tutta la vita davanti

Inquietante affresco sul mondo del lavoro che aspetta a braccia conserte i nostri più brillanti laureati, particolarmente quelli cresciuti in seno all'ambiente accademico umanistico. Marta, neolaureata magna cum laude, non trova altro stipendio che quello miserrimo offerto per un impiego quasi svilente, imbonitrice in un call center. Quel che si dice una diminutio, ma il problema ha dimensioni più grandi, che risiedono nel brainwashing continuo a metà tra Grande Fratello orwelliano e intratenimento da villaggio turistico, proprinato in realtà non solo ai centralinisti di tutte le latitudini, ma a tutti noi. Tu pensi che non ti serva un elettrodomestico che taglia cuce cuoce infarina frigge mescola, ma in realtà ti serve; ti serve, perché a me serve che a te serva: non è chiaro?
E una volta intrapresa la discesa agli inferi è facile scivolare in gironi sempre più profondi e degradanti, da quello degli uccisori di chi non si fida, a quello di chi, per sfinimento, uccide una o più parti di sé.

Attori bravissimi, tutti meravigliosamente adatti alla parte, con una sorprendente Sabrina Ferilli che, contro ogni aspettativa, è capace di recitare, e una superlativa Isabella Ragonese. Imperdibile, per proteggerci dal vuoto che avanza.

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