War Games

Di J. Badham, con M. Broderick e J. Wood, 113'. 1983.

Gli Stati Uniti, la Russia e il resto del mondo vivono uno stato di ansia libera continua focalizzato sull'eventualità di un'imminente terza guerra mondiale, condotta con armi termonucleari, che porterebbe l'umanità più o meno allo stato del Conan di Miyazaki. Quando l'esercito americano si rende conto che una buona aprte dei suoi uomini deve pensarci due volte prima di lanciare un missile, decide di eliminare il fattore umano e trasferire l'esecuzione degli ordini ad un supercomputer la cui tecnologia è fondata sulla teoria dei giochi.
Molto lontano dalle sale dei bottoni, il sedicenne David occupa buona parte del suo tempo a smanettare su pc: appassionato di videogiochi, mentre cerca di infilarsi nel sistema di Protovision (per scaricare un nuovo gioco), aziona invece per sbaglio una simulazione di attacco nucleare dalla Russia verso gli US; peccato che lo Stato Maggiore non si renda conto che di simulazione si tratta...


lo studio del vero geek

Divertente e ben condotto, il film non ci parla tanto dei limiti delle macchine (che comunque si rivelano molto più efficienti delle persone), quanto della mancanza di buon senso della gente che dovrebbe usarle per il meglio. Nonostante ripetute assicurazioni che non ci sono missili nello spazio aereo, gli alti papaveri militari, sulla base di un allarme non verificabile, armano dispositivi pronti a scatenare l'inferno, a neanche 35 anni dai funghi giapponesi, in un crescendo di autismo esasperante. E' impressionante la prontezza che politici e militari dell'epoca dovevano manifestare nel rispondere a qualunque forma di contatto: io non l'ho vissuta, e dunque non posso ricordarla, ma per essere tanto evidente nei film dell'epoca immagino che fosse proprio tangibile e opprimente.
Per fortuna in questa favola informatica sono venuti a salvarci i geek e il calcolo delle probabillità, che ci illuminano con l'evidenza: a volte, l'unica mossa vincente é non giocare (frase poi oggetto di omaggio nel recente Tron: Legacy).
Credo che questo cyberthriller sia uno dei primi ad approcciare in maniera positiva l'ambiente degli hacker e in generale dei patiti di informatica, aprendo la strada alla sci-fi degli anni Novanta, e -pur indubitabilmente datato- è invecchiato bene.

Commenti

  1. Direi che è tra i primi, assieme al Tron originale dell'82, a rappresentare l'informatica "moderna" (confrontata a quella dei decenni precedenti) in ambiente fantascientifico. Negli anni settanta (e prima) gli informatici erano strani personaggi in camice bianco, vedasi ad esempio A come Andromeda, sceneggiato televisivo inglese anni 60 con remake italiano nei 70. Dall'ottanta in poi, con Tron, WarGames, Corto Circuito (ancora di Badham), restano strani, ma assumono connotati meno istituzionali.

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  2. Corto Circuito mi piaceva tanto, l'ho visto più volte tra elementari e medie! E poi, all'improvviso, hanno smesso di trasmetterlo...
    era intelligente, ironico e tenero.
    Invece Tron (il primo) ancora mi manca...

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    1. Anche secondo me Corto circuito è ben fatto e ricco di contenuti. Non per niente è stato capace di essere fonte di ispirazione principale anche per Wall-e. Invece il primo Tron lo sconsiglierei a quasi tutti. Storia inconsistente, molto datato. Potrebbe interessare solo come reperto archeologico.

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