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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Premi - The Versatile Blogger Award

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Ogni tanto mi lascio trascinare da queste catene di Sant'Antonio, anche se con moderazione, perché in fondo sono molto divertenti. Marco alias Il Bibliofilo mi ha omaggiato di questo premio, il Versatile Blogger Award, e lo ringrazio molto perché un riconoscimento, che è sempre piacevole, lo è ancora di più quando proviene da una fonte che si stima. Per potermi fregiare del titolo di Versatile, però, vi devo raccontare i fatti miei in 7 punti (io lo so che ne fareste anche a meno, ma vi tocca!). 1)Sono innamorata del mio lavoro, anche se ogni tanto mi chiedo perché non ho fatto la disegnatrice di moda o l'ingegnere in un cantiere. Potrei dire che è perché non ho vero genio come stilista, o perché non sono brava in matematica, ma non è la ragione vera: è perché ho ricevuto una vocazione, e come diceva il mio prof di Fisiologia, una mica fa la suora perché nessuno l'ha voluta sposare, lo fa perché ha avuto la chiamata. 2)Mio malgrado, dopo aver passato cinque anni a studiare

Habemus papam

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Il conclave si riunisce per eleggere il nuovo Papa e ogni cardinale, più o meno segretamente, prega di non essere il prescelto. La responsabilità, come il calice amaro di Cristo, tocca al cardinale Melville (l'individuo solo e affranto contro una natura ostile), che viene colto da una crisi di panico prima di presentarsi al balcone per l'acclamazione. Fatto inaudito, viene accolto uno psicanalista in Vaticano per provare a sciogliere qualche nodo, ma la relazione medico-paziente viene disturbata da parecchi fattori, prima fra tutti la necessità di tenere le sedute con tutto il conclave che sta ad ascoltare. Mentre lo psicanalista, sconfitto, si dedica ai conflitti del consesso porporato, il Santo Padre viene condotto fuori dalle mura dello Stato più piccolo del mondo... e scappa. Era tanto che non vedevo un film di Moretti che mi divertisse come quelli più vecchi: in questo in particolare ho rivisto i temi a me più cari già esplorati in La Messa è finita , cioè la ricerca dell&

Le avventure di Tintin - Il segreto dell'Unicorno

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Tintin non è uno dei miei personaggi più amati, ed è con un certo grado di sospetto che mi sono preparata alla visione di questo campione di incassi. Il giovane giornalista freelance compra al mercato di Mont Martre un modellino di una splendida nave da guerra antica, cui altre due persone appaiono molto interessate: il primo finisce trivellato di colpi d'arma da fuoco sulla soglia del nostro, il secondo è il russo Sacharine, il cui solo nome basta a far capire quanto sia pericoloso (gente, meglio un po' di sano zucchero!). Dall'albero maestro provvidamente rotto fuoriesce un'antica pergamena, ed eccoci catapultati in un'avventura in piena regola, con flashback di vite precedenti, antiche vendette, animali quasi umanizzati, grasse soprani milanesi e la nascita di un'amicizia straordinaria. Questa vorrebbe infatti essere la primissima avventura di Tintin con il Capitano Haddock, suo compagno inseparabile e fidato, per quanto pasticcione; mentre il protagonista è

Calèche - Hermés

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Il secondo dei profumi Hermés che recensisco è uno dei più noti e datati, che come i veri classici non perde mai il suo smalto. Creato nel 1961, unisce un'eleganza classica e sofisticata a note di testa molto briose che lo rendono adatto anche a donne giovani (conosco una giovanissima professionista che lo usa con gran piacere!!). All'inizio si sentono il bergamotto, le zagare e le aldeidi, che associate all'ambra e al sandalo del fondo ricordano un po' altre fragranze astratte come Chanel N5 e L'Air du Temps; il cuore è la parte più interessante, molto sfaccettata, una mescola di ylang-ylang, iris, gardenia e rosa. Il risultato è avvolgente e piacevolmente persistente, senza essere aggressivo né invadente. Lo storico flacone è stato disegnato stilizzando un fanale del cocchio di Hermés, il calèche , appunto, che compare sulla stilosissima confezione.

