Hysteria

Di T.Wexler, con M.Gyllenhaall, H:Dancy, R:Everett, J.Pryce. 2011

Nella Londra vittoriana un male affligge molte donne, l'isteria. Quasi tutte le donne, a dir la verità, almeno a detta dei diagnosti, che sono naturalmente uomini. Cura di questo antico male è il massaggio manuale vaginale fino alla sperimentazione di "parossismi" da parte della paziente, durante i quali (diceva lo psichiatra di allora) l'utero si riposiziona nel suo sito fisiologico e (dice il neurologo di oggi) molta dopamina viene sparsa nell'insula. Mortimer Granville è un giovane medico che inizia a trattare le pazienti e per una serie di contingenze -ivi compresa una forma di crampo dello scrivano- decide di meccanizzare il processo, con l'aiuto dell'amico e tutore Edmund, inventando di fatto il vibratore. Parallelamente conosce le due figlie del suo principale: la bella e chiara che coltiva la frenologia e la mora socialista che riabilita prostitute.

Il vero dottor Granville inventò nella realtà uno strumento simile, ma dall'uso più vicino agli stimolatori per i muscoli (tipo quelli della TENS, anche pubblicizzati per gli addominali!), ma la commedia sarebbe stata assai meno divertente se la storia fosse stata rispettata nei dettagli.
In realtà questo tipo di bici non era ancora stato inventato
al momento degli eventi, ma cerchiamo di non essere troppo pistini!
Grandi invenzioni o novità non sono invero da ricercarsi in questo film, che è però assolutamente piacevole, divertente, e ottimo esempio di commedia all'inglese vecchio modello. Il mio personaggio preferito è quello di Edmund, amico amante della tecnologia, inventore, ricco ma non avido, intelligente e senza pregiudizi. Ne veste i panni un sempreverde Rupert Everett, che mi sembra perfetto nella parte (mi sembra perfetto quasi sempre per la verità, per la classe, la bravura e l'eleganza con cui interpreta ogni personaggio). 
La protagonista femminile è arguta e graziosa; benché il suo personaggio si a quello più standardizzato rispetto al genere di commedia qui affrontato, non perde punti grazie all'interpretazione intelligente di M. Gyllenhaal, che è un po' come suo fratello: non bellissima, si rened particolarmente attraente perché si intuisce un discreto discernimento oltre la sua fronte. Un po' peggio, ma comunque non fastidioso, il protagonista maschile, che rispetto agli altri comprimari sembra un po' sbiadito.
Anche gli elementi di contorno quali colonna sonora, fotografia e costumi, senza essere eccelsi, sono bel fatti e curati. Tra i personaggi secondari, palma alla domestica ex-lucciola, dal suggestivo nome di Lolly-Molly.


Commenti

  1. Un film molto bello, curato nei particolari e ben recitato.
    A noi italiani resta l'invidia di non possedere lo stile e lo humour britannico; da noi si girano FARSE, più che commedie; anche il recente SMETTO QUANDO VOGLIO (che mi è sembrato il migliore) ha toni eccessivamente grotteschi

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