Amore e altri rimedi

Ancora un film di ambientazione medica, e in questo caso neurologica. Penserete che sono ossessionata dalla vita ospedaliera, e forse è così, ma il film sentimentale in esame valeva la pena di una visione.
Jamie è un donnaiolo inconcludente che viene assunto dalla Pfizer (colosso farmaceutico che produce tra gli altri Zoloft, Cymbalta, Xeristar, Relpax, Lyrica, Aggrenox e moltissimo altro, solo fare qualche nome) per scalzare il Prozac dalla posizione lungamente difesa di farmaco più prescritto in America e, oserei dire, nel mondo [riflessione emisferica destra... avete capito bene: farmaco, non psicofarmaco; l'antidepressivo per eccellenza è usato dei più comuni farmaci per l'ipertensione o il diabete]. Il nostro Man on a Mission incontra sulla sua strada Maggie, un raro esempio di paziente con Parkinson ad esordio giovanile, ma anche ragazza bella, disponibile e poco incline ai legami duraturi. La vera svolta della carriera di Jamie arriva con il lancio del Viagra, la nuova pillola della felicità, pronta a sconvolgere tanti equilibri.
La storia d'amore è decisamente prevedibile, ancorché gradevole, ma il lato più interessante della pellicola è la descrizione velatamente critica del sistema farmaceutico americano: il wild wild west al confronto era un luogo pacifico e ordinato. Avevo l'impressione che già alle nostre latitudini i grossi nomi dell'industria si dilaniassero senza risparmio per piazzare i loro prodotti, ma sembra che Oltreoceano la realtà abbia superato la fantasia -metto condizionali dappertutto perché, come ho già detto altrove, non conosco l'America sanitaria di prima mano; mi sembra però che la nostra Sanità Pubblica, tanto vituperata, sia decisamente più accogliente ed efficace.
Altro spunto critico interessante è l'approccio all'ADHD, la patologia dell'infanzia distraibile che negli USA veniva trattata aggressivamente con anfetamine e altri stimolanti fino alla parziale, prudenziale virata di due o tre anni fa. Qui da noi nessuno ne fa mai menzione...
Bravi gli attori, svelta la regia.
Le premesse per un piacevole visione c'erano, ma ahimè il tema della malattia è soltanto il contorno della storia ma ahimè il film è troppo banale! Peccato, un'occasione sprecata!
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