The Cube


Pietra miliare del cinema claustrofobico-escatologico, The Cube è la prova che un film a bassissimo costo non necessariamente è poco spettacolare.

Sei persone si svegliano rinchiuse in una sorta di cubo metallico: ognuna delle stanze che su questo si aprono sono altrettanti cubi, ma alcuni sono trappole omicide pronte ad affettare o incenerire gli infelici reclusi. Reclusi che cominciano, loro malgrado, a parlare di sé e rivelare le loro debolezze i loro -pochi- talenti utili alla sopravvivenza: ci sono un evasore di professione, una laureanda in matematica, un poliziotto con tre figli, un medico, un autistico, uno dei progettisti dell'involucro esterno del cubo. Ognuno offre la propria interpretazione della situazione, secondo il suo vissuto: c'è l'escapologista che crede che il cubo sia una proiezione della propria mente, il medico impegnato che pensa sia il prodotto di un complotto politico-militare; il poliziotto violento si disinteressa dei significati per imporre il proprio io egoista, la studiosa si adatta a qualunque realtà possibile trascinandosi stancamente, mentre il progettista ha perso ogni fiducia e speranza nel prossimo suo umano e ha negato la possibilità di un'entità superiore. Solo a non esprimersi, il ragazzo autistico sembra paradossalmente l'unico a mantenere un contatto con il nucleo dell'umanità, capace di attraversare un ponte misterioso tra il cubo e... e cosa? Non conoscenza, non volontà, non comprensione, ma infinita purezza e sublime innocenza occorrono per scoprirlo. Moltissime altre interpretazioni sono possibili: per esempio si potrebbe arguire che l'idiot savant ha già trascorso una vita di purgatorio in un isolamento interiore, perciò è il più meritevole di fuggire nella luce, c'è chi potrebbe lamentarsi della divinità che ci ha impiantati in questa natura matrigna cubica e senza scampo, e potremmo ancora dire che l'Essenza che ha inserito i nostri personaggi nel cubo ha anche dato loro tutti gli strumenti per uscirne, meta che essi stessi si impediscono intralciandosi l'un l'altro e litigando (sembra la storia della vita politica italiana!).

La morale è un po' trita, sfutta un pessimismo di facile effetto, ma lo spettacolo è solido e interessante, e merita il suo posto nella cinematografia.

Commenti

  1. Sei troppo buona con la nostra situazione politica. Cube è invece un gioiellino che mi fai venire voglia di rivedere.

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