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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

La famiglia Belier

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Di E.Lartigau, con E;Elmosnino, F.Damiens, L.Emera. 2014, 105' Paula ha sedici anni ed è l'unica della sua famiglia a sentire e parlare correttamente. Gli altri sono tutti sordomuti e lei fa da interprete, rendendo cosi' possibile l'attività della fattoria che i suoi possiedono. Un giorno pero' l'insegnante di musica scopre il grande talento della ragazza e la spinge a uscire dal nido. In tutte le famiglie esiste una sana componente di egoismo, che viene puntualmente superata quando la situazione lo richiede (nelle famiglie felici: come sappiamo da fonti attendibili, le famiglie felici si somigliano tutte in un certo qual senso). Quindi il punto di questa deliziosa commedia di formazione non sta tanto nella disabilità dei familiari, ma nel quanto costi a tutti il distacco che si rende necessario quando uno dei componenti scopre di avere necessità diverse dal resto del gruppo.  Fa paura volare via da dove sai di essere essenziale, soprattutto per anda

watchmen

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di A.Moore e D.Gibson, 1986 Nel 1985 di un mondo distopico (ma non poi cosi' tanto), i vigilantes travestiti hanno avuto ormai la loro ora di gloria e sono stati messi a riposo forzato. I pochi che restano cominciano ad essere oggetto di attentati di vario tipo... c'è un nuovo vendicatore che vuole eliminare i pochi superstiti di un mondo ormai in declino avanzato? Da tanto tempo rimandavo la lettura di Watchmen , perché i supereroi su carta mi hanno spesso deluso (troopo infantili), perché i mattonazzi eccessivamente incensati della DC mi hanno spesso deluso (troppo violenti), perché quando tutti parlano bene di qualcosa la possibilità della delusione è sempre dietro l'angolo (troppo noiosi).  I supereroi di cartapesta di Alan Moore hanno un'anima (a parte il Doc Manhattan, lui ha un campo di forza... magari è la stessa cosa ?), uno spessore proprio (anche in senso letterale, a giudicare dal ventre rilassato di Nite Owl), dei desideri e delle manie e una tale

Elementary (serie tv)

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Con J.Lee Miller, L;Liu, A.Quinn. Prima stagione 2012 Prendete Sherlock Holmes e riadattatelo agli anni 2000: londinese recentemente trapiantato a New York, ex-tossico in riabilitazione, incapace di una vita di relazione ma di intelletto superiore, pieno di tic e con un solo amico al mondo, il dottor Watson. Qui, dottoressa Watson, interpretata da Lucy Liu, che nella serie fa l'amico sobrio che ti mantiene sulla retta via, ex chirurgo con uno scheletro sul lettino operatorio. Subito ho pensato che sarebbe stato un flop senza capo né coda, e invece questa serie è stata una bellissima piccola sorpresa. I casi sono praticamente irrisolvibili, in fondo come quelli delle avventure originali di Holmes, perché le deduzioni presentate sono al limite della fantascienza e dell'improbabilità, ma mi è piaciuto il senso di razionalità che si respirava nei libri e che viene mantenuto molto bene nello spirito di questi primi 24 episodi. Inoltre gli attori sono scelti benissimo per

Doctor Thorne (serie tv)

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Con T.Hollander, sceneggiatura di J.Fellowes su romanzo di A.Trollope, 2016 Medico condotto di un paesino del Barsetshire, il Dottor Thorne ha una nipote diletta, Mary, figlia illegittima di suo fratello e della sorella di Lors Scatcherd, un nuovo ricco dal passato assai brumoso e dal presente molto alcolico. Mary ama, ricambiata, il giovane Franck, primogenito della famiglia Gresham, i sognorotti del luogo che -grazie alle disposizioni poco avvedute del capofamiglia- sono sull'orlo della bancarotta e i cui averi sono passati praticamente in toto agli Scatcherd. Lord Scatcherd, conosciuta la vera identità di Mary (sua nipote), decide di includerla nel testamento, ma Mary non lo sa... Ammetto di non conoscere bene l'opera di Trollope, e di essermi gettata sulla miniserie con trasporto sulla fiducia verso lo sceneggiatore, Julian Fellowes. L'aspetto formale della breve trasposizione fa onore al regista: inquadrature nette, immagini pulite, ottimi colori, trucco

MASCHERE

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Premessa 1. Questo post non è una dissertazione su tema pirandelliano. Purtroppo. Premessa 2. Non l'ho mai chiesto dacché ho aperto il blog, ma se potete date massima diffusione a questo post, perché lo ritengo di utilità sociale. Le mie personali considerazioni su Puccini o Dumas hanno valore di conversazione da bar, invece quelle che seguono hanno più peso scientifico. Chi desiderasse ulteriori elementi del mio curriculum puo' chiederli (nessuna domanda è mai indiscreta). Cerchéro' di essere succinta e chiara, perché l'argomento lo richiede, e lascero' da parte il mio umorismo abituale. -Le mascherine a protezione di naso e bocca sono ESSENZIALI per avere una qualche speranza di fare una fase 2 decente.Ve le dovete mettere, senza lagnarvi se possibile. Se vi si appannano gli occhiali, stringete di più la barretta metallica sul naso o metteteci un cerotto prima di uscire di casa -Ci sono tanti tipi di maschere, che bloccano batteri, virus e part

Viva Zapata!

