Maledetto il giorno che t'ho incontrato

Film del 1992, di C. Verdone. Con C. Verdone, M. Buy.

Bernardo finisce in analisi dopo essere stato lasciato dalla compagna, e conosce un'altra paziente, Camilla, che ha confuso il transfert per innamoramento verso lo psicanalista. Diventano amici, incoraggiandosi a superare le fobie di cui sono costantemente preda, e cercano di affermarsi sul piano professionale: lui sta scrivendo una biografia di Jimi Hendrix, lei è attrice teatrale. Un paio di grossi litigi non riusciranno a far affondare questa nuova coppia sul nascere!

Credo che questo sia in assoluto il film meglio riuscito di Verdone, che qui interpreta un personaggio sui generis ma non eccessivamente macchiettistico. Uno come Bernardo l'abbiamo conosciuto tutti, e in qualche misura ci possiamo riconoscere in parecchie delle sue manie. Questo è l'Harry ti presento Sally della commedia italiana, una love story niente affatto sdolcinata con due protagonisti votati al battibecco che riescono a tirare fuori qualche scambio memorabile. Oltretutto la Buy ricordava un po' Meg Ryan (anche se io trovo che la nostra Margherita sia meglio, anche da un punto di vista recitativo).

Inoltre c'è la terza grande protagonista della storia, il complesso analisi/psicoterapia/farmacoterapia stupendamente messo alla berlina dalla sceneggiatura. 
Gli anni Ottanta-Novanta sono stati l'esplosione dell'"analisi per tutti" e anche della "benzodiazepina per tutti", oltre al fatto che per la prima volta si cominciavano ad utilizzare antidepressivi di nuova generazione senza incorrere nello stigma sociale di "matto da rinchiudere". Infatti con gran gioia i protagonisti si dedicano allo scambio di ricette, gocce, pasticche e consigli, ma non riescono ancora ad elidere una sorta di vergogna e di pudore per i loro abusi più o meno saltuari, e trovano conforto nella complicità che si dimostrano l'un l'altro. 
Per vedere una rappresentazione altrettanto divertente della psicanalisi, poi, bisogna scomodare W. Allen -e direi che di qua e di là dell'oceano i benefici percepiti di questi annosi processi autoconoscitivi sono abbastanza simili...
Verdone dieci anni dopo riprenderà il tema con Ma che colpa abbiamo noi in cui però tutto è più degradato: il rapporto con l'analista è inesistente, la comprensione e il sodalizio tra gli analizzati è più superficiale, la disillusione
regna sovrana.

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