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Visualizzazione dei post da ottobre, 2015

The Ghostbusters

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Di I.Reitman, con B.Murray, D.Akroyd, H.Ramis, S.Weaver. 1984. Cacciati dall'ateneo in cui gestivano un dubbio dipartimento di scienze paranormali, tre professori mettono su un'agenzia di acchiappafantasmi, che contro ogni logica e buonsenso va a gonfie vele. Ma cosa si cela dietro tanta attività spiritica all'improvvisio, nel pieno di New York? Il ritorno di un antico dio distruttore babilonese (o forse sumero, o forse ittita...). La sceneggiatura, scritta a due mani da Reitman e Akroid su uno spunto di quest'ultimo, non sarà l'apice della divulgazione scientifica sofisticata ma è brillante, divertente e piena di ritmo, cio' che del resto ha fatto di Ghostbusters una delle commedie più acclamate (e remunerative) non solo degli anni Ottanta. Gli attori sono in formissima e si divertono a ricreare dei personaggi a poche dimensioni, molto fumettistici, caratterizzati profondamente: c'è il sognatore entusiasta (Ray, Akroyd), lo scienziato precisino (Egon,

La guerra dei mondi

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Di S.Spielberg, con T.Cruise, D.Fanning, T.Robbins. 2004, 117' Ray Ferrier è un operaio specializzato con un matrimonio finito alla spalle e un rapporto teso con i suoi due figli: il diciottenne Robbie, indipendente e fondamentalmente buono, e la piccola Rachel, piena di fobie. Quando una tempesta magnetica si abbatte su New York, e giganti Tripodi sorgono dalle viscere della terra e cominciano ad abbattere ogni umano che si trovi nei pressi, Ray cerca di salvare i figli e di riportarli dalla madre. Ma ci sarà salvezza da qualche parte? Diciamo subito che gli attori sono tutti bravissimi, e in particolare Cruise è spettacolare nel ruolo per lui inabituale del perdente cronico, la colonna sonora non è la migliore che Willias abbia prodotto e gli effetti speciali sono magici. Ora approfondiamo il posto che La guerra dei mondi occupa per me nella strabiliante carriera del suo papà Steven. Senza dubbio il post-undici settembre e la costante paura di divenire oggetto di att

Un taxi per Tobruk

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Di D.De La Patellière, con L.Ventura e C.Aznavour. 1961 Nel 1941 una squadra di soldati francesi si trova a perdere il suo capitano e il mezzo con cui attraversava il deserto per recarsi verso Tobruk. Trovato un autocarro tedesco, ne uccidono l'equipaggio di cui si salva solo l'ufficiale; comincia cosi' una strana convivenza, e conoscenza, tra il capitano di Pomerania von Stegel, il brigadiere Dumas (Ventura), bonaccione dal cuore grande, Samuel Goldmann (Aznavour), medico ebreo fuggito dalle persecuzioni, il condannato a morte Jean e l'annoiato intellettuale figlio di papà François. Film estremamente lirico, ha i suoi due maggiori assi negli attori eccellenti (personalmente ho apprezzato soprattutto Lino Ventura) e nei dialoghi folgoranti di M. Audiard, neri e caustici, ma sempre immensamente divertenti e innegabilmente veri ("un somaro che cammina va più lontano di due intellettuali seduti"). una sottile malinconia, indubbiamente più che giustif

Asterix e Obelix al servizio di sua maestà

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Con Dépardieu, Luchini, Gallienne, Marcoré, Deneuve, Zingaretti, di L.Tirard. 2012 Cesare ha oltrepassato la manica e i Britanni si ritrovano in casa l'invasore, ma hanno sentito parlare di uno sparuto gruppo di Galli che ha saputo tenergli testa: perché dunque non andare a chieder loro aiuto, inviando il nobile Jolithorax fra loro? Asterix e Obelix naturalmente rispondono all'appello, ma i Romani, per frenarli, sono disposti anche a coalizzarsi con i feroci Normanni, desiderosi di cogliere il segreto della paura. Uno degli ultimi film live-action tratto dalla serie di Goscinny e Uderzo, è anche il migliore che mi sia capitato di vedere: le ambientazioni sono accurate, lo stile del disegno originale è rispettato nelle forme e nei colori, la sceneggiatura fa onore al battutario esilarante del fumetto. Inoltre sono stati impiegati attori di prim'ordine, pronti a divertirsi e a gigioneggiare ma senza mai peccare di trascuratezza nell'interpretazione. Dépardieu

