Iron Man
Di J. Favreau, con R Downey JR, G.Paltrow, J.Bridges. 2008
Tony Stark è un signore della
guerra. Ha un bell’aspetto ripulito a metà tra il finanziere e l’ereditiere
americano, ma la fortuna della famiglia proviene dallo sviluppo e dal commercio
di armi sempre più letali, diffuse in particolare nelle zone calde del medio
Oriente. Ufficialmente solo ai "nostri", ma si sa come funzionano queste cose... qualche fuga è obbligatoria. Al contempo l’enfant terrible
è anche un ingegnere geniale, che quando viene ferito e preso ostaggio da
loschi figuri sa inventarsi un nuovo cuore meccanico e un esoscheletro che ne
fanno di fatto un superuomo, Iron Man.
La poetica Marvel è abbastanza
rispettata in questo film, uno dei più celebrati a tema supereroistico degli
ultimi anni. Ambiente fracassone, buoni che vincono, trama piuttosto semplice.
Vi sono però alcuni interessanti aspetti di discontinuità rispetto al paradigma
Uomo Ragno/X-men etc: innanzitutto il fatto che il protagonista è sì meccanicamente
potenziato, ma senza armatura non è in alcun modo diverso da un comune essere
umano. È un ingegnere (già per questo ci piace, in famiglia) con indubbio genio
da vendere, ma non è magicamente trasformato, ha geni comunissimi, non sarebbe
obbligato all’anonimato se non per buon senso, di cui per altro difetta. Si è
fatto da solo, insomma, un self-made-hero.

Nonostante la tematica degli
armamenti e della guerra, l’ambientazione non è pessimista e oscura, come nella
maggior parte dei blockbuster suoi contemporanei, a partire dal reboot
dell’Uomo Ragno, la cui fotografia è talmente buia da impedire talora la
visione. Recupererò anche il primo Avengers per rivedere Tony il gradasso, in
attesa del secondo volume in uscita nel 2015.
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