The Host

di B. Joon-ho, con S.Kang-ho e B.Hee-bong. 2006

Uno scienziato americano fa svuotare nelle fogne litri e litri di formaldeide scaduta. Come risultato, qualche anno dopo, un enorme anfibio  sbuca dalle acque del fiume Han e comincia a fare strage degli astanti. Una delle vittime, Hyun-seo, sopravvive alla cattura e cerca di contattare la famiglia via cellulare, ma i suoi sono ormai prigionieri della macchina di sicurezza delle milizie autoctone (coaudiuvate dalle americane). Tutti coloro che hanno avuto contatti col mostro sono infatti sospetti latori di un misterioso virus, che nessuno riesce ad isolare... Ce la faranno il papà, il nonno e i due zii della coraggiosa Hyun-seo a salvarla?

Prima di tutto bisogna dire che questo è un bellissimo film di genere, con tanto ritmo, suspence, una bella trama, ottimi effetti speciali, sequenze filmate con gusto e mestiere (a volte anche poesia) e ottimi attori. Non per nulla è stato insignito di moltissimi premi e inserito nelle top-ten internazionali dei film migliori del suo decennio. Considerato anche il fatto che i tratti somatici orientali per noi sono spesso meno evidenti da decodificare, risulta ancora più brillante l'interpretazione dei protagonisti. I loro aspetti malinconici, e a volte anche un po' surreali, sono sottolineati con acume da una colonna sonora limpida e classica.
La mia preferita è la zia arciera, che perde sempre il buon momento per tirare.

La sceneggiatura intelligente delinea del personaggi insoliti, eroi per caso completamente scevri dal tipico eroe di blockbuster cui siamo abituati dagli analoghi film Hollywoodiani: in particolare, niente fanfare autocelebrative sulla democrazia, sulla responsabilità del potere e altre sbrodolate tipiche.
Inoltre non si può non rimarcare il profondo intento politico, relativamente poco comune in film di questo tipo, estrinsecato in due grossi topoi: l'inquinamento incosciente del territorio e la bieca indifferenza del potere.
L'inquinamento viene qui perpetrato da una mente americana con un braccio coreano (dunque in un certo senso è ancora più colpevole, perché vai pure a versare ettolitri di schifezza in casa d'altri: se proprio fossi in buona fede, lo faresti a casa tua). Risultato della sventatezza nei confronti di madre natura è naturalmente il mostro, terribile e schifoso.
Poi c'è la rappresentazione del potere che è tutta un programma: appena avvistato l'anfibio, poche notizie, molto panico e arrestati tutti gli spettatori. Anche se qualcuno fa notare la possibilità di un superstite, non ci scomodiamo troppo, è solo un individuo. Anche se questo qualcuno mi offre nomi, dati, persino telefonate che sarebbero facilissime da controllare, io Potere gli rido in faccia e tiro dritto per la mia strada, perché io sono il Potere (casomai ve lo dimenticaste) e nessuno dice a me cosa devo fare, semmai il contrario. Già che ci sono mi consulto solo con un Altro Potere di pari grado, che in apparenza sembra meno paternalistico ma ha più o meno le mie stesse manie: questo Altro si è infatti fissato dell'esistenza di un virus, e pure se non lo trova da nessuna parte non vede alcun problema a tirar via un pezzo di lobo frontale ad uno che già non era un fulmine di guerra pur di isolarlo. Non ce la fa, ma non importa, tanto se lo dice lui il Virus c'è, sicuramente. Come le armi biologiche in alcune zone del mondo: anche se non le hanno trovate, sarà certo perché sono molto mimetiche.
L'associazione tra Potere e Altro Potere (i Coreani in quel momento avevano delle ragioni belle radicate per essere un po' in rotta con gli USA) non si fa nessuno scrupolo di continuare bellamente a inquinare tutto ciò che non era riuscito ad avvelenare fin'ora, arrivando ad innaffiare mostro e persone con l'Agente Giallo (riferimento smaccato all'Agente Arancio, usato in Vietnam come defogliante), facendo più danni che altro. Sarà per questo intento così antiamericano che la fine è molto diversa da quella che ci aspetteremmo da un qualsiasi altro catastrofico occidentale?

Commenti

  1. L'ho visto l'altra sera in tv. Come sempre i film coreani riescono a stupirmi per la loro allegria! Quando ormai sono sicura che ci sarà un happy-ending all'americana (ovvero quando il killer/assassino/mostro/coso è stato sgamato mi aspetto immediatamente l'arresto/cattura/uccisione), matematicamente non arriva. Almeno non quando me l'aspetto io XD

    In ogni caso film interessante! Un po' pensate ma interessante (hai visto anche quello cinese sul ragazzo con la bicicletta, subito dopo? Un'altra ventata di allegria!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello dopo me lo sono perso, dovevo lavorare... per colpa dell'influenza sono indietro da morire :(

      Elimina
  2. Questo film mi è piaciuto un sacco, anzi devo dire che grazie a questo ho pure iniziato a recuperarmi la filmografia del regista che fino ad ora non mi ha minimamente deluso.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le conseguenze dell'amore

Blade Runner 2049

La finestra di Orfeo - Orpheus no mado