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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

The Division Bell

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Non so perché, ma questo è uno degli album più negletti del gruppo. Quale gruppo? IL gruppo, i Pink Floyd. In principio c'era Beethoven, poi Dvorak, e poi ci sono i Pink Floyd. Ma non divaghiamo. Dicevo che The Division Bell non è stato amatissimo, ma in fondo non si può considerare a tutti gli effetti fratello dei precedenti, perché è il prodotto del solo Gilmour, dopo che anche Roger Waters è stato fatto fuori. Ci sono anche Nick Mason e Richard Wright, ma la penna è saldamente nelle mani di David, e si sente. Non posso dire che mi dispiaccia. Certo, è un rock che a volte sembra ambient music  post-The-Wall (Cluster One, tanto per cominciare) e a volte pare ad un passo dal pop, ma mi piace molto lo stesso. Si parla qui di incomunicabilità, della difficoltà di toccare l'altro, e chi meglio di un terzetto reduce da un gruppo semisciolto può farlo? O di un compositore che esce da una coppia scoppiatissima e non riesce a scordare il vecchio amico Sid, con cui la comunicaz

Ranma 1/2

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C'erano una volta due esperti di arti marziali, padre e figlio, in viaggio di allenamento in Cina. Sfortuna volle che capitassero alle Sorgenti Maledette, dentro le quali sono annegate centinaia di esseri viventi: chi vi si bagna assume, quando bagnato da acqua fredda, le specie dell'annegato, e ritorna normale bagnandosi con acqua calda. Non è chiaro? Spiego meglio: dopo l'incidente, al contatto con acqua fredda Ranma si trasforma in una fanciulla, e suo padre in un panda gigante.  Ritornati in patria i due, Ranma scopre che le sue disavventure non sono finite: si ritrova invischiato in una serie di matrimoni combinati per interesse dal padre, che, in caso di difficoltà, risolve la questione trasformandosi in panda! La prima fidanzata è la mascolina Akane, un'adolescente acerba, buona ma timida e di brutto carattere. A seguire si aggiungono Shan-pu, amazzone cinese caduta nella fonte maledetta di un gatto, e Ukiyo, dolce ma determinata cuoca di okonomiyaki. Se non

Ummagumma

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Io adoro i Pink Floyd. Li trovo geniali. Però Ummagumma ha delle parti imbevibili. Il problema di quest'album è che è troppo cerebrale e, se lo dico io, o state assistendo ad una mia rapida evoluzione di struttura del pensiero, oppure è davvero troppo cerebrale.  Persino la copertina pretende attenzione: non c'è solo il classico topos del quadro dentro il quadro dentro il quadro (etc...), ma ogni musicista, in ognuna delle rappresentazioni, prende un posto diverso nell'insieme. A parte queste sottigliezze grafiche, il doppio disco ha una prima parte live più abbordabile, con un'apertura discretamente psichedelica (Sid Barret secondo me viveva in un immaginario un po' inquietante, a volte è triste pensare che noi persone comuni beneficiamo del genio di martiri che hanno attraversato luoghi angosciosissimi) tenuta in piedi da organi elettrici e Mellotron. Io oltre alla nascita del progressive rock ci vedo pure delle discrete influenze orientali, che negli a

Consigli Utili

Premessa: questa è la storia di una richiesta di aiuto e non uno spot pubblicitario. Chi volesse contribuire a dire la sua è MOLTO BEN ACCETTO (peraltro come sempre).  Circa dieci giorni or sono ho inviato a un manipolo di fidate amiche e colleghe tale quesito di capitale importanza: chi sarà il prossimo presidente della Repubblica? come usciremo dall'impasse economica? risolveremo i problemi del Medio Oriente?  No, non esattamente: Buongiorno ragazze, come alcune di voi sanno (e intendo Fl. e C, per esempio, che in questi giorni si stanno beccando tutte le mie paranoie), una spinosa questione mi tormenta: esiste sulla terra uno struccante capace di rimuovere BENE il mascara senza doversi strofinare le palpebre come forsennate, ed essere cosi' condannate ad un futuro di zampe di gallina e rughette varie? Già bocciato lo struccante per occhi Nivea (che non rimuove a sufficienza se non si sfrega) e le salviette Fria (che funzionano benissimo ma mi fanno prud

Le idi di Marzo

Il film di ambientazione politica, in particolare in zona campagna elettorale, non è nuovo nella filmografia americana e questo non presenta sorprese particolari. Resta tuttavia un bel racconto dall'impianto solido che attraversa le fasi dell'innamoramento e del disincanto in un giovane addetto stampa di un candidato statunitense.  Durante il grande circo delle primarie avrà modo di giurare fedeltà al suo vassallo, prendersi una cotta passeggera, essere "concupito" lavorativamente parlando dalla concorrenza, scoprire i pastrocchi del suo campione, riguadagnarsi il suo posto -e quello più prestigioso- con le stesse armi che gli stavano tagliando le gambe. Il sogno americano, nel suo aspetto più deteriore, insomma. Il maggior punto di forza della pièce è il cast stellare, da Ryan Gosling che si rivela qui molto molto carino, decisamente più interessante che nello stropicciato Drive, al divissimo George Clooney, che sta invecchiando decisamente bene sia da un punto

Guida Galattica per Autostoppisti

Arthur scopre un mattino che la sua casa verrà distrutta per permettere la costruzione di una bretella autostradale. Mentre è steso nel fango per cercare di impedire la catastrofe, una grossa astronave giunge a rivelare ai terrestri che il pianeta sta per essere spazzato via per fare largo ad... una bratella autostradale intergalattica. Chi la fa l'aspetti, insomma. Il suo amico Ford Prefect, alieno naturalizzato dopo 15 anni di permanenza, lo trascina via pochi secondi prima del disastro e lo introduce all'universo dell'autostop interstellare, popolato di personaggi assurdi e pazzamente divertenti. La fantasia di Douglas Adams è sorprendente, non permette un secondo di noia nel viaggio attraverso distese spaziali remotissime governate da un caos abbastanza terrestre. L'immaginifica produzione dell'autore ci spiega quali sono le creature terrestri più intelligenti dell'uomo (i delfini e i topini di laboratorio) e come funziona un motore a improbabilità, oltre

Beautiful Redemption

E siamo arrivati al capitolo finale della saga di Beautiful Creatures, che fino ad ora si era difesa così bene... eh, fino ad ora. Abbiamo lasciato Ethan che, per rimettere a posto il pastrocchio causato dalla sua amata all'ordine dell'universo, si sacrificava gettandosi da una torre. Bel finale, intenso e diverso. E ora? Si poteva mica lasciare così la storia. No, bisogna che il nostro si ingegni a tornare dalla terra dei morti, ma in questo modo il racconto incappa in qualche scontatezza e alcune incongruenze. Il fine dei cattivi è poco approfondito e viene lasciata a Lena una parte abbastanza marginale. Ancora meno spazio è assicurato ai personaggi più divertenti, ovvero quelli di secondo piano, tra cui spiccano Link e Liv, ridotti a cammei o poco più. In alcune scene, più che di hommage nei confronti di Harry Potter si dovrebbe parlare di vero e proprio plagio, ma l'epilogo -ahimé- non è stato ricalcato da quello di JKR e si situa a pochi giorni dal termine deg