Zodiac

Dopo Milk, un altro film che a suo modo è un documentario, perché parla di fatti realmente accaduti; al contrario del primo, Zodiac ci mostra un approccio gaddiano alla realtà, che rimane fondamentalmente inconoscibile, tanto più quanto maggiore è il nostro sforzo per giungere alla verità.
Dal 1969 ai primi anni Novanta un killer autobattezzatosi Zodiac si aggirò, praticamente indisturbato, per l'area di San Francisco, con gran scorno del corpo di polizia che impegava uomini e mezzi per individuarlo, uccidendo ragazze e tassisti, spaventando coppiette e spedendo ai giornali locali messaggi cifrati. Durante le quasi tre ore di film, più che seguire l'assassino, brancoliamo nel buio insieme al vignettista Robert Graysmith (J.Gyllenhaal, reduce da Donnie Darko), al reporter Avery (R. Downey Jr, a suo agio nella parte dell'alcolista) e ai poliziotti più coinvolti dal caso, lo stropicciato Toschi (M. Ruffalo), l'equilibrato Armstrong (A. Edwards) e il disincantato Mulanax (E. Koteas): tutti finiscono per essere assorbiti dalla vana ricerca, fino a farsi travolgere dalla frustrazione.

E' questo uno dei primi esempi di utilizzo di fotocamera digitale; lo sperimentatore David Fincher ritorna con un serial killer molto lontano dal paradigma di Seven, cosa che ci fa bene intendere anche con la fotografia pulita anni Settanta, le inquadrature precise, le luci giallastre; nonostante queste scelte stilistiche, il film non è affatto privo di pathos.
Il doppio ambiente polizia/giornale ricorda un po' il setting di Tutti gli uomini del Presidente (lo script è stato derivato dal libro che il vero Graysmith scrisse sull'omicida), mentre il riferimento al Callaghan-caso Scorpio non è solo una citazione di genere, poiché quel film fu ispirato proprio dalle malefatte dello Zodiac Killer.
Ogni piccola scena è stata realizzata con massima cura, così come ogni personaggio ha ricevuto tutta l'attenzione possibile (cast eccezionale, dai protagonisti succitati ai cammei di caratteristi più e meno noti). Da vedere, ma in una serata rilassata, seguito dalla lettura de La promessa di Durrenmatt (che, al contrario del film con J. Nicholson, mi è piaciuto moltissimo, nella sua gelida perfezione) e di Quer pasticciaccio di Via Merulana.

Commenti

  1. Non sono riuscito a a rilassarmi, ma terrò comunque conto dei tuoi consigli bibliografici. E i rimandi cinematografici non fanno che aumentare la voglia di rivederlo.

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  2. Jake Gyllenhaal e Robert Downey Jr. in uno stesso film? Mi sembra di essere tornata adolescente, ma non posso fare a meno di dire: wow!

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