Le idi di Marzo

Il film di ambientazione politica, in particolare in zona campagna elettorale, non è nuovo nella filmografia americana e questo non presenta sorprese particolari. Resta tuttavia un bel racconto dall'impianto solido che attraversa le fasi dell'innamoramento e del disincanto in un giovane addetto stampa di un candidato statunitense. 
Durante il grande circo delle primarie avrà modo di giurare fedeltà al suo vassallo, prendersi una cotta passeggera, essere "concupito" lavorativamente parlando dalla concorrenza, scoprire i pastrocchi del suo campione, riguadagnarsi il suo posto -e quello più prestigioso- con le stesse armi che gli stavano tagliando le gambe. Il sogno americano, nel suo aspetto più deteriore, insomma.
Il maggior punto di forza della pièce è il cast stellare, da Ryan Gosling che si rivela qui molto molto carino, decisamente più interessante che nello stropicciato Drive, al divissimo George Clooney, che sta invecchiando decisamente bene sia da un punto di vista attoriale che di charme, passando per Philip S. Hoffman e Paul Giamatti, senza dimenticare la graziosissima Evan R. Wood che, quieta quieta, sta collezionando una serie di parti magari non esplosive ma in produzioni e con registi di tutto rispetto.
Nonostante questo, il film ha ricevuto una caterva di nomination ovunque ma non ha praticamente mai vinto: sarà forse perché la parabola di ordinaria perdita di innocenza ormai non ci travolge più, e anzi ambiremmo tutti a riguadagnarla?

Commenti

  1. gran bel film
    memorabile il finale: primo piano di Ryan Gosling (si prepara all'intervista) mentre da lontano si sente la voce di G. Clooney che tromboneggia di ETICA e di DIGNITA'; l'espressione di Ryan diventa sempre più amara...

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