Irrational Man

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Di W.Allen, con J.Phoenix, E.Stone. 2015 Abe Lucas, professore di filosofia dal vissuto travagliato e preceduto da una fama di sciupafemmine, sbarca in un tranquillo college di Newport, nel mezzo della borghesia azzimata del Rhode Island. Incontra l'insoddisfatta Rita, che sembra capirne bene i desideri, e l'allieva spigliata ma molto naïve Jill. Mentre si trascina in uno spleen immotivato, ascolta casualmente in un piccolo diner una conversazione a proposito di un abuso che un giudice corrotto sta infliggendo ad una madre impotente, e decide che la sua vita riacquisterà senso quando avrà eliminato dalla società un tale indegno elemento. Woody Allen è diventato un bravo regista, di grande esperienza e mestiere, e sa scegliere bene i suoi attori (quasi sempre). Questa commedia nera, in sé, sarebbe piuttosto divertente, ma diventa innocua e prevedibile se solo si conoscono minimamente i trascorsi del regista.  Sembra di essere alle prese con la versione "moralizzata

Only lovers left alive

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Di J.Jarmush, con T.Swinton, T.Hiddleston, M.Wasikowska, J.Hunt. 2013 Una coppia di vampiri vive separata dall'Atlantico, lei a Tangeri e lui a Detroit, placidamente dediti alle belle arti: Adam è un musicista underground, Eve una letterata amica di Marlowe. Quando Adam attraversa una delle sue -ci sembra di capire- frequenti fasi depressive, Eve fa i bagagli per assicurarsi che il suo grande amore non commetta qualche imprudenza autodiretta, ma durante la sua permanenza a Detroit sua sorella Ava compare a sorpresa scombinando tutti i fragili equilibri e infrangendo le necessarie precauzioni a mantenere l'anonimato. La partenza è lenta che più lenta ancora sarebbe in retromarcia temporale: per fortuna l'ho guardato stirando e la posizione eretta mi ha impedito di addormentarmi. Dopo essermi assuefatta alle inusuali atmosfere oniriche ed esangui, ho cominciato mio malgrado ad appassionarmi alle sorti della protagonista, mentre confesso candidamente che di quelle di lu

Scary Movie

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Di Ivory Wayans, con A Faris, D Sheridan etc . 2000 Parodia in primis di Scream, e di altri recenti film d'orrore, mette in scena l'arrivo di un misterioso serial killer in una provincia americana agiata e tranquilla. I liceali presi di mira sono gli epigoni paradigmatici di questo ceto medio-alto frivolo, imborghesito e scervellato. In particolare, i sei al centro della narrazione sono anche colpevoli, in misura più o meno variabile, di un omicidio colposo avvenuto un anno prima. Le citazioni si sprecano, dal succitato Scream a Le colline hanno gli occhi, passando da It, Matrix, Pulp Fiction e il Sesto senso, ma pure Dawson's Creek (con Dawson che entra dalla finestra in una scena-cameo tra le più riuscite del film). Per divertirsi, ci si diverte abbastanza, e credo si possa dire che il valore di questo Scary Movie sia di aver creato qualcosa che quindici anni fa era piuttosto originale, basato sulla ridicolizzazione spietata di ogni singolo topos del genere

Skim

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Di Mariko e Jillian Tamaki, 2008 Il ragazzo della reginetta della scuola si suicida, nonostante la sua apparente gioia di vivere, e i capi dell'istituto corrono ai ripari per sondare sentimenti di disagio negli adolescenti affidati alle loro cure; Ta questi, Kimberly Keiko Cameron, detta Skim "because she is not": not "slim" (è cicciottella a dir poco) e qualche volta "not at all" (not-Kim): un filo depressa, appassionata di esoterismo, umbratile e di gusti gotici, viene presto identificata come bersaglio e capro espiatorio del malessere sollevato dal suicidio, più che come elemento da aiutare. Medesima sorte la reginetta, ancora sconvolta dalla dipartita del fidanzato, e che è sicuramente molto meno oca di quanto non si sarebbe pensato. Scritto a due mani dalle due cugine canadesi Tamaki, è una graphic novel interessante e sottile, anche se talvolta poco leggera. Un po' per il tema trattato, del disagio giovanile, un po' per l'att

