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Visualizzazione dei post da febbraio, 2009

Il diavolo veste Prada, ma il vampiro no

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Alice Cullen fa parte della saga di Twilight, è la sorella del bel protagonista. Il suo carattere e il mio hanno dei punti di contatto e i gusti in fatto di moda e design sono sicuramente tra questi. I miei stilisti preferiti sono Chanel e Valentino (vecchia scuola). Qui la vediamo indossare un modello Chanel Haute Couture del 2007 che ho un po' modificato per l'occasione e décolletés di raso nero Chanel. Il corpetto del vestito è di crêpe di seta nera, le spalline di organza ricamata con bordi in piumetto di cigno. Gonna a due strati con ricami in seta e appliques di Swarovski. Dunque, se il diavolo veste Prada, i vampiri dal canto loro non vogliono essere da meno!

Ambrosio Cinecafé-Un Matrimonio all'Inglese

Questa sera siamo tornati all'Ambrosio, ma nella sala 3, che è decisamente più raccolta. Circa un'ottantina di posti a sedere riuniti intorno a uno schermo da proiezione parrocchiale, con poltrone confortevoli in una stanza pulita e decorosa. Non è adatta ai colossal o a quei film che vivono dei loro paesaggi, ma può andare più che bene per una commedia all'inglese. Il film è adorabile! Estremamente divertente, animato da attori molto funzionali alla vicenda. Al centro della trama c'è la contrapposizione tra quattro personaggi principali: due giovani sposi e la coppia di mezza età dei genitori di lui. La passione subitanea che divampa fra i due ragazzi sembra sorpassare ogni differenza: lui (Ben Barnes) è l'erede di una famiglia di nobili inglesi campagnoli, lei (Jessica Biel) un'americana dal passato poco limpido e un presente da pilota formula uno. Lei anche troppo decisa nei suoi aneliti di libertà, lui poco pronto a schierarsi con la consorte quando il momen

Cinema Centrale-Il matrimonio è un affare di famiglia

Questo in via Carlo Alberto è uno degli ultimi cinema d'essai in Torino e chi scrive spera che abbia ancora una vita ricca e lunga, sopravvivendo alla fagocitosi dei multisala periferici che avanzano con i loro schermi hollywoodiani. Sala unica, confortevole ma piccola, schermo poco più che casalingo; botteghino con opuscoli sui corsi di cinema, commenti critici ai film e giornalino promozionale delle proiezioni del mese, invece della biglietteria semiautomatizzata totalmente impersonale che imperversa nei nuovi spazi metropolitani. Il film è gradevolissimo, un piccolo gioiello dal nuovissimo continente. Brenda Blethyn è un po' sopra le righe, ma personalmente la trovo molto divertente e commovente fin dai tempi di Saving Grace . I due ragazzi non sfigurano, sono molto ben inseriti nel contesto. La trama si può riassumere così: un ragazzo timido e impacciato si innamora, ricambiato, di una coetanea graziosa e molto sveglia, che lo sottrae con garbo e intelligenza all'ombra

Greenwich village-Twilight

Il Greenwich Village è un cinema a tre sale sito in fondo a Via Po, in Torino. La sala 3, in cui il film era proiettato, è la più piccola e sembra pensata per una visione d'essai, perciò mi ha stupito molto la scelta di usarla per Twilight. Consiglio di evitarla, a meno di programmazioni esclusive. Nel nosto caso il pubblico preadolescente che ci aveva preceduto aveva cosparso il pavimento di popcorn e di bicchieri di carta. Che dire della pellicola in sé... la regista ci ha mostrato come si uccide un vampiro! Il romanzo di partenza non era un prodotto di genio austeniano, ma aveva qualcosa di gradevole, fresco e umoristico; il film ha dei toni troppo cupi, la protagonista non risulta simpatica e non è goffa, il vampiro è un ragazzino lagnoso in preda alle sue nevrosi. Nonostante la trama sia stata stravolta, l'ambientazione è stata rispettata, ricostruendo l'azione in una Forks molto vicina a quella reale, piovosa e provinciale, umida e verde. Il momento peggiore è stato i

Ambrosio Cinecafé-Quantum of Solace

L'ultimo 007 è un film noioso senza una storia forte alla base. Nell'andare a vederlo ho però scoperto un cinema molto grazioso, a tre sale, con annesso ristorantino. E' l'Ambrosio Cinecafé, in Corso Vittorio Emanuele, a Torino, proprio davanti ala stazione di Porta Nuova. Noi eravamo in sala 1, grande, ben aerata e con struttura ad anfiteatro, che permette di godere pienamente del film anche alle persone più minute. bello schermo, ottimo audio. Della pellicola vogliamo salvare tre cose: Daniel Craig, capace di trasmettere un po' di credibilità e malinconia al pilota di Aston Martin più famoso della terra, un po' figlio degenere alla Road to Perdition , un po' intrepido anarchico Lord Asriel Judy Dench, così grande da ricordarci dei fasti di Lady Bracknell anche mentre rincorre Bond, James Bond che le combina guai la frase cult "la Tosca non è per tutti", detta a teatro da un signore che non si rende assolutamente conto di quello che gli accade int