Il Trovatore

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La seconda opera, datata 1853, della cosiddetta "Trilogia Popolare" (insieme a Rigoletto e Traviata) è senz'altro quella che mi piace di più. Siamo in Spagna, all'inizio del Quattrocento, e gli uomini d'arme del Conte di Luna si raccontano storie paurose intorno al fuoco, come quella, a metà tra la leggenda e la tragedia, della zingara che morì sul rogo per aver gettato il malocchio sul bimbo dei Conti e fu vendicata con il sacrificio di un altro piccolo della stessa casa. Mentre i soldati così si affaccendano, e si scontrano con i gitani lì accampati, la dama di compagnia Leonora si innamora del Trovatore Manrico, il figlio della zingara Azucena, offendendo così i sentimenti del Conte di Luna che ha occhi solo per lei. A complicare il tutto, si scopre che Azucena è -incredibile!- la figlia della zingara morta sul rogo e Manrico non è suo figlio, bensì il fratello del Conte, che si credeva morto nel rogo; quando Manrico si scontra col rivale, mosso a pietà da una

Bella Cullen

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Pensavate che avessi desistito dal tappezzare il mio blog con personaggi della Twilight saga travestiti da modelli? Vi sbagliavate! Ecco qui Bella, già vampira -ché da umana mi era troppo antipatica, con un top Just Cavalli di seta e paillettes (probabilmente Alice glielo ha infilato a forza, ricattandola), pantaloni stretch Byblos e un bellissimo scialle di Salvatore Ferragamo, un misto lino-seta-lana ricamato con fili d'oro sul bordo. Per i sandali ho scelto Rodarte, quelle creazioni magnifiche ed immaginifiche che si possono indossare davvero solo con un cervelletto potenziato (e anche in quel caso, restare seduti è più prudente). Questa volta ho abbandonato le chine solite per dedicarmi, su consiglio di amici e parenti, alla matita tout court, come facevo quando ero più giovane. Certo, limita il colore, ma permette una libertà estrema nella definizione dei volumi. Mi sono regalata una favolosa matita 8B per le finiture grasse, che scivola come burro su un tegame, e un Blender,

Salvatore Giuliano

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Dopo un intermezzo leggero, torniamo ai film degni di questo nome con un fulgido esemplare del Neorealismo italiano. Posso dire una cosa sconveniente e vergognosa? A me il Neorealismo non piace. Lo considero una tassa dovuta, un sacrificio necessario sull'altare della storia dell'Arte in senso lato. E' un po' come leggere Verga: mi mette a disagio tutta questa ostentata e truce, brutta verità. Ciò detto, è imprescindibile Verga, come lo è Picasso (che pure non mi piace), come lo è Berlioz (idem come sopra), come lo è il Neorealismo. Eccomi dunque a pagare il mio tributo a Francesco Rosi con questo antesignano del docu-film, Salvatore Giuliano . Il Turiddu del titolo fu un bandito che nel secondo dopoguerra operò con la fazione separatista siciliana, che voleva l'indipendenza dell'isola dall'Italia e l'annessione agli Stati Uniti d'America. Tanti gruppi di disperati fecero da pedine nei grossi giochi orchestrati dalla mafia e dall'esercito, che ce

Top ten d'epoca

Adesso va di moda un giochino innocuo che consiste nel poter sbirciare la classifica delle dieci hits della settimana in cui siamo venuti al mondo. Mi sono incuriosita leggendo i post di Sailor Fede e di Silvia-personaggio austeniano, e sono andata a dare un'occhiata anche io sperando di trovare Freddy Mercury, qualche strascico di Pink Floyd e altre note cool ; ho avuto qualche bella sorpresa, ma anche alcune scoperte un po' deludenti... Quando sono nata? ditemelo voi guardando la classifica! 10) John e Solfamì (Cristina D'Avena): i Puffi!! Che forza, devo dire che è uno dei pezzi migliori della compilation! Ma come ha fatto a finire al decimo posto, la sigla di un cartone animato? Misteri... 9) Rocking Rolling (Scialpi): non avevo mai sentito né la canzone né il cantante e, tutto sommato, penso che sia stato un bene. Questa canzone è terribilmente lamentosa ed è corredata di un video che sembra una parodia degli aspetti deteriori degli Eighties . Da non recuperare. 8) M

Un principe tutto mio

Abbiamo cominciato l'anno con una serie di opere più che titolate, perciò mi sembra giunto il momento di lasciare spazio a uno di quei film che potrei mettere nell'apposita classifica della vergogna, qualcosa del tipo "I dieci film che mi piace vedere e rivedere, anche se me ne vergogno profondamente visto il loro scarso valore artistico intrinseco". Paige è al college, è studiosa e super-seria, non esce con i ragazzi perché teme che la distraggano dalle sue ambizioni di diventare un Medico senza Frontiere, è saggia, schietta e un po' troppo concreta. Edvard è principe di Danimarca, parla cinque lingue, non vuole farsi carico delle sue responsabilità ma è cresciuto a corte e conosce Shakespeare (vanto ai reali del Nord-Europa, che sono tra i più sensibili al mondo ai temi dell'alta cultura). Soren è un bravo aio moderno, e gli tocca seguire lo scioperato rampollo. Unite gli ingredienti, shakerate (non mescolate), ombrellino ed oliva e il cocktail è servito. Pa