Footloose

di H.Ross, con K.Bacon. 1984 In una cittadina di provincia, in seguito ad un increscioso incidente, musica e ballo sono stati completamente proibiti. Quando Ren McCormack arriva da Chicago, non si rende neanche conto di infrangere ogni regolamento, ma il pastore del villaggio lo prende di mira (mentre sua figlia se ne innamora). La parte migliore del film è la sua rappresentazione di un'America profonda e rurale che copriva i pasticciacci della sua gioventù con tanti strati di bigotteria; secondo aspetto assolutamente salvabile è la performance di Kevin Bacon, ancora parecchio giovane. L'attrice è invece francamente dimenticabile. Le scene di ballo sono molto amate dalla critica, ma io non riesco a innamorarmene a causa di una colonna sonora poco travolgente, ciò che per un film musicale rappresenta un serio problema. L'altro grosso limite è la trama, farraginosa e dalla conclusione banalotta, trascinata per 110 minuti che sembrano, ahimè, molti di più. Da vedere una

Still Alice (Ancora io, Perdersi)

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di L.Genova, 2007 Quando Alice Howland, professore di linguistica ad Harvard, comincia ad avere difficoltà a reperire le parole, e finanche a ritrovare la strada di casa, pensa di essere stressata. Di attraversare una perimenopausa particolarmente travagliata. Certamente non di avere una Malattia di Alzheimer ad esordio precoce, con tanto di evidenza genetica. Esiste il modo di rimanere ancora Alice, quando ogni articolo scritto, ogni relazione, ogni nome, ogni volto perde di significato fino a cancellarsi nella sabbia della beta-amiloide [1]? C'è ancora la possibilità di volersi bene, con la consapevolezza di aver trasmesso un gene autosomico dominante a penetranza completa [2] alla propria progenie? Ho comprato questo libro alla fine del mio viaggio a Boston, pensando che sarebbe stato bello ritrovare tra le pagine il Charles River, il Boston Common e, naturalmente, Harvard Place. Avevo sentito qualche buona impressione, ma non mi aspettavo di trovare un'opera cosi

Giorno XXIX: il luogo che avresti sempre voluto visitare

La base spaziale di Proteggi la mia terra.  Quante volte mi sono immaginata quegli spazi, così verdi (per forza, con Mokuren che ci canta dentro), con le serre, le stanze private, quelle comuni, e persino la cella d'isolamento a prova di esper.  Mi sono chiesta più volte se tutto quel po' po' di spazio fosse su un solo livello o su più piani; mi sono arrovellata sulla sua scala reale (si fa per dire), dal momento che gli scienziati alieni sono alti quanto un dito, sulle fonti energetiche che permettevano di azionare porte, schermi e macchinari, e persino sull'altare nascosto e casualmente ritrovato. Trovo che la Hiwatari sia stata molto accorta nel dipingere questa ambientazione, concenrandosi sulla vita quotidiana senza entrare in inutili dettagli scientifici che magari non avrebbe saputo risolvere. 

giorno XXVIII: il tuo Gary Stue o Mary Sue preferiti

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Sailor Moon! L'invincibile paladina della giustizia non è coraggiosa (in senso tradizionale), non è particolarmente bella, non è fisicamente molto abile e soprattutto non è tanto intelligente.  Per far fronte a dette plurime carenze, la sua autrice l'ha  provvidamente  circondata di amiche-vestali adoranti che impersonano ognuna delle qualità in questione: nell'ordine, Sailor Jupiter, Mars, Venus e Mercury. Inspiegabilmente tutto si risolve sempre per il meglio, certo grazie all'inettitudine impareggiabile degli antagonisti, ma anche per l'intrinseca bontà di Usagi/Bunny e soprattutto per la sua dose incredibile di c...fortuna!  In realtà il messaggio di fondo che risalta è piuttosto positivo e difendibile: bisogna essere buone, leali, fare quello che bisogna anche se moriamo di paura e portandoci dietro tutti i nostri limiti, conscie che nella vita bisogna impegnarsi fino in fondo in ogni avventura, ma pure che senza una bella botta di fortuna al

Giorno XXVII: il tuo sogno proibito

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TEMPO per fare stupidate. Curioso come il sogno proibito cambi radicalmente in pochi anni di vita... sette-otto anni fa in cima alla lista ci sarebbe stata un'avventura indocinese con Corto Maltese, al ginnasio Demian nella sua mantella militare troneggiava in mezzo agli spasimanti letterari.  A ritroso negli anni, alle medie avrei voluto essere la signora di Pemberley (questo ancora oggi non mi dispiacerebbe, ma mi porterei il marito attuale a viverci dentro, che in fondo a Darcy somiglia un poco, per certi versi). Oggi Demian mi appare più che altro come il prodotto ipertrofico di una mente aggrovigliata dalla psicanalisi, e Corto Maltese resta sempre un sogno ma molto sbiadito, come in uno degli acquerelli in cui Pratt tanto eccelleva.  Invece mi piacerebbe tanto non sentirmi in colpa tutte le volte che passo un'ora o due a cercare cretinate su internet, o a leggere fumetti che conosco già a memoria. Insomma, mi piacerebbe non rimproverarmi tutte le v

