Marrakesh Express


Marco, Paolino, Ponchia e Cedro non si vedono più da dieci anni, e si ritrovano per aiutare Rudy, incarcerato a Marrakesh per detenzione abusiva di hashish. A bordo di una Mercedes usata cominciano un lungo viaggio, con i tubi dell'auto pieni di banconote e la mente straripante di dubbi, riassumibili con: ma se sono dieci anni che non ci vediamo, che cosa ci faccio qui, a cercare non so bene cosa e con trenta milioni di vecchie lire? Gli antichi dissapori riaffiorano, mentre i quattro si confrontano tra loro e con la ragazza di Rudy, che li ha radunati: la gelosia di Paolino per Cedro, ex fidanzato della sua attuale moglie, l'idealismo un po' sbandierato di Marco, l'affarismo di Ponchia fanno fatica a comprimersi nell'abitacolo, ma il Viaggio -si sa- è un'esperienza che ci cambia in modo sottile, lentamente.
Marrakesh Express è uno dei migliori esempi della commedia italiana degli anni Ottanta, delicata e divertente, con ottimi attori, una sceneggiatura meritatamente premiata e delle sequenze da antologia, come la famosissima partita di calcetto Italia-Marocco, poi citata anche da Aldo, Giovanni e Giacomo in Tre uomini e una gamba. Il finale, a sorpresa, ci regala un po' di utopia, dono raro e prezioso. Squisito.

Commenti

  1. Non so se amare la partita di calcio di questo film o di Tre uomini e una gamba: sono intercambiabili, sovrapponibili, anche per De Gregori.
    Il film è bellissimo, e, a scapito degli anni, non credevo assolutamente mi piacesse un'altra volta, l'ennesima, quando non sapevo a memoria i dialoghi, le scene.

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  2. Bellissimo film sull'amicizia, sì

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