Source Code

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Il Capitano Stevens si trova all'improvviso su un treno in compagnia di una bella ragazza che sembra conoscerlo con un altro nome. Dopo otto minuti di permanenza sul mezzo in corsa, un'esplosione distrugge ogni cosa e il Capitano si ritrova in una cabina nera, in collegamento con la sua superiore, il Capitano Goodwin, che lo informa di come ritornerà a più riprese sul treno per individuare chi ha posizionato la bomba, ogni volta per gli otto minuti consentiti dal Source Code, il nuovo sistema sviluppato dall'esercito che permette di ricreare otto minuti virtuali in una linea temporale parallela grazie ai circuiti neurali residui di persone comatose, come sono sia Stevens sia la persona di cui lui prende le fattezze sul treno. Fin qui tutto bene: l'idea è molto buona, la regia interessante, ottimi gli attori. Vero è pure che l'idea della ripetizione di un lasso di tempo breve si era già vista, ma questa declinazione è ben costruita e mantiene molto bene la tensione.

Eternal Sunshine of the spotless mind (Se mi lasci ti cancello)

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Clementine e Joel si sono lasciati, dopo una travagliata storia d'amore, e lei si fa cancellare selettivamente i ricordi che concernono il loro fidanzamento da una piccola agenzia di nome Lacuna. Quando lui lo scopre, pieno di amarezza, tenta lo stesso procedimento, scoprendo che uno dei tecnici della Lacuna approfitta dei ricordi cancellati a Clementine per tentare di conquistarla; scopre anche, in extremis , di non volerla dimenticare, ma è ormai troppo tardi: i due tecnici che dovrebbero sorvegliarlo, Mary e Stan, sono impegnati in uno scambio amoroso e non si accorgono di nulla. Proprio Mary viene a sapere che presso la Lacuna ha cancellato il suo passato amore clandestino con il creatore di Lacuna, Howard, e, in un'ondata di rimpianto e risentimento, manda a varie persone sottoposte a cancellazioni mnesiche selettive le prove dell'intervento che hanno subito. Joel e Clem, ormai dimentichi l'uno dell'altra, si sono re-incontrati e re-innamorati alla velocità del

Mare Dentro

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Ramon Sampedro è tetraplegico da molti anni anni, e l’eutanasia che chiede ormai insistentemente continua ad essergli negata, nella Spagna dei retaggi cattolici pre-Zapatero. Attorno a lui la famiglia si spacca tra chi comprende il suo desiderio di liberarsi da una vita difficilissima, percepita come un calvario umiliante senza scopo, e chi invece accusa esplicitamente di superbia la volontà del protagonista. Dopo il coinvolgimento degli attivisti per il movimento per il testamento biologico Ramon fa conoscenza anche di Julia, affetta da una patologia progressiva che la porta a considerare la sua fine in maniera simile al compagno di sventure. L’aspetto migliore di questo film è la difesa non di morire ma di scegliere liberamente. Scegliere liberamente di vivere, magari, e di farsi collegare ad un respiratore per anni lunghissimi, se questo si desidera, anche in un momento in cui una scelta di questo tipo non sarebbe considerata “di moda” e condivisibile. Oppure scegliere di sposarsi p

L'ultimo Catone

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Ottavia Salina è una paleografa molto stimata che ha la grande fortuna di lavorare in un sito più che esclusivo, i sotterranei dell’Archivio Segreto Vaticano. L’essere una religiosa di un ordine senz’abito non le impedisce di coltivare una spocchia che ce la rende incredibilmente antipatica entro le prime venti pagine, in cui scopriamo come le alte sfere ecclesiastiche abbiano bisogno di lei per risolvere il mistero di un giovane etiope dal cadavere coperto di scarificazioni nelle specie di sette croci. Con l’aiuto di un colosso svizzero dal nome ridicolo di Kaspar Linus Glauser-Roist (presto ribattezzato dalla protagonista “la Roccia”) e di un esule egiziano con un pedigree multi continentale, Farag Boswell, la dottoressa Salina scopre –nell’ordine- l’esistenza di una setta dedita all’adorazione della Vera Croce di Cristo, gli Staurophylakes, il segreto della ricchezza della sua famiglia (sono mafiosi), l’amore, l’amicizia e perfino il valore di un po’ di umiltà. Nonostante l’urticant

La spada nella roccia

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Mago Merlino vive con il fido gufo Anacleto, nell’attesa di una misteriosa identità di cui doversi occupare, e che cambierà il futuro dell’Inghilterra, afflitta da un lungo periodo di guerre civili e disordini sociali. Sfondando il tetto, giunge per un tè Semola, orfano garzone di un signorotto locale, la cui massima aspirazione è poter diventare scudiero di Caio, il figlio becero e acromegalico del padrone di casa. Merlino inizia dunque l’educazione del fanciullo, destinato ad estrarre la Spada nella roccia ed entrare nella leggenda col nome di Re Artù. Tratto dal libro di T.H. White, questo film del 1963 ha un tono scanzonato e allegro, con un protagonista ignorante ma volenteroso e un coprotagonista-mentore pasticcione e sconclusionato, che pone rimedio alle sue irritazioni trasferendosi ad Honolulu (all’epoca non ancora scoperta, ovviamente), in forma di razzo umano, cosa che piacerebbe anche a me; l’unico personaggio dotato di buon senso è Anacleto, che avendo un pessimo carattere

