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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Matrimoni e Pregiudizi (Bride and Prejudice)

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Con A. Rai, di G.Chadha. 2004 La trama ricalca fedelmente quella di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen: Bingley e Jane (Jaya), e il triangolo (quadrangolo) Lizzie/Lalita, Darcy e Wickham (più Lydia/Lakhy). La sanno anche le pietre! La particolarità qui è di aver reinterpretato tutto in versione Bollywood, sostituendo le differenze sociali con i rapporti a volte un po' tesi tra indiani e occidentali, percepiti spesso come neo-imperialisti. La critica italiana spesso ha mostrato di non apprezzare molto la "salsa curry" in cui è stato condito il canovaccio di zia Jane, ma io lo trovo uno dei migliori adattamenti del mio romanzo sentimentale preferito ad opera di un'interprete interessante, la stessa che aveva realizzato qualche anno prima Sognando Beckham . Se infatti non ho mai fatto mistero di trovare le trasposizioni classiche, a partire dall'ultima di J.Wright, particolarmente fredde e inespressive, qui vitalità e un po' di humour non difettan

The Sheen on the Silk (du sang sur la soie)

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Anna Lascaris è nata a Nicea, ma per salvare il fratello Giustiniano e ripulire il suo buon nome si è appena trasferita a Bisanzio, travestita da eunuco. Medico, come lo era anche il gemello, cerca di scoprire perché egli sia stato accusato di omicidio ed esiliato in un convento sul Sinai. Si trova presto coinvolta in una maglia fittissima di intrighi politici e religiosi, all’alba di un ricongiungimento forzato della chiesa ortodossa col papato e sotto la continua minaccia di un’invasione crociata. La trama di questo bel libro di appendice non è troppo verosimile, ma la lettura è premiata dalla suspence costante e dalla poetica rappresentazione della fede ortodossa. Ci si affeziona con facilità ai personaggi (persino al protagonista maschile, non proprio un esempio di acume, visto che non si accorge che il suo miglior amico è una donna bellissima), mossi da passioni violente e desiderio di bellezza.  L'autrice, poco nota da noi, ha cominciato la sua carriera con un

Un ponte per Terabithia

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Di G.Csupò, con J.Hutcherson, A.Robb. 2007 Due ragazzi, due solitudini particolari (come ogni solitudine). Lui povero, incompreso in famiglia, dove il suo talento pittorico viene ignorato quando non irriso; lei figlia di letterati, ne patisce la distanza e talvolta l’eccentricità per cui viene additata a scuola. Immaginano così un luogo fantastico che si raggiunge con una corda e la fantasia, ma bastano la fantasia e un trifoglio se le corde sono poche, per parafrasare E.Dickinson. Dal trailer pensavo che il film fosse un fantasy pieno di creature inverosimili, ma in realtà è un romanzo di formazione di stampo molto classico e parecchi accenti veristi che non avevo assolutamente immaginato, compresa una sorpresa nel finale che non vi svelo ma che mi ha fortemente colpito. Come dire che la realtà spesso viene a svegliarci bruscamente ovunque ci rifugiamo e solo l’esempio dei veri pionieri dalla mente aperta e cuore generoso ci potrà essere d’aiuto per trovare la nostra strada.

Basic instinct

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Di P.Verhoeven con S.Stone, M.Douglas, J.Tripplehorn. 1992 Indagine di polizia su un efferato assassinio a sfondo sessuale, perpetrato con insolita arma impropria, un rompighiaccio. Gli indizi sembrano condurre ad una bionda, conturbante e ricchissima psicologa, abile manipolatrice, allergica alla biancheria intima, di gusti sessuali eterodossi. Il principale investigatore cede al suo fascino e si trova abbastanza incastrato nel dubbio paralizzante che l’assassina sia in realtà a lui molto più vicina. Di questo film è stato detto peste e corna, la critica lo ha massacrato per vent’anni, accusandolo di gratuità nelle scene di sesso, eccessiva violenza, trama convoluta. Senza dubbio il senso della misura non è stato contemplato dall’autore, e ci sono parecchi accenti di kitch sparsi qua e là. Inoltre la storia del rompighiaccio è francamente ridicola: non solo l’attrezzo non mi sembra particolarmente adatto per un omicidio, ma –soprattutto- quando mai l’ho visto impiegato nell’u

