Violetta

Accendiamo un po' la televisione per sprofondarci nel vecchio drammone sentimentale.
In un tempo lontano c'erano i feuilleton, ovvero i romanzi d'appendice: venduti a puntate, erano letti quasi di nascosto da un pubblico prevalentemente femminile, tacciabile di leggerezza e di cattiva fama se sorpreso nell'atto di dedicarsi ad un tale, riprovevole, passatempo. Con gli anni -a volte i secoli- il romanzo d'appendice ha rivelato il suo vero spessore: alcuni sono diventati capolavori di agilità linguistica ineguagliabile (Dumas padre, per esempio), altri sono caduti nell'oblio senza grandi clamori.
La letteratura d'evasione è stata poi sostituita nella sua funzione sociale dal melodramma, prima con l'opera, poi con l'operetta. Negli anni del boom ci sono stati gli "sceneggiati", che avvicinavano il grande pubblico -spesso incolpevolmente incolto- ai grandi romanzi della letteratura internazionale. Oggi tutto ciò è stato sostituito dalla fiction.
Cosa separa la fiction dallo "sceneggiato"? La lingua (fiction è INUTILMENTE una parola inglese, peraltro usata, come spesso accade da noi, impropriamente) e il livello del prodotto finale. Il pubblico target e il senso di vergogna serpeggiante nel fruitore, in compenso, sono rimasti gli stessi del feuilleton.
Badate, io appartengo ad una generazione piuttosto giovane, non è la nostalgia degli anni passati a rincorrere il vento che mi fa parlare così: è l'aver visto Belfagor, Il segno del Comando, La freccia Nera etc.. e l'averli comparati con Le sorelle Fontana, Il campione e la Miss e, ora, Violetta.
La storia è nota a tutti, persino Pretty Woman conosce la trama di Traviata. Violetta Valéry è interpretata da Elisa di Rivombros- ah, no, scusate, si chiama Vittoria Puccini. Alfredo Germont da un ragazzo bellissimo con una sola espressione. Non riesco a ricordarne il nome, ma la faccia torna in mente. Io apprezzo molto la Bellezza, per me ha valore in se stessa, ma non bisogna usarla per vendere fumo: questi due ragazzi sono stupendi, ma non sanno recitare.
L'ambientazione è abbastanza curata, i costumi e il trucco sono la parte migliore, molta attenzione ad un dettaglio curioso: hanno insegnato davvero bene alla Puccini a tossire come una tubercolosa, si vede che c'è impegno.
In compenso il ritmo non è brillante e la colonna sonora -già potenzialmente pronta e composta dal Sommo Musicista Italiano- è ridotta a quattro striminzitissime battute saccheggiate dal primo atto dell'Opera Verdiana e ripetute ossessivamente per ben due serate.
Insomma, meno peggio di tante produzioni orripilanti che infestano le nostre reti, ma occorre dirlo: dopo Bianca, Violetta. Continuiamo così, facciamoci del male.

Commenti

  1. concordo
    il commento musicale è striminzito; il solito AMAMI ALFREDO ripetuto all'infinito... e pensare che nella TRAVIATA i temi sono tanti e uno più bello dell'altro (perché, ad esempio, non affidare ai violini un accompagnamento malinconico tipo DI PROVENZA IL MARE E IL SUOL?)
    ma va bene così; il pubblico televisivo non è fatto da raffinati musicologi: è fatto da gente semplice che VUOL SENTIRSI COLTA CON POCA SPESA, che vuol sentire quello che sa già (provare cose nuove è troppo faticoso)

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  2. La Puccini è bellina, ma prima di passare domenica e lunedì sera con Rai 1 o Canale 5 devono passare anni. Oppure una fiction (odio pure io la parola) che mi consigliano anche su Filmtv.

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