giorno XXVI: Il videogioco che ti riporta alla tua infanzia

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Diciamo infanzia estesa... il primo vero videogioco che ricordo si chiamava Lemmings, e mi piaceva tantissimo.  Questi esserini rosa avevano manie suicide e bisognava impedir loro di gettarsi in massa nelle fredde acque atlantiche, o di precipitarsi da qualche burrone.  La grafica oggi sembra al limite dell'archeologico, ma io la trovavo  all'epoca particolrmente  accattivante. Inoltre non era semplicissimo comprendere, di volta in volta, quali strumenti utilizzare per impedire la mattanza e passare al livello successivo! Mio marito or ora mi ha rivelato (gioia e gaudio) che il giochino era assai famoso e probabilmente ancora disponibile in rete, forse anche per utilizzo su smartphone: appena avrò mezz'ora consecutiva da dedicare a futili e rilassantissimi progetti proverò con lui a scaricarla. Non vedo l'ora. L'unico altro gioco che davvero mi appassionò per un certo periodo arrivò molto dopo (verso i tredici anni), ed ancora si giocava esclusivam

Giorno XXV: la tua dichiarazione d'amore preferita

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La dichiarazione d'amore è una vera trappola, perché è facilissimo anche per grandi autori scivolare in qualche melensaggine, o semplicemente in uno stile artefatto che non useremmo mai o ci farebbe sorridere qualora ci venisse rivolto. Del pur grandissimo romantico Tolstoj non ricordo una frase che avrei davvero voluto sentirmi dire da un uomo in carne ed ossa, per non parlare di Hugo e Manzoni che, nel comparto “dichiarazioni d'amore”, innamorano assai poco.  Detto questo, ecco una breve lista di alcune dichiarazioni esemplari nelle varie forme d'arte e di intrattenimento. 1)       LIBRI. Orgoglio e pregiudizio. Darcy si dichiara ad Elizabeth in ben due occasioni: nella prima ci mostra tutto ciò che NON avrebbe dovuto dire, nella seconda rasenta semplicemente la perfezione. 2)      FUMETTI. Touch. Tatsuya, in disaccordo con tutti gli altri protagonisti di Adachi, prende il coraggio a due mani e confessa i suoi evidenti sentimenti a Minami, in una scena

Giorno XXIV: la tua fiera preferita

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Il leone! Non ho mai trovato l'occasione di andare ad una fiera del fumetto, anche se me ne dispiaccio assai. Magari verrà il tempo anche per quello. Per ora mi contento di leggere avidamente i resoconti delle sortite di amici e amiche bloggers!

Giorno XIII: : il tuo videogioco preferito tratto da una serie che ami

A parte il solitario di carte, Prato Fiorito e gli scacchi, che non credo neppure si possano qualificare come “videogiochi” come intesi dalla domanda, non ho mai giocato un granché.  In particolare ho molta difficoltà a seguire i giochi “moderni”, e con questo intendo semplicemente post-playstation (sono vecchietta!!), perché mi difetta disperatamente la coordinazione occhio-mano necessaria per non far morire di morte tristissima il mio personaggio in meno di quarantacinque secondi. Penso che mi piacerebbe provare un Harry Potter, però, perché ho visto delle ambientazioni veramente graziose e raffinate.

Giorno XXII: il titolo che ti hanno suggerito e non ti è piaciuto

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Game of Thrones.  È stato un'incredibile delusione poiché tutti ne parlavano così bene; mio marito ha noleggiato il primo DVD sul lavoro e l'abbiamo trovato terribile! In due ore abbiamo visto una sequenza di omicidi inutili, violenze gratuite fisiche e morali, fratelli incestuosi, sesso animalesco che l'erotismo non sa proprio dove stia di casa e -soprattutto- nessuno sviluppo della trama. Niente di niente. Nessuna sorpresa, nessuna azione. Un sacco di décor buttato un po' a caso, che fa seguito ad una sigla davvero caruccia. Ma migliora dopo? Comincia ad aggrovigliarsi una storia? Eppure ne avevo sentito parlare da persone di cui ho una certa fiducia: una coppia di amici che la sera ci si rilassa davanti, colleghi che fanno il countdown dell'uscita della nuova stagione, un'amica che mi aveva confessato di aver divorato i libri (che però forse hanno un ritmo differente, non saprei), e persino la raccomandazione di Pensieri Cannibali, blog in