Uomini di Dio - Des hommes et des Dieux

Otto monaci vivono ormai da molto in un antico villaggio in Algeria, circondati da una pacifica comunità musulmana con cui intrattengono rapporti cordiali, fondati sul rispetto. Uno dei frati gestisce un ambulatorio-dispensario, il priore si reca spesso dagli anziani del paese per ricevere notizie dal resto del mondo. Ahimè, non sono buone, le notizie. Gruppi di integralisti imperversano per l’Algeria, terrorizzando i bambini, sfigurando ragazze non velate e uccidendo gli uomini con una barba non regolamentare. Christian, il superiore, comincia a ricevere multiple pressioni ad abbandonare la nazione che li ospita: da un lato i francesi vorrebbero approfittare dell’occasione per militarizzare un quadretto di terra, dall’altra gli algerini non sono contenti di doversi anche preoccupare dei risvolti pubblici di un possibile attacco al nucleo cattolico.
Christian però non riesce a rappacificarsi con l’idea di partire e lasciare questa terra che ormai sente sua, la sua missione in mezzo a chi ha bisogno, per sottomettersi ad un potere parapolitico che calpesta con la sua violenza ottusa due grandi civiltà e culture impegnate in un incontro, per una volta, davvero idillico.
E gli altri? C’è chi è malato e vuole tornare in patria per curarsi, chi è ormai vecchio e preferisce non tradire l’ideale di una vita per indietreggiare di fronte al martirio. Questa parola desueta, che risuona alle nostre orecchie di echi di ruggiti in anfiteatri polverosi, lontana di millenni, è in realtà tristemente attuale in molti luoghi non così lontani da noi.
Le ore, scandite dai canti gregoriani e dal lavoro, sono intrise di amore per Dio, o Allah, o comunque lo si chiami. Lui, in ogni sua forma, che ci sentiamo chiamati a testimoniare.
Bellissimo, elegante, toccante.

Il mio preferito? Padre Luc, il medico. Ovviamente.

Commenti

  1. film molto bello, tratto da una storia tragicamente vera
    costato pochi soldi ha incassato decine di milioni di euro; un applauso ai produttori francesi, un buuuuuu ai produttori italiani che non hanno il coraggio di fare film così (purtroppo i casi di missionari e missionarie martirizzati non mancano)
    magari farlo un po' più breve....

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