Via col vento (libro)

Di M.Mitchell, 1936

Scarlett O'Hara ha sedici anni e un grande amore per il vicino di casa, Ashley. La guerra fra gli stati si prepara e lei se ne infischia superbamente. Quando comprende che Ashley sta davvero per sposare sua cugina Melanie, una donna gentile e riflessiva, Scarlett per ripicca sposa il di lei fratello e si fa mettere incinta nel giro di una settimana dalle nozze. Nel frattempo, ha colpito l'occhio di un avventuriero più vecchio di lei, e decisamente più vissuto: Rhett Butler...

La storia è lunghissima, si dipana per oltre 1500 pagine e copre tutta la guerra di Secessione e il periodo, forse ancora più duro, della Ricostruzione. Scarlett ci viene presentata bambina e la seguiamo, per punti salienti, fino ai suoi 28 anni, dopo tre mariti, tre figli, la morte di entrambi i genitori e ancora molti altri eventi, ognuno dei quali la priva di un po' di infanzia per portarla nella cruda verità dell'età adulta. Quella fase, "pericolosa per ogni donna", in cui ci si rende conto di che cosa possiamo davvero sopportare, quando pensiamo di aver perso tutto, e ci rendiamo conto di che cosa siamo davvero capaci, mentre osserviamo cio' che ci è stato inesorabilmente portato via. Col vento.

Scarlett è il più strano dei personaggi femminili: oca, ignorante, bugiarda, insensibile e limitata, ci si affeziona a lei contro ogni buon senso e migliore intenzione, proprio come l'acuto Rhett, a causa di quella sua umanità cosi' felina e terrestre che fa percepire l'origine della Vita. Tutto è profondamente vitale in lei: dorme con un marito e rimane incinta, partorisce senza affani e riprende la linea a tempo di record, lavora la terra (benché non l'abbia mai fatto) ed ecco il cotone, uccide un uomo e rifonda la sua fortuna. Se non fosse cosi' irrimediabilmente cretina sarebbe troppo antipatica, e invece, con tutte le sue arti femminili, è sorprendentemente ingenua. Quella seduzione che applica metodicamente e che ha appreso da bambina è un'arma a breve termine, funziona solo su uomini di un tempo passato che non ritornerà più, ed è il suo giogo e la sua maledizione: a lei sono insensibili entrambi gli uomini della sua vita. Rhett e Ashley sono entrambi innamorati del suo lato animale: uno vorrebbe sposarlo e rendergli onore e farlo vivere alla luce del giorno, l'altro vorrebbe farci l'amore proibito e di nascosto. In un modo fumoso lei lo intuisce... solo che confonde i due personaggi!!

Nonostante la sua fervente attività, Scarlett non è femminista in alcun modo: si sorprende della sua abilità, che scopre per causa maggiore, e non esplora mai la sua sessualità (che anzi, tende a rifuggire, persa in fantasticherie platoniche su Ashley e convinta che fare l'amore serva solo a scodellare figli). L'unico personaggio progressista del romanzo è Rhett, sia nel rispetto che porta alle donne, sia in quello che mostra ai neri, sia nella percezione limpida del senso della Ricostruzione. Attraverso i suoi occhi, solamente, cogliamo l'estremo disagio dei neri (almeno nel personaggio di Mammy), maltrattati al punto da considerare coccole le angherie dei loro padroni: per il resto, a sentire la Mitchell -che è giusto un po' di parte- sarebbero stati tutti content di restare schiavi, accuditi e moralizzati dalle grandi famiglie latifondiste che la guerra civile ha estirpato dalle loro piantagioni.

Gran romanzo di formazione, che rispetto al film nasconde un grosso asso nella manca, insospettabile: Melania. Lungi dall'essere la gatta morta dei miei ricordi filmici, la vera Melanie è un fiore d'acciaio, piegato dalla malattia e da una rivoluzione di mores che la travolge in pieno, l'ultima grande signora del Sud, ma -come Scarlett scopre- "quando ne hai bisogno, è sempre dietro di te a coprirti le spalle". E sa tutto, vede tutto. Cio' che non sa, non l'ha voluto sapere. Oppure sapeva che era inesistente...

Commenti

  1. Scarlett non è una santa
    Ma, almeno in letteratura, ci colpiscono di più le donne come lei (vitali, cioè al di là del bene e del male) che le sante.
    Esempi? Madame Bovary, Mata Hari, Cleopatra, Manon Lescaut, Becky Sharp... mentre Lucia Mondella non se la fila nessuno

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