Sole a catinelle

Di e con Checco Zalone, 2013.
Visto all'Ideal di Torino, sala 2.

Checco, un rozzo rappresentante di una ditta produttrice di aspirapolvere, promette al figlio che se eccellerà in ogni materia lo porterà a fare una bellissima vacanza. Purtroppo per lui, che è in bolletta, il figlio è il primo della classe (e il cocco della maestra, educato e saggio), così gli tocca portarselo in giro per il Molise finché per caso non riceve l'invito di fermarsi col bambino in una villa di ricchissimi industriali, il cui rampollo le maniere brusche di Checco hanno riportato alla parola da una ostinata forma di "mutismo selettivo".

Normalmente non vado al cinema a vedere questo genere di film che, al massimo, guardo in tv in qualche tardivo passaggio, ma sabato sera avevo voglia di cinema e francamente il paesaggio mi sembrava sul deprimente, così ho scelto di farmi quattro risate disimpegnate. E ho fatto bene!
Certo la comicità impiegata è un po' rustica a voler essere generosi, e tratta la crisi con una leggerezza che sfiora il qualunquismo -soprattutto quando Checco illustra la sua visione dell'economia- però si ride e non si scade in volgarità eccessive che di solito affollano i cinepanettoni. 
La mia preferita è sicuramente la zia Ritella, che controlla il contatore elettrico e si fa venire le sincopi ogni volta che la bolletta supera i 6 euro: è troppo tenera. Benissimo poi la dissacrazione spietata del radical chic che si fa pubblico difensore degli ultimi del mondo, e disserta sulla nausea sartriana, ma annega i suoi patemi nello champagne o nel cinema "raffinato".
L'autoironia è la marcia migliore del film, e si estrinseca al massimo nelle terribili (e divertenti) canzoncine neomelodiche alla Gigi D'Alessio con cui Zalone aveva cominciato il suo percorso dai tempi di Zelig. Un po' di sana incoscienza permette di mantenere quel minimo di ottimismo che ancora ci consente di provare a trovare una soluzione all'impasse, altrimenti nel nostro futuro ci aspettano solo immobilità e disperazione; penso sia questo il motivo di base per cui un film senza pretese ha avuto così tanto successo.

Commenti

  1. non l'ho ancora visto, però essendomi divertito con i suoi due film precedenti sono felice di leggere - finalmente - un giudizio non radical-chic su questo ;)

    RispondiElimina
  2. hai visto che ci si può ancora sorprendere :) tra le recensioni che ho letto, la più carogna ammetteva candidamente di non aver visto il film. Una faccia tosta che neanche Zalone...

    RispondiElimina
  3. molti l'hanno visto ma NON lo vogliono ammettere (come quelli che hanno votato DC per una vita, ma non lo ammetteranno mai...)
    io, che l'ho visto e l'ho definito un FILMUZZO, non posso negare che "Zalone" Medici è simpatico; il che spiega come tanta gente di talento accetti di inserirsi nel cast (Caparezza nel film precedente, Marco Paolini in questo); magari nel prossimo ci sarà Dario Fo?

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le conseguenze dell'amore

Blade Runner 2049

La finestra di Orfeo - Orpheus no mado