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Di E.Kazan, con M.Brando, A.Quinn. 1954 Vita e opere di Emiliano Zapata, che guido' insieme a pochi altri la ribellione del Messico oppresso da Porfirio Diaz per scoprire che dopo un tiranno deposto ne arriva spesso uno peggiore (cit Berta che filava, come ce la racconta Calvino). Ammetto che non sono mai stata appassionata di storia centro e sud americana, e conoscevo molto vagamente il momento storico descritto. Popolo contadino, illetterato, sfruttato ed espropriato da un'élite pluto-militare: praticamente il riassunto dell'America Latina come si studiava vent'anni fa sui banchi di scuola. Non so se la situazione sia molto migliorata o se gli studenti di oggi continuino a rimuginare sull'unità d'Italia (a giudicare dalla situazione attuale, sull'Unità non sudano più di tanto...). il vero Zapata Su tre punti si regge il film: Brando, Kazan e Steinbeck. Il primo ha una tale presenza che anche in mezzo ad una folla spicca e attira lo sguardo,

Miss Peregrine's Home for Peculiar Children (Trilogia)

Di R.Riggs, 2011 (seguito da Hollow City e La biblioteca delle anime) Jacob potrebbe essere il classico adolescente a disagio col suo corpo e la sua epoca, e per primo pensa che non ci sia nulla di strano nel suo essere un po' fuori dal mondo. Mentre impara a convivere con questo quid di stramberia, spinto dalla dipartita dell'amato nonno, che gli raccontava storie magnifiche e inquietanti, si ritrova su un'isoletta sperduta al largo dell'Inghilterra, dove i mostri dell'immaginazione del suo avo si rivelano assai reali. Scritto piuttosto bene, sebbene la conclusione sia decisamente macchinosa, questa trilogia si rende diversa per il suo lato visivo. In ogni libro, tante cartoline d'epoca sembrano avallare i personaggi impossibili eppure tanto attraenti o respingenti o semplicemente teneri che si stagliano sullo sfondo. L'intrigo di per sé non è eccelso, anche se ha buon ritmo e qualche sorpresa qua e là, ma i comprimari e le comparse rimangono nella

L'Imperatore di Parigi

Di J-F Richet, con V.Cassel, F.Luchini, O.Kurilenko. 2018, 119' Vidocq è un eterno evaso, è già riuscito a scappare da più di una prigione di Francia. Dopo aver visto il tracollo dell'Ancien Régime e combattuto durante la Rivoluzione, la sua ultima evasione avviene già sotto il Primo Impero. Vorrebbe farsi passare per morto e, sotto falso nome, riprendere una vita comune da commerciante di stoffe, ma il passato bussa alla sua porta e per sottrarsi al suo destino di criminale si offre al prefetto di Parigi come "ripulitore" in cambio di una lettera di Grazia. Dopo il Conte di Montecristo, un altro celebre evaso, e stavolta reale. Benché romanzata, la trama del fim poggia su avvenimenti reali, che seguono un breve tratto della vita di Vidocq, l'uomo dai mille volti. Criminale, senza dubbio, fu il primo poliziotto di Francia a conoscere una fosca notorietà, odiato dai suoi antichi colleghi in quanto traditore e disprezzato dai colleghi nuovi poiché ancora troppo

M et Mme Adelman

Di N.Bedos, con N.Bedos e D.Tillier, D.Podalydès. 2016 45 anni di vita in comune di uno scrittore assurto all'Olimpo dell'Académie Française e della donna che fu sua moglie, editrice, corretrice di bozze, musa. Si incontrano in una discoteca polverosa, si amano senza sosta ma anche senza pietà, si riproducono, si lasciano, si riprendono, fino a che lui muore in modo insolito e solletica l'attenzione di un giornalista che vorrebbe scriverne la biografia. Opera prima di Bedos, che fa di tutto per questo film: regista, protagonista, sceneggiatore (insieme a Tillier), compositore della colonna sonora e anche promotore (lasciando intendere, a scopo meramente commerciale, una liaison con l'attrice protagonista, come nelle produzioni Hollywoodiane. Solo che ai francesi -giustamente- non interessa). La struttura, solida, nasce in realtà da alcune improvvisazioni che gli sceneggiatori conducevano tra loro, per distendersi ed esorcizzare gli stress della vita quotidiana.