Gran torino
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Clint Eastwood non delude praticamente mai, e questo è vero anche per uno dei suoi ultimi film, Gran Torino. Come si potrebbe considerare? Un apologo antirazzista, uno spaccato di America provinciale in cui la gioventù è ingoiata dalle gang e portare con sé armi da fuoco non è strano, la resa dei conti conclusiva di un uomo che conosce la vita e la morte... ma tra le due forse meglio la seconda. Walt Kowalski è un vecchio incattivito dalla guerra e dagli anni, che si affeziona suo malgrado alla generazione giovane dei suoi vicini Hmong e al suo giovane parroco, pervicace e intelligente. Quando cerca di proteggere dalla violenza delle bande di strada i due ragazzi della porta a fianco, gli orrori della battaglia ritornano a turbare i suoi giorni. Ritrovare la pace è un passo a volte difficile da compiere, ma il finale drammatico ci restituisce speranza, per una volta, invece di privarcene. Molto ben fatto.