Storia di una capinera

Film del 1993, di F. Zeffirelli, con A. Bettis, V. Redgrave

Tratto dal romanzo di Verga, narra la storia della giovanissima Maria che è destinata al convento dalla matrigna che protegge gli interessi dei suoi due pargoli. Peccato che, in fuga dal colera, la giovine sì bella e pura fa in tempo a conoscere Nino, aspirante avvocato, e in lui l'amore, che servirà solo a tormentarla e condurla sull'orlo della follia. Del resto nel suo convento c'è la "cella dei matti", riservata alla suora di turno che perde la ragione e che -si narra- da quando il convento è stato costruito non è mai vuota.

La gestione della trama è assai tradizionale, ma ciò che rende bello il film (pur non amatissimo dalla critica) è soprattutto la fotografia molto verde e un po' floue che ritaglia scene bucoliche simili a quadri di paesaggisti ottocenteschi. Tutto viene nobilitato e reso più elegante dalle luci fredde, dalla suora matta (V. Redgrave) alla protagonista, tutt'altro che bella, al bel Nino.
Ho apprezzato un po' meno il finale, non fedele all'originale e meno lacerato. Un po' troppo blando, insomma, e si sposa male con la rappresentazione dello schiacciante senso di colpa e di estraneità che si dovrebbe respirare nella storia.

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