Il Padrino
Di F.Ford Coppola, con M.Brando, A.Pacino, R.Duvall, D.Keaton. 1972
A metà degli anni Quaranta, la famiglia Corleone è guidata da don Vito, è una delle cinque più influenti di Manhattan e si occupa soprattutto di gioco d'azzardo e contrabbando; quando al padrino viene proposto di inserirsi nel nascente narcotraffico, rifiuta per riserve morali. Tal gran rifiuto scatena una violenta reazione a catena, che porta non solo a faide decennali tra famiglie mafiose, ma anche all'ascesa di Micheal, il figlio più giovane di don Vito e inizialmente il più restio a inserirsi nel "giro".
Votato ripetutamente tra i migliori film della storia del cinema, rasenta la perfezione. Unisce una trama perfettamente congegnata e un incredibile ritmo ad una realizzazione grafica sublime, che riunisce con incredibile omogeneità i quadri bucolici delle scene del matrimonio, le riprese telescopiche dell'ospedale e di Holliwood, le sequenze mute dell'affastellarsi di cadaveri e ancora le inquadrature a grandangolo delle riunioni dei capifamiglia. E' incredibile pensare che Coppola rischio' il posto di regista a giorni alterni perché non piaceva ai produttori...
I protagonisti sono entrati nel mito: Marlon Brando risollevo' la sua carriera, che sembrava ormai sul viale del tramonto, e che poi prosegui' con il da me odiatissimo Ultimo Tango, incarnando il Padrino dalla mascella ipertrofica. Ogni sua apparizione sullo schermo emana un carisma immenso, con un piccolo gesto della mano trasmette sensazioni non veicolabili senza pagine e pagine di descrizioni. La grandezza, soprattutto futura, di Al Pacino si desume anche dal non essere oscurato da tale gigante.
Anche altri personaggi minori restano impressi nella memoria, a partire dal fratello adottivo di Michael, il Tom "consigliere" impersonato dal credibilissimo Robert Duvall, o ancora il figlio primogenito Santino ("Sonny") interpretato da James Caan. A tutti loro, benché cattivi per antonomasia, non si riesce a non affezionarsi, in qualche misura: ci hanno catturato dalla prima scena, con un'offerta che nessuno puo' rifiutare.
E' abbastanza sorprendente, osservando con occhi contemporanei, il ruolo veramente defilato e silente delle donne della famiglia, che sembrano non sapere nulla, non sospettare nulla, non temere nulla, divise tra madonne sofferenti intente a piangere di volta in volta i caduti (moglie di Don Vito) e oche giulive (Apollonia), tra vittime battute (Connie) e tragiche consapevoli ma incredule (Kay).
Solo una breve menzione alla colonna sonora di Nino Rota, talmente azzeccata da vivere di vita propria: anche chi non avesse mai ancora visto il film, sicuramente ne riconosce il motivo portante.
Hai detto molto bene: la musica di Rota (sempre sia lodato) è talmente bella che la conoscono tutti... almeno tutti quelli che non si sono guastati i timpani in discoteca
RispondiEliminaavrei voluto scrivere una nota particolare su questo... secondo te com'è possibile che compositori come Rota, Morricone e Williams creassero dei motivi che, suonati dall'orchestra sinfonica competono con i grandi della classica, ma possono essere riprodotti in modo riconoscibilissimo da un bambino di 10 anni? il motivetto del padrino, la marcia di Darth Vador, o ancora il "ua-ua-uaaa" del Buono+Brutto+Cattivo restano grandi anche in questo. Chi ricorda le pomposissime produzioni di Zimmer, quelle sofisticate di Desplat e quelle leziose della Portman?
EliminaGrazie! e tra l'altro, credo che la sequenza muta che mostra lo sterminio dei vari capiclan sia stata girata e montata da George Lucas... il mondo è piccolo ;)
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