Hysteria

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Di T.Wexler, con M.Gyllenhaall, H:Dancy, R:Everett, J.Pryce. 2011 Nella Londra vittoriana un male affligge molte donne, l'isteria. Quasi tutte le donne, a dir la verità, almeno a detta dei diagnosti, che sono naturalmente uomini. Cura di questo antico male è il massaggio manuale vaginale fino alla sperimentazione di "parossismi" da parte della paziente, durante i quali (diceva lo psichiatra di allora) l'utero si riposiziona nel suo sito fisiologico e (dice il neurologo di oggi) molta dopamina viene sparsa nell'insula. Mortimer Granville è un giovane medico che inizia a trattare le pazienti e per una serie di contingenze -ivi compresa una forma di crampo dello scrivano- decide di meccanizzare il processo, con l'aiuto dell'amico e tutore Edmund, inventando di fatto il vibratore. Parallelamente conosce le due figlie del suo principale: la bella e chiara che coltiva la frenologia e la mora socialista che riabilita prostitute. Il vero dottor Granville in

Paycheck

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Di J.Woo con B.Affleck, U.Thurman, P.Giamatti, A.Eckhart. 2003 In un futuro distopico non troppo dissimile dalla nostra attualità, esiste la retro-ingegneria, che permette di cancellare selettivamente alcuni ricordi. Michael Jennings è programmatore informatico e spesso accetta lavori top secret alla fine dei quali, dietro lauto compenso, la sua memoria viene modificata. Un giorno accetta la proposta che dovrebbe permettergli di ritirarsi definitivamente: tre anni in cambio di una parcella stellare. Peccato che, scaduto il contratto, si ritrovi il conto in banca vuoto e una busta di oggetti apparentemente inutili e scollegati tra loro. Non mi ha sorpreso scoprire che la sceneggiatura è tratta da un racconto di Philip Dick. L’impianto è solido, la storia è molto interessante e curata (anche se non meravigliosa, come era in Minority Report, per esempio). La regia nervosa di Woo mantiene molto alto il ritmo della narrazione, e mi piace molto il modo in cui il regista introdu

Vi presento Joe Black

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Con A.Hopkins, B.Pitt. 1998 Bill Parrish ha avuto una vita splendida: denaro e potere, per una volta ottenuti in modo lecito, cultura, l’amore di una donna ormai morta e l’affetto incondizionato di due figlie diverse tra loro ma profondamente buone. Proprio mentre si preoccupa della felicità della sua cadetta, che sembra avviarsi ad un matrimonio convenzionale senza aver mai conosciuto l’amore travolgente, compare alla sua porta un bel giovine biondo, la Morte. L’allegro ospite ha deciso di prendersi una vacanza per studiare più da vicino il mondo dei sentimenti umani, in particolare questo Amore di cui Bill parla spesso, e ha eletto il morituro a suo Cicerone: più tempo riuscirà a interessarlo con l’istruzione che desidera, più giorni gli lascerà per godersi la famiglia e sistemare i suoi affari in sospeso. Nel mentre, la giovane Susan non manca di interessarsi allo sconosciuto tenebroso dal viso angelico, il cui “corpo” aveva già conosciuto in un intenso fugace incontro,prima

Carissima me

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Di Y.Samuell, con S.Marceau. 2010 Manager aggressiva sposata con collega uguale a lei comincia a ricevere lettere che lei stessa si era scritta da bambina, a mezzo di un vecchio notaio del paesetto d’origine. Nelle missive, la bimba si interrogava sul suo futuro lavorativo (hai fatto la principessa? La cake stylist per matrimoni? L’educatrice di balene?) e sentimentale (ti sei sposata coll’amichetto che avevi a sette anni e che come massima ambizione voleva scavare buchi nel sottosuolo?) e, predicibilmente, manda in crisi il precario equilibrio della carrierista. Dal punto di vista stilistico c'è qualche contenuta ambizione, soprattutto nel montaggio, ma nulla che Amelie Poulenc non avesse già fatto prima e meglio. Costruito intorno all’attrice protagonista, questo film soffre di tanti morbi letali. 1)   È melenso in una misura immane, provoca diabete scompensato con coma chetoacidosico a meno di venti minuti di visione; 2)     È totalmente privo di ironia, si

