Bianca


Un tranquillo (?) professore ha appena intrapreso un nuovo incarico presso la scuola Marilyn Monroe; si trasferisce nel suo nuovo alloggio, il cui bagno disinfetta appiccandogli fuoco, ne riempie la meravigliosa terrazza di piante che uccide con metodo, inizia a conoscere il microcosmo del condominio e dell'istituto scolastico, ove uno psicologo è appositamente stipendiato per prendersi cura degli insegnanti.
Michele Apicella, come egli si chiama, non tarda a notare gli aspetti più stravaganti di questa nuova sistemazione, circondato com'è da ragazzini iperresponsabili e coltissimi e docenti svagati che conducono lezioni di storia sui cantautori italiani. Del resto, le pareti dei locali scolastici sono tappezzati di poster che ritraggono Zoff e coppie di comici cinematografici.
Nota e giudica, Apicella, e raramente assolve. Tutto scruta, tutto indaga, interroga persino i vasi di fiori morti, diffida dei legami, desidera ordine e logica in modo ossessivo. Anche l'arrivo di una nuova insegnante di Francese, Bianca, non riesce a riportarlo sulla via della felicità, proprio mentre intorno a lui i suoi amici e conoscenti, coinvolti in relazioni fallimentari, muoiono inspiegabilmente.
Moretti ha iniziato precocemente a mettere in discussione la psicanalisi, le relazioni sociali e amorose; lo fa qui con occhio malinconico, profondamente lacerato, a tratti stralunato. Meravigliosi i tentativi di consolazione con rinforzi positivi dolciari, partendo dall'enorme vaso di Nutella in cui si tuffa nudo fuggendo dal talamo che ha condiviso con Bianca (bellissima Morante), per arrivare alla mitica Sacher Torte. Pensare che, non fosse per Nanni, direi che la Sacher è un monumento al barocchismo ridondante e inconcludente; d'altra parte, io preferisco la chantilly, e non concordo sul fatto che la felicità ci sia necessariamente negata, solo sulla nostra masochistica tendenza a continuare a farci del male.

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