Il danno

Facciamoci del male.

Anna è fidanzata con Martin, ma inizia un’intensa e passionale relazione col di lui genitore, Stephen, noto medico avviato a una brillante carriera politica. Reduce dal suicidio del fratello, innamorato di lei, Anna sa di aver subito un danno ed è conscia –a suo dire- della possibilità di sopravvivervi: non si perita dunque di esporre altri allo stesso fato, convinta che anche loro sapranno metabolizzarlo.
Dopo mesi di tradimenti e inganni, di scappatelle nel cuore della notte e inseguimenti attraverso le capitali europee, di sesso fatto sui pavimenti e negli androni più disparati, Anna e il suocero vengono scoperti proprio da Martin, che, sconvolto, cade per più rampe di scale e muore. Alla completa distruzione psicologica e sociale della vita della famiglia d'origine di lui, non consegue altrettanta devastazione in quella di Anna, che prosegue –problematica come sempre- per la sua strada.
Tratto da un famoso romanzo, che il film non mi invita certo a leggere, questa fatica di L. Malle è una sequenza infinita di ossessioni, perversioni e cattiverie gratuite corredate da numerose scene erotiche che non so se definire troppo esplicite, ginniche o francamente ridicole. La fotografia patinata aumenta il senso di gelo che pervade l’orrida trama.

J. Binoche e J. Irons sono addirittura inquietanti nella loro tristezza, M. Richardson è brava ma non riesce ad arginare l'alluvione della scenografia.

Da vietare, alto rischio emesi.

Commenti

  1. Meraviglioso "l'alto rischio emesi". Per il resto non sono completamente d'accordo con te. Tra il romanzo e il libro c'è una discreta differenza, ma nel gioco dell'immaginario erotico la camicia di seta indossata dalla Binoche è quanto di più classico si possa sognare in una dimensione borghesemente asfittica.
    p.s. i miei complimenti per il del blog.

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