Nuovomondo

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Il fenomeno migratorio verso gli Stati Uniti che coinvolse tanti nostri conterranei nei primi anni del Novecento è stato oggetto di numerosissime opere cinematografiche, ma mai in modo così poetico come in quest’opera che ha portato la notorietà al suo autore, Crialese. La famiglia Mancuso si imbarca sul transatlantico che la porterà ad Ellis Island, dopo aver ricevuto i doni dell’intero paesello (compresi i vestiti “buoni” che il camposantaro recupera dalle salme) e accolto le speranze di tutti i familiari. A loro si aggrega Lucy, giovane ed elegante donna inglese che non può entrare da sola in America: le occorre infatti un marito che le permetta di sorpassare l’ultimo scoglio della dogana, e ottenere un passaporto. Durante la traversata, Salvatore, il capofamiglia, si innamora di lei, anima gentile e colta in cerca di emancipazione, che sfugge con pertinacia alle insistenze dei tizi equivoci che la qualificano erroneamente come ragazza leggera. All’arrivo a New York, però, il period

Carnage

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Zachary e Ethan sono undicenni che hanno deciso di risolvere le loro controversie in modo "incivile": il primo, con una canna di bambù, ha "sfigurato" il secondo, rompendogli due incisivi. I loro genitori si ritrovano a casa dell'offeso per scambiarsi le considerazioni del caso, intorno ad una fetta di torta; i Longstreet -genitori di Zachary- si profondono in scuse e i Cowan -la parte lesa- sono più che condiscendenti, ma dopo qualche convenevole i denti aguzzi dei quattro si rendono manifesti. Penelope (J. Foster) pontifica, dall'alto del suo impegno politico e sociale a beneficio dell'Africa (dove non è mai stata), mentre suo marito Michael (J. Reilly) tenta senza succeso di nascondere il suo disinteresse per l'intera vicenda, rivelando dopo poco di aver picchiato un ragazzo a sua volta in gioventù, ai tempi in cui faceva parte di una banda. Nancy (K. Winslet) è mortificata dall'accaduto, ma la sua umiltà non può spingersi a chinare la testa

Elizabeth - The golden age

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Dopo l'incoronazione e il voto di fedeltà assoluta al suo paese, prosegue l'avventura di Elisabetta I, magistralmente impersonata da Cate Blanchett in questo secondo film di Kapur. Sembra che il regista abbia l'ambizione di completare la trilogia, ma considerando che al momento degli eventi narrati la regina doveva avere ormai passato la cinquantina, il prossimo capitolo verrà girato in un convalescenziario. Nonostante la sua fermezza d'animo, Elisabetta I (Betta per gli amici) non è insensibile al fascino dei molti uomini che affollano la sua corte, in particolare il bel W. Raleigh, corsaro sincero e avvenente, che vanta qui l'aspetto lusinghiero di Clive Owen. Soffre non troppo in silenzio, Betta, mentre la sua prima dama di compagnia seduce il detto marinaio e dimentica i drammi privati cercando di non annegare nelle tragedie pubbliche: la cugina, Maria Stuarda, complotta contro di lei, e Filippo II di Spagna -qui tratteggiato come un fanatico religioso da operet

Una lunga domenica di passioni

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Mathilde è un'anima allegra e ottimista: il suo fidanzato Manech non è mai tornato dal fronte, ma lei è convinta che sia vivo, perché un filo li lega. E, del resto, se si sbagliasse, con quel filo ci si potrebbe sempre impiccare... Orfana e benestante, reduce da una poliomielite che l'ha resa claudicante ma acuta ed ostinata, Mathilde percorre in lungo e in largo il nord della Francia alla ricerca del suo amato, con frequenti soste a Parigi per conferire con il suo avvocato e con l'investigatore privato, Mr. Pire ("peggio"), che cerca per lei i protagonisti dei presunti ultimi istanti di Manech, condannato a morte per il delitto di automutilazione nel 1917. Ricostruiamo così a poco a poco un intreccio corale pieno di errori e ripensamenti, di coraggiosi contadini della Dordogna e di vivandieri pieni di risorse, amici disposti a condividere una donna per scappare dall'orrore della guerra e amanti prostitute che vendicano i loro angeli còrsi. Una lunga teoria di