Notte di guardia

Perché facciamo i medici e ci sottoponiamo alle ansie della professione, a ore di studio interminabili, a turni massacranti? Ho sentito le risposte più svariate, le più frequenti dei quali sono: aiutare gli altri; fare qualcosa di importante; lo fa qualcun altro che conosco e ho deciso che mi sarebbe piaciuto; non sarei stato/a bravo/a a fare l'ingegnere/l'avvocato/il broker.
Le mie personali sono tre: fare il medico è una vocazione, che ho sentito; la mia materia è fonte per me di infinita meraviglia (vi tedio sulla filosofia del limite applicata alla neurologia in un altro post); l'adrenalina.
Questa notte ho fatto la mia prima guardia notturna in pronto soccorso ed ero tesissima. Dodici ore sempre in sala visita, senza un attimo di respiro, nel setting più vicino a E.R. che abbia mai visto, mi riempivano di paura: temevo il sonno, la fame, la sete, la cefalea. Ho invece trovato, come un tesoro dimenticato nella routine, l'adrenalina. The High, come si dice in inglese, quella sensazione che i chirurghi dicono di provare in sala (io provo più che altro lombalgia, ma i gusti non si discutono) e che sembra il risultato di una droga attivante, un qualche upper fonendoscopio-relato. Vedere ora dopo ora pazienti arrivare e stupirsi del tempo che passa in queste sale iperilluminate dove la differenza tra notte e dì è un concetto teorico, monitorare lo schermo del pc per cogliere la luce gialla di un paziente urgente, il thrill dello scorgere gli ambulanzieri che trasportano un'emergenza (il famoso "codice rosso"), il freddo delle cinque e mezzo di mattina scacciato da un pisolino di mezz'ora su una barella defilata e ancora miracolosamente vuota, il caffé delle undici, e poi delle tre, e poi delle sette... non decaffeinato, evidentemente. Lo strazio dei disperati che cercano ricetto in ospedale nelle notti d'inverno, al riparo di indefiniti malesseri, le crisi d'ansia delle vecchine sole, lo stillicidio degli ambulatoriali alla ricerca di una visita gratuita, tutto è sorpassato dal rush of blood to the head dell'infartuato da "sturare", dell'aritmico da cardiovertire, dell'edema da asciugare.
A un neurologo non capita spesso l'adrenalina. Peccato, bisogna cercarla: è un buon trenta per cento del nostro respiro di medici.

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