Blade Runner 2049

 Di D.Villeneuve, con R.Gosling, H.Ford, R.Wright, J.Leto. 2017


Trent'anni dopo i fatti narrati in Blade Runner, un nuovo "eliminatore" si occupa ancora di "ritirare" dei replicanti antichi, imperfetti, disobbedienti. Mentre elimina uno dei più vecchi, scopre che trent'anni prima un bambino era stato dato alla luce da una di questi replicanti venuti male, e la notizia di questa riproduzione miracolosa sconvolge la gerarchia umana a capo dell'inchiesta : bisogna eliminare il prodotto di questo concepimento. Inizia cosi' la lunga caccia di Joe (il nostro replicante si è dato un nome, tutto da solo!) al bambino impossibile (o bambina?), e ai suoi genitori. Parallelamente, la stessa ricerca è condotta da M. Wallace, il nuovo fabbricante di replicanti perfezionati, che sogna di riuscire a produrre una replicante fertile per coltivare meglio il suo delirio di onnipotenza, e da un gruppo replicante radicale che sopravvive ai margini della società.   





C'è una certa evidente bellezza in questo film, un pregio insito nei suoi preziosismi filmici, nella pulizia delle inquadrature, nella fotografia aristocratica, nella lentezza eterea del ritmo che si priva grazie al cielo di trambusti inopportuni, e persino nei colori militantemente esausti (al punto che mi sono chiesta se anche la verdura crescesse blu in questa nuova terra. La risposta, ovviamente, è che non cresce più e si mangiano proteine pre-processate di origine elminta). Il protagonista guida pure una Peugeot, come me, e sembra adorarla, proprio come me (risa di mio marito) anche se la sua è decisamente più accessoriata e le sue portiere si aprono come il bolide di Misato Katsuragi in Evangelion.

La trama finge lontanamente di richiamare il vecchio cult di Ridley Scott, fine unico per il quale sfrutta nomi e volti di personaggi la cui storia è indifferente alla situazione attuale. Il trucco Nostalgia nondimeno funziona, come spesso, e serve a mascherare almeno in parte le plurime imperfezioni di sceneggiatura. Per sottolineare la più grande: quando parte la grande caccia al bambino del miracolo, sono chiare le intenzioni dei militari umani (frenare il panico degli umani davanti alla prova che un replicante possieda un'anima) e quelle dei resistenti segreti (che ovviamente vogliono uno stendardo). Ma perché Jared Leto e la sua letale Luv vogliono il bimbo? Se il problema fosse capire come la replicante potesse concepire, è il suo DNA che bisognerebbe analizzare, non quello del figlio. Visto che il DNA in questione lo hanno(ossa, capelli, archivi!!), e che hanno anche quello del padre, al limite sarebbe più facile replicare SPOILER Deckard e Rachel e farli riprodurre di nuovo. Biologia, lezione 1 del secondo anno del liceo. Ma no, gli sceneggiatori odierni non ce la possono fare. P.K.Dick, rosica nella tua tomba.

Gli attori sono tutti molto bravi, primo tra tutti Gosling che più invecchia più mi piace, con la sola eccezione di Leto che risulta ridicolo in ogni inquadratura, sopra le righe, completamente afinalistico e schizoide. Neanch Elon Musk è cosi' risibilmente fuori dalla realtà (perché se lo fosse non funzionerebbe nel mondo). Harrison Ford, sempre di classe, sembra specializzato nel dare una fine più o meno aperta ai suoi grandi personaggi, da Deckard a Indiana Jones, passando per Han Solo (che già solo per questo, significa che devi averli fatti, dei personaggi di questa taglia, rimasti nella memoria collettiva).

La colonna sonora tenta di riprendere strumenti e afflati da Vangelis, ma... vabbe', ci avete provato.

Il maggior successo dei due film, avo ed epigono, resta la capacità di trasporre in immagini la sua epoca. Cosi' come Blade Runner parlava con acume dei fantasmi e dei sogni degli anni Ottanta, Blade Runner 2049 traduce bene alcune manie e ossessioni attuali. 

Il primo meditava su cosa sia la creatura rispetto al creatore, sull'amore (o no) del creatore per la creatura, sul disastro ambientale incombente, sul vuoto di dèi che produce freddo e bruttume esteriore e come lentamente questi si interiorizzino ; il secondo indica come l'intercomunicazione sia diventata poco più di un ologramma che maschera delle velleità poveramente onanistiche, come il tracollo ambientale sia stato ormai compiuto e introiettato, come il ripiego su di sé e sui valori umani più "sentimentali" e privati abbia preso il posto, nel bene e nel male, dell'ideologia politico-sociale, al punto che il recupero del "sé" animale e primordiale diventa prioritario. Ah, da bravo neurologo mi scordavo la fissazione sulla natura della memoria. 

Commenti

  1. Se ricordo bene il film non incassò molto. Improbabile un sequel, che il finale aperto rendeva possibile.
    Merito maggiore di BR 2049 è la profezia di un futuro di grande progresso tecnologico e disastrosa degradazione dell'ambiente (simboleggiata dall'albero morto sotto cui era stata sepolta Rachael).
    Siamo ancora in tempo (negli anni che ci separano dal 2049) per salvare la Madreterra o i nostri nipoti dovranno adattarsi a vivere su Marte?

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    1. ma tutto sto grande progresso tech ? la disastrosa degradazione, si' con un po' di ottimismo ce la possiamo fare. Io pero' i vermi non li mangio. Piuttosto miociti di sintesi... anche li', spiegami questa cosa, è facile riprodurre dei replicanti ma la costata di vitello no. Nonsense. Dove cagreghughno sono finiti gli sceneggiatori buoni ???????

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  2. Esteticamente perfetto, tecnicamente elaborato. Però la sceneggiatura filosofa spicciaiola non regge tanto e 30 minuti in iù si fanno sentire. Tralasciando questo è un seguito fatto con amore ed impegno!

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  4. Molto semplicemente: Blade Runner è un capolavoro perfetto in tutte le sue parti e irraggiungibile (nonostante qualche tentativo di rovinare il finale). B. R. 49 è un altro dei filmoni di fantascienza che hanno invaso il mercato sulla scia del capostipite.

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  5. Tanti i temi trattati, come il morire per una giusta causa, la cosa più umana che si possa fare. Oppure la riflessione sul ruolo della memoria e sulla fragilità del digitale. Il protagonista deve mettere le mani nel fango, invece che sulla tastiera visto che il blackout ha distrutto i "big data". L'analogico è la sola possibilità.
    Comunque hai ragione: l'effetto nostalgia ha colpito anche me!

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  6. Grazie per i post interessanti e utili

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