La cage dorée

Di R.Alves, con R.Blanco e J.deAlmeida, 2013

Maria e José sono una coppia di portoghesi di mezza età, emigrati a Parigi ormai da trentadue anni: lui è capocantiere in una grossa ditta di costruzioni, lei portinaia in un immobile, entrambi sono talmente gentili, disponibili e dotati da essere divenuti indispensabili nel loro piccolo microcosmo. Ma all'improvviso José eredita la vecchia azienda di famiglia, con una clausola: l'erede deve risiedere in Portogallo. La voce si sparge, e tutti danno fondo all'immaginazione per non lasciar partire i coniugi...

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Opera prima di un giovane regista portoghese oramai naturalizzato francese, la gabbia dorata è un film pieno di brio e di humour, con poca malinconia ma ben utilizzata (che senza fado la vita sarebbe come la minestra senza sale), girato con competenza e recitato molto bene.
La descrizione della famiglia portoghese, per quanto di valore più folkloristico che sociologico, mi ha fatto pensare alle nostre grandi casate meridionali: a volte mi manca un po' quella concezione antica, per cui la "famiglia" non è mamma-papà-figlio, ma mamma-papà-figlio-zio-nonna-cugina-zia-sorella-prozia etc. Insomma, una struttura più greco-latina, come si vedeva anche in un altro film a me molto caro, Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco.
Anche i personaggi di contorno sono ben delineati, in particolare i futuri consuoceri di Maria e José, due parigini "veri", altoborghesi (lui è l'imprenditore capo di José, sua moglie fa l'artista svampita) ma in realtà molto più autentici di quanto il loro statuto sociale non lascerebbe credere. Soprattutto lei è piena di sorprese: per trucco di sceneggiatura, lo spettatore è portato a credere cio' che tutti intorno a lei sembrano significare, ovvero che sia un'oca giuliva che inanella gaffes. In realtà è una donna dolce, aperta, disposta davvero ad accogliere l'altro, e i suoi scivoloni di gusto sono in realtà dovuti proprio al suo buttarsi verso l'altro senza troppo calcolare, in assoluta buona fede.
Il finale è un po' scontato, ma il resto è davvero un buon prodotto, che meritava in pieno la nomina ai César e ad un festival qui abbastanza noto e di buona fama ("international du film de comédie de l'Alpe de Huez"). Bellissima serata.

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