Manifesto -Yves Saint Laurent

L'ultimo nato in casa YSL ha un nome imponente, ma promette più di quanto non mantenga.
Dovrebbe essere il biglietto da visita di una donna decisa, audace, sicura di sé, sensuale e innovatrice. Per contro, ha una partenza molto lenta, con note di testa poco pronunciate e molto volatili, non facilmente identificabili (ribes e bergamotto, più qualche nota verde che al primo impatto ricorda un po' Ô de Lancôme): insomma, proprio tanto audace non saprei. 
Si riprende un po' con il cuore e con il fondo, che emergono con carattere dopo 30-60 minuti, a base di gelsomino e mughetto. E' questa la parte più godibile, sostenuta da una base legnosa e lievemente ambrata, la cui proprietà di maggiore spicco è un'elevata persistenza. 
In sintesi, il profumo non è male, ma non è sconvolgente. Non ha nessun carattere di innovazione, e alla faccia del nome, non parla di una donna dalla femminilità assoluta. E' gradevole, ma tende a dimenticarsi, o a confondersi con precedenti più illustri (a volte sembra un Opium "stemperato" con un po' di gelsomino) o più snelli e duttili (come Elle). Insomma, niente che giustifichi il prezzo esorbitante che solo YSL poteva pensare di pretendere: più di 100 € per il flacone da 80 ml, nonostante la massiccia campagna pubblicitaria con J. Chastain e l'orribile finta ametista che campeggia sull'ombelico della boccetta, mi sembrano spropositati.

Commenti

  1. OPIUM è il profumo preferito di mia moglie DA SEMPRE (forse non l'avrei sposata se così non fosse)
    meglio andare sul classico; chi lascia la via vecchia per la nuova...

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  2. E poi, non è bellissimo che una donna cominci ad identificarsi con un profumo, e lei venga ricordata a livello olfattivo da quel mix meraviglioso che ogni profumo fa su ogni pelle in modo diverso, e diventi per i suoi cari una Madeleine Atemporale?

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