Malavita

Di L.Besson, con R.DeNiro, M.Pfeiffer, T.LeeJones, 2013

I Manzoni sono una famiglia italoamericana guidata da Giovanni (DeNiro), ex mafioso pentito. A causa del programma di protezione testimoni, il cui protocollo infrangono costantemente, hanno ormai fatto il giro di mezza America e sono in fuga da Nizza e dalla Provenza. Sbarcano (è il caso di dirlo) in Normandia, dove cercano disperatamente di integrarsi nonostante l'assenza desolante di pomodori degni di questo nome e burro di noccioline, e la presenza troppo assidua di panna e memorie del D-Day.

Besson riprende un film dal titolo omonimo, ma dà vita ad una commedia nera che sembra in effetti una parodia dei personaggi cui DeNiro e Pfeiffer davano vita quando erano ragazzi. Come il protagonista di GoodFella (Quei bravi ragazzi, citato proprio da Besson che manda DeNiro ad animare il cineforum normanno sul capolavoro di Scorsese), sorge un po' il sospetto che Giovanni e sua moglie Maggie rimpiangano a tratti la vita in seno alla famiglia mafiosa che hanno tradito e che la loro pazienza verso il mondo "di fuori" sia ormai limitata.

Non è un capolavoro di finezza, ma è divertente e caustico senza essere cinico, e brilla per qualche spunto interessante e vagamente sovversivo: ma chi l'ha detto che i buoni son sempre dalla parte giusta? e poi, i buoni, come si definiscono? e come si riconoscono?
Sinceramente lo trovo non riuscitissimo, ha una trama deficitaria e approssimativa, ma resta un film decisamente decoroso, nonostante la critica ci abbia sparato sopra a zero.
Mi ha sorpreso l'accento con cui il caro Luc dipinge i suoi antichi vicini di casa, apparentemente gentili e cordiali e in effetti piuttosto restii ad accettare lo straniero: il paesetto nordico non esce coperto di gloria, tra preti con l'assoluzione difficile, supplenti di matematica poco seri e di cattivo gusto e droghieri convinti che gli Americani debbano essere obesi per forza, nonostante la prova provata della taglia XXS di Michelle Pfeiffer. 
Gli attori sono delle leggende, proprio ottimi, chiara prova che a fare un film col francese più fracassone e fuori di testa del mondo vengono sempre tutti con piacere, per quanto sia lungo il loro curriculum!!

Commenti

  1. So che a molti non è piaciuto; io lo trovo incantevole!
    Basterebbe la storia della freddura di Warren (Gudunov - good enough) che, per una serie di improbabili eventi, rimbalza da una rivista scolastica alla cella del megaboss

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    1. If it's Good-unof for you, than it's good-enough for me ;)

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