Jeux interdits - Giochi proibiti

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Di R.Clement, con B.Fossey,G.Poujouly. 1952 Mentre le colonne di sfollati cercano di raggiungere la campagna, sotto il fuoco nemico, Pauline resta orfana e riesce a portare con sé della sua vecchia vita solo il misero cadavere del suo amato cagnolino. In mezzo  all'indifferenza  generale la “ripesca” Michel, figlio di contadini, poco più grande di lei. I due diventano inseparabili e iniziano a costruire un piccolo cimitero per tutti gli animaletti molti dei dintorni, fino a quando il furto di croci che il progetto comporta non li mette nei guai. Come recita il quadro d’inizio, il film è stato premiato alla biennale di Venezia perché è capace di restituire la poesia e l’eleganza dell’infanzia e di condannare ferocemente l’incuria colpevole degli adulti che questa infanzia oltraggiano orrendamente e impunemente. Chi decide alla fine del destino della piccola Pauline? Gli stessi adulti che arbitrariamente hanno deciso per la guerra, non hanno protetto adeguatamente i civili,

Memorie di una Geisha

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Con Z.Ziyi, M.Yeho, G.Li, K.Watanabe; di R.Marshall, 2005 Piccole, Chyo-chan e sua sorella subiscono una sorte comune a tante ragazze di povera condizione, e vengono vendute dalla famiglia al quartiere dei piaceri di Tokyo. La più grande, rozza e bruttina, finisce in un semplice bordello, mentre Chyo in una okiya elegante, dove ha modo di conoscere tutte le meschinità, ma anche i sentimenti profondi e acuti, di cui una donna è capace, soprattutto grazie alla senpai Hatsumomo, che la tiranneggia senza sosta. Grazie alla geisha più anziana Mameha, Chyo riesce a completare la sua educazione e avvicinarsi all’uomo di cui si è innamorata da bambina, ma la guerra ha altri programmi… Tratto fedelmente da un famoso romanzo (di un americano), ne riprende pregi e difetti.  Tra i primi si possono annoverare senza dubbio l’immaginario estetizzante che rende elegante ed etereo l’ambiente delle geishe e l’estremo romanticismo della storia. I personaggi di Chyo, Mameha e Hatsumomo si

Caro Diario

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Film profondamente autobiografico, si divide in tre episodi in cui Moretti ci racconta, nell’ordine, il suo rapporto di profondo amore con Roma, il caos delle vacanze “rilassanti” e la sua lotta non contro il cancro ma con i medici che pertinacemente si ostinavano a non diagnosticarglielo. Il secondo capitolo del diario è forse il più ironico, ma rimane freddo e non mi ha coinvolto profondamente. È di certo la flessione noiosa dell’incedere morettiano, seppure con una divertente digressione sulla dipendenza da tv che assale anche gli intellettuali più insospettabili. Il terzo mi è piaciuto molto, nonostante fossi sconvolta e terrorizzata dall’incredibile numero di medici titolati che si sono lasciati scappare una diagnosi facilissima, evidente, assolutamente obbligata: alla fine la morale della storia è che i dottori fanno parte di una classe di persone che sa “parlare, ma non sa ascoltare”. La porzione più poetica e riuscita, però, secondo me rimane la prima, in cui il regist

