Il Barbiere di Siviglia

Il Conte d’Almaviva si è incapricciato della bella Rosina e l’ha seguita fino a Siviglia, dove ella vive col meschino tutore Bartolo. Il Conte, desideroso di farsi amare per se stesso e non per il suo patrimonio, si finge uno studente squattrinato di nome Lindoro e si ingrazia la giovane, ma Bartolo ha deciso di sposarla in tempi brevissimi per mettere le mani sul di lei patrimonio, con l’aiuto del viscido Don Basilio: chi altri se non Figaro, il factotum della città, potrebbe aiutare i due innamorati?
Capolavoro del 1816, è una sintesi perfetta tra le vestigia del Belcanto barocco, con gli splendidi gorgheggi del primo atto, la lezione del canto a più voci di Mozart e il respiro ampio dell’Opera di metà Ottocento, con Sinfonie larghe e memorabili. Il genio di Rossini, artista profondamente pigro ma prolifico più di ogni altro, fu uno dei pochi ad essere riconosciuto già dai suoi contemporanei (che avevano appena sepolto Mozart in una fossa comune e lasciato Beethoven a insordire in povertà) con un plauso che non si è mai più spento.
Proprio oggi pomeriggio siamo andati a vederla al Teatro Regio di Torino, riuscendo ad accaparrarci con un po’ di fortuna un posto last-minute: palco abbastanza centrale, ma seconda fila. Il palco è più scomodo della poltrona in platea, ma l’audio è perfetto e l’ambientazione molto suggestiva. Siamo stati molto soddisfatti della rappresentazione e, in particolare, degli interpreti, soprattutto quelli maschili, di ottima presenza scenica, capacità attoriale e canora. I panni di Figaro sono stati vestiti da R. de Candia, rossiniano di fama internazionale (meritata) e quelli del protagonista da A. Siragusa, che ha fatto del Conte d’Almaviva uno dei suoi cavalli di battaglia, grazie alla sua voce tenorile purissima. Molto bene anche P. Bordogna nei panni del musone Bartolo.



Per l’ascolto casalingo mi permetto di consigliare la mia versione preferita, diretta da Galliera nel 1957, con L. Alva a cantare le strofe del Conte, T. Gobbi per Figaro e la Callas nel ruolo di Rosina.
Volete la compilation dei brani? Eccola: la Sinfonia d’Overture, Ecco ridente in cielo-Se il mio nome saper voi bramate (Lindoro), Sono il factotum della città-All’idea di quel metallo (Figaro), Sì, sì, la vincerò (Rosina) La calunnia è un venticello- A un dottor della mia sorte (Bartolo).

Commenti

  1. Vale la pena di ricordare che Rossini e Beethoven si incontrarono e il secondo omaggiò, ma con un filo di perfidia, il primo consigliandogli di restare nell'ambito della commedia. Si sbagliava, naturalmente, ma la sua amarezza è comprensibile.

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