Assassinio sull'Orient Express

Di e con K.Branagh, J.Depp, J.Dench, M.Pfeiffer, D.Ridley, P.Cruz, W.Dafoe, D.Jacobi. 2017

Visto a Clermont Ferrand alla sala de Le Paris, piuttosto piccola ma comoda e pulita. Il cinema serve popcorn ma niente gauffres, il che sarebbe stato gradito visto il freddo ma è comprensibile per necessità di igiene delle sale. Per fortuna c'è la possibilità della versione originale. 

Hercule Poirot deve rientrare in Inghilterra, ove i suoi servigi intellettuali sono richiesti urgentemente, e parte da Istanbul con l'Orient Express, su cui viene prontamente commesso un delitto. Un malfattore mafioseggiante viene barbaramente crivellato di pugnalate ed Hercule, che sperava di godersi tre giorni di riposo e letture Dickensiane, si trova suo malgrado a dover smascherare l'assassino.

Il primo poster di Assassinio sull'Orient Express rilasciato da 20th Century Fox

Non ricordavo la trama del libro e non ho mai visto la famosa trasposizione di Sidney Lumet, quindi avevo una mente abbastanza aperta rispetto alla situazione e devo dire di essere soddisfatta. In sé il film è valido, esteticamente molto bello, e la sceneggiatura è ben costruita, con una ricerca dell'assassino assai appassionante. Trasmette davvero il desiderio di capire chi sia il colpevole, che per me è sempre il primum movens di un giallo ad enigma.
La forza più evidente della pellicola è il gran corteo di attori schierati, capitati da un Branagh sempre in gran spolvero e in questo caso particolarmente brillante nonostante dei baffi al limite del ridicolo, ma strettamente ripresi dalla descrizione della Christie. Persino Depp, che ultimamente inanella disastri sopra le righe, era ben calato nella parte, misurato, oscuro al punto giusto (e anche moderatamente repellente), e M. Pfeiffer superba, ricorda i fasti di epoche passate. Mi è anche piaciuta Daisy Ridley, chiara prova del fatto che la ragazza sa recitare se ben diretta ed è bella e femminile se ben truccata e vestita (per chi pensava che fosse un palo della luce travestito da Jedi). Penelope Cruz non mi è piaciuta tantissimo, sembra vecchia e brutta e anche un po' matta, e credo che la Bergman nel film del Settantaquattro avesse un altro charme.

Benché la messa in scena risulti un po' raffreddata da una certa tendenza alla parodia e da qualche ripresa aerea eccessivamente computerizzata, trovo la ricerca di perfezione formale deliziosa e fresca. E chi sono io per rimproverare un eccesso di stile dandy al caro vecchio Kenneth? Certo, è lezioso, d'accordo è "leccato", pero' è finalmente un regista che si sforza di mostrare ambienti lussuosi, protagonisti belli (anche i comprimari, come il capotreno Bouc, molto simpatico) e sfondi grandiosi. Molto bene, adesso aspettiamo Morte sul Nilo.


Commenti

  1. Uno dei più bei film dell'autunno-inverno 2017, giustamente premiato dal pubblico (qui è ancora nelle sale e ha incassato più di 13milioni di euro; va così bene anche in Francia?)
    Ha qualche difetto (chi non ne ha?) come il surreale prologo a Gerusalemme (nel romanzo non c'è): solo nelle barzellette un rabbino, un prete cristiano e un imam si trovano insieme davanti al Muro del Pianto; forse vuol essere un invito alla convivenza pacifica... nel qual caso lo sceneggiatore è perdonabile
    Non perdonabile l'aver trasformato le modeste montagne balcaniche in maestose vette prese in prestito dalla Nuova Zelanda (la valanga che fa deragliare il treno l'ha provocata Saruman?). Va bene rendere spettacolare il film, ma c'è un limite a tutto!
    Concordo, infine, sul fatto che di Ingrid Bergman ce n'è una sola.
    Buon 2018, Cecilia!

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    1. Buon 2018 anche a te!!
      In effetti quando penso a Assassinio come a un film un po' freddo non pensavo alle montagne... probabilmente inserite per dare un tocco più artico, sembra tutto più alla buona in collina :) Mi sembra che anche i francesi abbiano apprezzato!

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