutta l'adolescenza e la giovinezza della compagna, da quando aveva cominciato a sentirsi a disagio nella sua stessa pelle, l'amicizia con Valentin, la scuola, fino all'incontro con Emma e i suoi capelli (allora di un intenso blu), la scoperta con lei della sessualità, l'amore, la colpa, la sconfitta, l'accettazione.


Nel 2013, con l'uscita del film La vie d'Adèle, il fumetto ha avuto una distribuzione massiccia. In realtà non ho visto la pellicola (mi è rimasto il sospetto che sia un film pornografico travestito da esistenziale o viceversa), ma ho letto volentieri il fumetto.
La tematica omosessuale è certo predominante, ma non oppressiva, e le molte scene erotiche non sono mai volgari. Il principale problema affrontato è la difficoltà di Clem ad accettare le sue inclinazioni e a difenderle al cospetto di amici e parenti, ma ci sono anche alcune altre sfumature interessanti, come i cliché cui l'omosessuale è "sottoposto" nella nostra società (la ragazza lesbica che gioca a calcio balilla coi suoi amici maschi) e, soprattutto, i due modi contrapposti di Clem ed Emma di vivere il loro amore. Se per quest'ultima esso è una bandiera con un valore sociale e politico, per Clem invece è l'aspetto più intimo della sua vita privata.
Se la sceneggiatura è assai intelligente, ciò che ho apprezzato di più è però il disegno, che mi ha ricordato in un certo senso lo stile di Tardi. Furba anche l'idea di proporre il lungo flashback in bianco e nero (il fumetto in bianco e nero ma acquarellato come fosse a colori, quindi con tratto morbido e tante sfumature di grigio è anch'esso cosa che ho già visto in Tardi, che è però migliore, sia detto). Emozionante.

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