The Tree of Life

Di T. Malick, con B.Pitt, J.Chastain, S.Penn. 2011, 138'

La famiglia è un piccolo universo in evoluzione (qualunque cosa "evoluzione" voglia dire), e Malick ci racconta la storia del secondo intervallata con quella di un'esemplare di nucleo americano. Mamma dolce, papà burbero (non cattivo, solo frustrato) e tre figli, di cui il secondogenito destinato a prematura scomparsa -non è spoiler, dal momento che ciò accade nei primi 4 minuti di visione.

La trama della parte microcosmica è semplice, piana. Come del resto il dipanarsi della storia dell'Universo. Questo sembra dirci il regista, tutto procede nella Grazia (sotto le forme di quella luce polverosa che Malick usa con superba maestria) e attraverso la Natura, che a volte è un po' brutale ma a suo modo in fondo efficace nel dirigere gli eventi.
Amare vuol dire forse riuscire a vedere con occhio consapevole queste due forze, riconoscere in quali diversi aspetti ci hanno plasmati e cercare di operare una crasi tra esse. ATTENZIONE SPOILER Sean Penn, il primogenito, dopo molti anni dal blocco di trama centrale, deve riconoscere con un po' di rammarico di essere più simile di quanto non vorrebbe al padre, brusco e rigido, un filo instabile, ma è stato smussato dall'affetto morbido e carezzevole della mamma, e in una visione riesce a ritrovarli. FINE SPOILER


Come se non bastassero i temi densi e veramente ben interpretati, c'è l'incantevole messa in scena. Grazie Malick, che ci metti quindici anni a fare un film: si vede che ci pensi. Perché non fai una breve presentazione ppt a Woody Allen di questa tua posizione stilistica? Magari avrebbe una visione anche lui.
Dicevamo, i segnali di stile. Che film, ragazzi. Che film! Anche ad un occhio non troppo cinefilo l'impostazione ricorda da vicino 2001 Odissea nello spazio (e come ha detto un critico americano, Malick riesce rispetto al capolavoro di Kubrick a trasmettere emozioni umanissime e a creare un senso di empatia anche per le scene più distanti). Lo sviluppo del macrocosmo e il suo termine in una nana bianca condividono con 2001 non solo la struttura, ma anche il tipo di effetti speciali e di fotografia, che non a caso hanno nei due film lo stesso papà, Douglas Trumbull. Non c'è computer graphic, ma immagini al microscopio, esperimenti di fisica dei fluidi, invenzioni suggestive ma anche coraggio nel filmare un effetto chimico inatteso (cosa a cui, per sua natura, la CGI rinuncia). In una parola, le immagini sono favolose. La regia, squisita, Le intenzioni ambiziose e mirevoli. Questo film va guardato.

Commenti

  1. è una meraviglia per gli occhi
    la prima volta che l'ho visto mi ha fatto soffrire per i ricordi che suscitava (anch'io negli anni '50 ho subito un padre incattivito dalla vita; fortunatamente i miei fratelli sono tutti vivi)
    la seconda volta l'ho visto con mio figlio e ho fatto pace con Malick

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    1. D'accordo con Marco, è una festa per gli occhi, come scritto per altri film, ma sui temi devo approfondire.

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  2. già, quasi una versione più emozionante di 2001: odissea nello spazio.
    woody allen e molti altri dovrebbero prendere appunti, da Mastro Malick

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  3. Devo dire che di Malick non ho visto moltissimo e non sempre ci capiamo fino in fondo (per esempio i Giorni del Cielo mi aveva convinto ma non fino in fondo... il finale si perdeva). Questo è davvero splendido.

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