Sabato, domenica e lunedì


È sabato e Donna Rosa è già lì che prepara la sua specialità a beneficio di tutta la famiglia: il leggendario ragù alla napoletana per cui è famosa in tutta la città. L’unico apparentemente non interessato alla faccenda è suo marito Peppino che ostenta indifferenza per la cucina, per il giorno di festa, per la gestione del proprio negozio di vestiti e per l’apertura della bottega del figlio minore. Da qualche tempo i suoi rapporti si sono molto raffreddati anche nei confronti del vicino, il ragioniere Luigi Ianniello, così amabile e aperto. Donna Rosa dal canto suo non tollera le mattane del marito e lo ripaga con superbo disinteresse e ira malcelata, fino a che i rancori tra i due coniugi non esplodono, come sempre nel momento e nella circostanza meno opportuni, durante il pranzo della domenica, davanti ai figli, la nuora, la sorella di lui, il padre di lei, la coppia di vicini. E allora che si fa, con una coppia di cinquantenni che dopo aver concepito tre figli non è riuscita a raggiungere quell’intimità necessaria a raccontarsi cosa c’è davvero che non va? Si impara a parlare, meglio tardi che mai.
Mi piace tanto questa commedia di De Filippo perché è una delle poche ancora piene di speranza, in cui non si nega la possibilità di migliorare anche a due persone ormai non più nel fiore degli anni. Li protegge il fatto di amarsi, di essersi amati tanto, anche se non se lo sono mai saputi dire.
Menzione speciale all’odiosa e adorabile zia Memè (una versione napoletana di zia Mame?), vedova arrabbiata e onesta, innamorata di un uomo diverso da suo marito, che decise di affrontare lo scandalo piuttosto che di vivere da ipocrita.
Massimo Ranieri ha diretto e interpretato per la RAI un’ottima versione della pièce, che mantiene sempre dei livelli di professionalità e recitazione all’altezza dell’opera. La mia prima visione è stata invece nell’allora neo-restaurato Teatro Carignano di Torino, un piccolo bijou barocco di carminio e oro, che più sabaudo di così si muore; vi recitava la compagnia gestita dal figlio di De Filippo, che tiene alto il nome del papà in tutta la penisola e oltre.

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