Un gelido inverno

Ree Dolly è uno dei personaggi più disgraziati della storia del cinema: vive poverissimamente in una fattoria sperduta nel Missouri, deve tirare su due fratelli piccoli mentre la madre vegeta in una depressione gravissima e il padre spacciatore s'è involato grazie alla libertà su cauzione e -ovviamente-sta per perdere il podere in cui vive proprio perché ipotecato nella cauzione di cui sopra. Insomma, peggio di così non si può.
Giunta all'infelice conclusione che lo sgangherato genitore debba essere morto, piuttosto che scappato lasciandoli senza un tetto, comincia un improbo sentiero alla ricerca di un corpo che non si trova e di produttori/consumatori "casalinghi" di metanfetamine, che spesso si rivelano anche suoi parenti. Alla fine scopre un traffico delle cui dimensioni non aveva idea... e ritrova le ossa del padre. O meglio, una parte.
Film duro e impietoso, lascia tuttavia una speranza nel futuro grazie alla protagonista coraggiosa e fortissima, quasi incredibile nella determinazione di tenere al riparo quella parte di famiglia che ancora le sembra salvabile dall'abisso. In pieno stile Sundance procediamo in una specie di discesa agli inferi da cui lei esce ancora più consapevole ma non totalmente disperata. Un po' come quelle ballate country che fanno da azzeccatissima colonna sonora all'insieme. Jennifer Lawrence, che avevo scoperto in The Burning Plain, mi sembra una delle migliori promesse del cinema americano: è giovane, bella e molto, molto brava. Mi viene voglia di vedere Il Lato Positivo di cui sento tanto parlare, e persino Hunger Games.

Commenti

  1. IL LATO POSITIVO lo consiglio a tutti
    non è un capolavoro assoluto, ma è gradevole e ti lascia con la confortante certezza che ANCHE CHI E' PIENO DI IMPERFEZIONI TROVA IL SUO POSTO NELLA VITA

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