Taxxi 2

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Soggetto di L.Besson, con S.Nacery, M.Cotillard. 2000 Il protagonista (S.Nacery), folle tassista marsigliese con una vettura accessoriata come l’incrocio delle Aston Martin di James Bond con la macchina dell’ispettore Gadget, deve incontrare il padre della sua meravigliosa fidanzata (M.Cotillard). Ancora non sa che ad aspettarlo, lui che odia profondamente l’autorità costituita in blocco, c’è un alto papavero dell’esercito. Il futuro suocero lo accoglie con relativo calore, che aumenta grandemente quando il nostro lo cava d’impiccio facendogli raggiungere in tempo l’aeroporto, per incontrare il primo ministro giapponese in visita presso la polizia di Marsiglia. Viene per imparare come si fa a governare una città difficile… Tutti i luoghi comuni possibili e immaginabili sono stati sfruttati in questo film: i poliziotti imbranati che avrebbero fatto pena a quelli di Scuola di Polizia, il ragazzo di borgata che odia agenti e militari in genere, il suocero iper-rigido, la fidanzata

L'ingorgo

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Di L.Comencini, con A.Sordi, G.Depardieu, M.Mastroianni, U.Tognazzi, S.Sandrelli. 1978 Sul Grande Raccordo Anulare centinaia (forse migliaia?) di macchine sono intrappolate in un traffico epico, e dentro di esse una pletora di passeggeri che ci offrono uno scorcio di varia umanità. Ci sono il grande attore annoiato, l'imprenditore finto-socialista, la ragazza emancipata (hyppie, nella declinazione dell'epoca), il ragazzo idealista ma non troppo, la ragazza madre in fieri, la coppia di sposini con le corna. Nell'arco di ventiquattr'ore ne succedono di tutti i colori, ma la vera domanda che non si puo' eludere è "riusciranno mai a ripartire?": non è dato sapere. In questo ingorgo di proporzioni inumane, e di carattere esistenziale, Comencini ci fa un ritratto a dir poco tragico dell'italiano contemporaneo: se le singole scenette di cui è composto il quadro potrebbero di volta in volta essere grottesche, comiche o tragiche, la globalità del

I segreti di Brokeback Mountain

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Di Ang Lee, con H.Leadger, J.Gyllenhaal. 2005. 134' All'inizio degli anni Sessanta due cowboys, Ennis e Jack, si ritrovano per tutta una freddissima estate sulle montagne del Wyoming e scoprono una forte attrazione reciproca che sfocia in una relazione passionale. Al termine del lavoro si separano, ma dopo qualche anno Jack, il più solare e franco dei due, si fa risentire. Ennis nel frattempo ha sposato la fidanzata di giovinezza, Jack ha incontrato una giovane e benestante cavallerizza texana, ma quando i due si rivedono è come se non fosse passato che un giorno. Ennis tuttavia non si sente di abbandonare la famiglia e i suoi lavoretti malpagati per vivere con l'amante, e la loro relazione continua per anni sulla base di incontri semestrali. Ma a Jack questi pochi attimi non possono bastare... Quando ho letto qualche articolo su questo film sono rimasta stupefatta nel trovare voci discordanti che dibattevano se i protagonisti fossero omosessuali, o bisessuali (v

Almost Blue

Forse il libro più famoso di Carlo Lucarelli, è una rivisitazione all’italiana del classico thriller americano col serial killer . Ci sono un po’ tutti gli stereotipi del genere, dall’ispettore Grazia Negro, giovane e grintosa, che sogna Clarice Starling, e c’è l’aiutante di turno con una dote particolare. Se negli anni Novanta l’ultraclassico era l’hacker, qui ne troviamo una versione particolare, un cieco che usa uno scanner sonoro per colorare la sua vita piuttosto solitaria. Infine c’è l’assassino, con tutto il suo corteo di traumi infantili e psicosi irrisolte, che si scava un pezzetto di pagina di tanto in tanto, raccontandoci in prima persona le sue sempre nuove incarnazioni. Il primo e più grande pregio del libro è di essere totalmente privo di quelle grevi, spesso disgustose e assolutamente inutili minuziose descrizioni delle vittime e delle violente torture loro inflitte dal maniaco di turno. L’autore suggerisce, crea un certo pathos, ma senza compiacersi eccessivamente,